A San Giovanni Rotondo, sul Gargano, la sera dello scorso 19 marzo 2015 è stata caratterizzata, come da consolidata tradizione, dall’accensione di numerose fanoje, falò in onore di San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria e patrono della Chiesa Universale e dei papà.

L’antichissima tradizione dei falò accesi in questo periodo dell’anno, diffusissima in varie parti d’Italia, è di origine pagana, ben prima dell’arrivo del Cristianesimo. Con la loro accensione si festeggiava l’equinozio di primavera e perciò la fine dell’inverno. Il cambio di stagione, in tempi remoti, coincideva pertanto col passaggio dal vecchio al nuovo anno. I falò, oltre a riscaldare l’ambiente ed a favorire l’aggregazione sociale, avevano una funzione sia purificatoria, mirata ad allontanare il freddo inverno e tutto ciò che è stato maligno e angosciante per gli individui e per la collettività, sia propiziatoria perché finalizzata ad augurarsi ed a sperare nei futuri benefici della primavera, stagione in cui la natura germoglia e si rigenera dopo la stasi invernale. Con il Cristianesimo ai falò è stata associata la devozione verso San Giuseppe, scelto da Dio come sposo della Vergine Maria, la cui solennità ricorre, com’è noto, il 19 marzo, subito prima del cambio di stagione inverno-primavera.

Per quanto concerne la festosa serata sangiovannese del 19 marzo 2015, i falò, di differenti dimensioni, sono stati collocati dai loro artefici presso i luoghi in cui vivono o svolgono le loro attività collettive, sia nel centro abitato sia negli ampi spazi liberi della periferia o delle campagne. Presso le fanoje ardenti il clima di festa è stato ulteriormente animato dalla presenza di banchetti allestiti, con abbondanza di cibo e a suon di musica, dai rispettivi organizzatori che vi si sono radunati con parenti ed amici. Inoltre 14 fanoje sono state visitate dai giurati della quindicesima edizione dell’apposita gara, organizzata dall’Associazione Culturale “Le fanoje” in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del comune garganico. Esse saranno valutate in base alla scenografia del contesto, all’offerta gastronomica ed all’accompagnamento musicale. La relativa premiazione avverrà il prossimo 25 marzo, festa dell’Annunziata, presso la sede dell’associazione “Gargano Sinphonia”, in Via soldato Antonio Massa.

Nel cuore del borgo antico, e precisamente alla Giallëchæra, pittoresco slargo ubicato lungo Via Castellana e caratterizzato dal sette-ottocentesco Mulino Massa, i membri dell’Associazione Culturale “Le Tre Torri”, oltre ad accendere una piccola fanoja, hanno riproposto, per tutta la serata, le antiche usanze sangiovannesi ad essa correlate, dando vita ad uno spettacolo di musica e canti della tradizione popolare locale nonché preparando e facendo degustare, in cambio del pagamento di un modico contributo, le più note specialità enogastronomiche del posto. A ciò si è aggiunta l’occasionale apertura alle visite dello storico Mulino Massa, che ha funzionato sino ad alcuni decenni fa. Ai visitatori richiedenti sono state fornite informazioni utili a far conoscere i macchinari e gli attrezzi in esso contenuti, il processo produttivo del pane e dei derivati del grano, la storia del mulino stesso e la sua importante funzione sociale svolta in passato. Sulla porta d’ingresso è stato collocato un ritratto del noto cantautore napoletano Pino Daniele, nato proprio in questo giorno e mese del 1955 e scomparso lo scorso 4 gennaio 2015, mentre all’interno del mulino stesso è stata allestita una mostra di foto d’epoca in b/n su San Giovanni Rotondo nel passato.

Oltre alle tradizionali fanoje di San Giuseppe, a sud-ovest della cittadina garganica, in Contrada Pontone Longo, è stata accesa la gigantesca “Fanoja del Sorriso”, giunta alla sua seconda edizione. L’evento, che ha combinato tradizione e solidarietà, è stato organizzato dal sangiovannese Saverio Dragano, titolare di un centro raccolta rottami, al fine di raccogliere i fondi da destinare ai bambini ricoverati nella pediatria oncologia del Poliambulatorio “Giovanni Paolo II”. La spettacolare accensione di quest’enorme fanoja, alta 12 metri, estesa su una superficie di circa 100 metri quadrati e composta da circa 500 quintali di legna, ha riscosso un notevole successo di pubblico ed è stata accompagnata ed allietata da canzoni e musiche tradizionali e popolari locali, che sono state ballate dai “Piccoli dell’Eco del Gargano”. Presso gli antistanti stand enogastronomici i numerosi visitatori sangiovannesi e forestieri hanno degustato i prodotti tipici locali in cambio del pagamento di un modico contributo di solidarietà per la suddetta finalità benefica. Alla fine dei festeggiamenti il ricavato della seconda “Fanoja del Sorriso” ha superato i 4000 euro che saranno utilizzati dallo stesso organizzatore, Saverio Dragano, per realizzare un parco giochi nel suddetto reparto pediatrico-oncologico.

Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti sei immagini che ritraggono:
l’accensione della fanoja di Via Giovanni Del Giudice (foto n. 1);
una serata di festa, all’insegna della musica popolare dell’enogastronomia, tenutasi nella Giallëchæra presso la rispettiva fanoja (foto n. 2) e dinanzi allo storico Mulino Massa (foto n. 3);
la Fanoja del Sorriso mentre arde in Contrada Pontone Longo (foto nn. 4-5-6).

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Nessun commento

Lascia un Commento