Tor Caldara è una costruzione sorta all’epoca del Rinascimento, per volere di Marcantonio Colonna (1565) con scopi difensivi contro gli attacchi dei pirati – da qui sembra, in effetti aver preso il nome di Torre Saracena – e oggi è una delle poche superstiti fra le 14 torri erette nello stesso periodo, e per la stessa finalità, lungo la costa tirrenica da Roma a Nettuno (le altre sopravvissute sono Tor San Lorenzo e Torre Astura). Ma non è la sola attrattiva della zona del Comune di Anzio. Il vero polo di attrazione è la bella e ampia riserva naturale che si espande dietro di essa.

La Riserva Naturale Regionale di Tor Caldara, situata ai margini di Lavinio, la più grossa frazione di Anzio, è una vera e propria oasi di verde che si stende per oltre 40 ettari (43) dalla Via Ardeatina al mare racchiudendo in sé numerosissimi esemplari di flora e fauna che hanno fatto di questo angolo, oltre ad un’interessante meta turistica, anche un laboratorio di studio per biologi, geologi ed una scuola a cielo aperto per giovani studenti che vogliano avvicinarsi ai segreti della natura.
Istituita ufficialmente nel 1988, e passata in via definitiva sotto la tutela della Regione, la Riserva di Tor Caldara è un luogo magnifico in cui trascorrere qualche ora a contatto diretto con una natura variegata in cui si possono trovare: querce sugheraie, pioppi, olmi, felci e robinie, nonché incontrare, durante la passeggiata lungo i viali: timidi conigli selvatici e ricci, oppure vedersi sfiorare da farfalle e uccellini.

Oltre al patrimonio di flora e fauna, la Riserva è oltremodo interessante anche sotto il profilo geologico. Probabile residuo di un cratere vulcanico spentosi almeno ventimila anni fa, il cuore del bosco custodisce ancora ciò che resta di esso nella policroma stratigrafia rocciosa che imprigiona vene di vari minerali quali il ferro e, in massima parte, lo zolfo.
La passeggiata nella Riserva termina in una falesia sul mare sulla quale sorge la Torre e sotto la quale è stata rinvenuta una villa romana di età imperiale il cui materiale è stato utilizzato proprio per la costruzione del fortino.

Le immagini di questo fotoreportage:
Foto #1: Tor Caldara;
Foto #2: vegetazione spontanea;
Foto #3: solfatara;
Foto #4: viale alberato che conduce alla Torre;
Foto #5: esempio di pino loricato;
Foto #6: quercia sugheraia;
Foto #7: resti di villa romana di epoca imperiale;
Foto #8: fiorellino selvatico;
Foto #9: altro tratto di solfatara;
Foto #10: sorgente ferrosa.

 
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Commenti (4)


  1. Grazie Diana. Anche il luogo è bello.


  2. cercherò di andarci ;-)


  3. Quando vuoi Diana. La riserva è sempre qui :)

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