Nel periodo compreso tra le due domeniche consecutive del 30 marzo e del 6 aprile 2014 il reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa è stato in peregrinatio a San Giovanni Rotondo, nei luoghi legati a San Pio da Pietrelcina (1887-1968).

Realizzato dall’artista siracusano Biagio Poidimani, docente all’Accademia delle Belle Arti di Roma, il prezioso reliquiario della Madonna delle Lacrime si compone di tre parti sovrapposte di differenti caratteristiche e dimensioni, di un’impugnatura e di una base ottagonale che reca incisa un’iscrizione in latino che recita: «O Vergine delle Lacrime, strappa dalla durezza del nostro cuore lacrime di pentimento – 29 agosto 1953».

La teca della parte del reliquiario immediatamente sovrastante all’impugnatura contiene una parte di un panno ricamato utilizzato da Antonina Giusto per coprire e custodire il famoso quadretto sul quale è scolpita in gesso l’immagine del Cuore Immacolato di Maria, di cui la donna era proprietaria insieme al marito Angelo Iannuso e che aveva lacrimato miracolosamente dal 29 agosto al 1º settembre 1953 nella camera da letto della loro abitazione siracusana, sita in Via degli Orti di San Giorgio, al n. 11. Inoltre nella medesima teca del reliquiario si conservano la metà di un fazzoletto, anch’esso impregnato di lacrime e donato da Lisetta Toscano Piccione, la provetta nella quale venne riposto il liquido lacrimale prelevato il 1 settembre 1953 dagli occhi della Vergine Maria del quadretto da parte della Commissione Scientifica incaricata dalla Curia siracusana, ed alcuni batuffoli di cotone. Gli angoli di questa teca del reliquiario sono caratterizzati dalla presenza di altrettante statuine in oro raffiguranti Santa Lucia, patrona di Siracusa, San Marziano, protovescovo della città, ed i SS. Pietro e Paolo, legati alla storia della prima comunità cristiana siracusana.

Nella parte intermedia del reliquiario quattro pannelli, uno per ciascun lato, sono lavorati a rilievo e, per ognuno di essi, sono raffigurate le seguenti scene: la riproduzione del quadretto prodigioso, la lacrimazione nella camera da letto dei coniugi Iannuso, l’esposizione del quadretto in Via degli Orti; la sua collocazione provvisoria all’aperto in Piazza Euripide, in attesa della costruzione dell’attuale santuario.

Nella parte sommitale del reliquiario, cupoliforme e con quattro statuine auree di angeli agli angoli, è invece custodita l’urna di vetro che racchiude la fialetta che contiene le ultime lacrime, quelle rimaste dopo l’indagine scientifica. Il reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa fu sigillato l’8 maggio 1954.

Giunto a San Giovanni Rotondo nel pomeriggio di domenica 30 marzo 2014 tale reliquiario è stato innanzitutto accolto in Piazza Padre Pio, nel cuore della cittadina, da numerosi fedeli, dai religiosi, dai Frati Minori Cappuccini del santuario ove visse per 52 anni il santo di Pietrelcina, nonché dalle autorità locali, civili e militari. Dopo una sosta di preghiera nell’adiacente Chiesa Madre di San Leonardo abate, il reliquiario è stato condotto in processione, con fiaccolata, verso il convento-santuario di San Pio da Pietrelcina, dove, al suo arrivo, ha avuto luogo la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal rettore del santuario mariano siracusano, padre Luca Saraceno. Ad essa ha fatto seguito la catechesi al popolo e la visione del documentario storico sulla Madonna delle Lacrime.

Altri eventi significativi della peregrinatio del reliquiario della Madonna delle Lacrime nella cittadina garganica sono stati: la sosta nell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, dove ha ricevuto l’omaggio degli ammalati e del personale in servizio (mattina e primo pomeriggio del 1 aprile); la processione dall’ospedale alla Chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina, che custodisce le sue spoglie e nella quale ha avuto luogo la celebrazione eucaristica presieduta dal ministro provinciale dei cappuccini di “Sant’Angelo e Padre Pio”, fr. Francesco Colacelli (pomeriggio e sera del 1 aprile); la permanenza nel Monastero della Risurrezione delle clarisse cappuccine, costruito a partire dal 1975 in un luogo in cui San Pio si ritirava a volte in preghiera (notte e mattino del 2 aprile); la visita al reparto di pediatria oncologica del Poliambulatorio “Giovanni Paolo II” (mattino del 2 aprile); le celebrazioni eucaristiche delle ore 18 nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, inaugurata il 1 luglio 1959; la veglia di preghiera per la vita consacrata ivi tenutasi il 3 aprile, a partire dalle ore 20:45; la Via Crucis pomeridiana dei Gruppi di Preghiera dell’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo (4 aprile); la catechesi al popolo con l’arcivescovo della suddetta arcidiocesi, mons. Michele Castoro (5 aprile, ore 20:45).

Infine domenica 6 aprile il reliquiario è stato condotto in processione dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie a quella di San Pio da Pietrelcina per prendere parte alla celebrazione eucaristica delle ore 10, presieduta da fr. Francesco Langi, guardiano del convento cappuccino sangiovannese. Al termine della funzione religiosa, il reliquiario è stato ricondotto nel sagrato antistante alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie da dove è ripartito alla volta di Siracusa, dopo aver ricevuto le preghiere ed i saluti della folla festante.

Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti sei immagini che illustrano:
- il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa adagiato su una portantina sostenente anche una copia esatta del quadro miracoloso che la ritrae e che si custodisce sull’altar maggiore del rispettivo santuario siracusano (foto n. 1);
- la processione del reliquiario dall’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” alla Chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina, svoltasi nel pomeriggio del primo aprile 2014 (foto nn. 2-3-4);
- il reliquiario esposto alla venerazione dei fedeli all’interno del Santuario di Santa Maria delle Grazie (foto n. 5);
- un’immaginetta della Madonna delle lacrime che riporta in basso un pensiero scritto e firmato da San Pio da Pietrelcina in data 16-2-1961, che recita: «Maria ti protegga e ti conforti» (foto n. 6).

 
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