Castelluccio di Norcia, in Umbria, situato nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è conosciuto non solo per le lenticchie ma anche come il paese della fioritura. Infatti, da giugno a luglio il Pian Grande e il Pian Perduto diventano mosaici di colori che vanno dal giallo al rosso, dal viola al blu e richiamano moltissimi turisti amanti della fotografia. Ma con il sisma del 30 ottobre 2016, la frazione montana ha subìto rilevanti danni alle abitazioni ed è diventato un paese fantasma. Oltretutto, la strada che collega l’area a Norcia è stata devastata dal terremoto rendendo così la zona inaccessibile a chiunque. Pensando alla semina 2017 i “castellucciani” dovevano assolutamente tornare alle loro terre per seminare le lenticchie migliori d’Italia e, protestando mese dopo mese, hanno ottenuto quello che volevano.

Sono quindi iniziate da diversi giorni le operazioni per la semina in orari concordati e, scortati dalla protezione civile, i mezzi possono ora transitare sulla strada provinciale ancora devastata dal sisma e raggiungere le località montane. Come volontario di protezione civile, ho coperto il turno del 4 maggio con altri tre volontari a bordo di due fuoristrada partendo in colonna con le auto dei coltivatori poco dopo l’alba da Norcia per raggiungere Castelluccio e rientrare alla base al tramonto. Una intera giornata al servizio degli agricoltori che hanno arato e seminato i loro appezzamenti di terra. Un’esperienza piacevole a contatto con la natura, ad una altitudine di 1.427m s.l.m. di fronte alla maestosità del Monte Vettore( 2.476 m.) ancora parzialmente innevato.

Stupendo il panorama sul Pian Grande e sul Pian Perduto dove numerosi cavalli vivono allo stato brado liberi di galoppare dopo i mesi invernali trascorsi a valle, nelle campagne alle porte di Norcia.
La semina darà vita insieme alla flora locale, alla cosiddetta “Fiorita”, con lo sbocciare di genzianelle, violette, narcisi e papaveri che, insieme alle piantine di lenticchie, coloreranno i due piani.

 
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Commenti (2)


  1. Bravo, bel reportage!


  2. Grazie Marivodo, un’esperienza voluta per l’affetto che mi lega a Castelluccio!

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