panoramica Scavi con Vesuvio

Monitoraggio, restauro, comunicazione, sicurezza, progettazione. Sono le cinque parole chiave che riassumono il piano di recupero del sito archeologico esposto dal neoministro per i Beni e le Attività Culturali, Giancarlo Galan, nella sua recente visita a Pompei.

Il successore di Bondi ha scelto la città mariana come prima tappa del suo Piano Roosvelt per salvare il patrimonio culturale italiano, minacciato da decenni di incuria e di mala gestione delle risorse pubbliche. Ed era prevedibile che la sua missione iniziasse da qui, non fosse altro che per dare un segnale dopo mesi di meste immagini di crolli, di domus invase da pioggia e muschio, di aree interdette al pubblico, rimbalzate da un capo all’altro del pianeta.
In secondo luogo, per porre un freno al tira e molla infinito da parte del Governo centrale con annunci di piani speciali ed emendamenti ad hoc, puntualmente stralciati dal dibattito parlamentare.

La ricetta messa in campo da Galan prevede cinque piani d’intervento che avranno un corso parallelo e avranno come scadenza temporale dicembre 2015. L’impegno di spesa preventivato è di circa 105milioni di euro.
I cinque punti del piano:
• check up sullo stato di salute degli scavi, da affidare a sei equipe di tecnici composte da architetti, ingegneri,
archeologi, e sulla base del quale stabilire le priorità su cui intervenire. Risorse da investire: 8 milioni di euro.

• opere di restauro anche a carattere preventivo, con un impegno di spesa pari a 85milioni di euro

• Piano della fruizione e della comunicazione, previsto a fine 2012, con l’obiettivo di ottimizzare i servizi di
accoglienza per i visitatori e di rendere più efficace il sistema informativo. Risorse stanziate: 7 milioni di euro

• “Piano della sicurezza” finalizzato al potenziamento del sistema anti intrusione, con un tetto di spesa intorno ai 2milioni di euro

• Piano di rafforzamento e capacity buildinig, che prevede interventi di progettazione e di crescita del sito attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali coinvolti, Comune compreso. Risorse da investire: 2,8 milioni di euro.

Per tradurlo in pratica, ha fatto notare Galan, non c’è bisogno di aspettare altri finanziamenti dallo Stato; basterebbe spendere meglio le risorse dei fondi europei 2007-2013, di cui la Campania ha impegnato il 6,68%, spendendone di fatto poco meno del 3%.
Due sono i serbatoi da cui attingere: 100milioni di euro messi a disposizione dall’Europa per un progetto di salvataggio per Pompei a fronte però di un piano dettagliato, su cui il responsabile del Mibac si è impegnato ad attivarsi dai prossimi giorni; altri 100milioni sono quelli del piano per gli attrattori culturali da destinare a quattro regioni del Sud.
“Senza contare – ha sottolineato il ministro – che nell’ipotesi in cui i visitatori diventassero 5 milioni rispetto ai 2,5 attuali e il biglietto passasse da 11 a 25 euro… le cose sarebbero diverse”

E poi c’è il capitolo “sponsor privati” rispetto al quale l’esponente di Governo tiene aperta la porta, aggiungendo che sono allo studio del Mibac misure per riconoscere incentivi fiscali alle imprese intenzionate ad investire nel sito. Pollice verso invece per l’ipotesi di una fondazione per Pompei, di cui Galan non ne vede i vantaggi.

In ultimo, sul fronte assunzioni ha anticipato le linee di intervento in merito a quanto stabilito dal Consiglio dei Ministri a fine marzo. In quell’occasione fu approvata una norma straordinaria che favoriva l’assunzione di personale specializzato per venire incontro alle urgenze tecniche e gestionali della Soprintendenza. In tutto si parla di 30 archeologi e di 40 operai specializzati. “Non c’è una graduatoria disponibile in Campania – ha ricordato Galan – e stiamo, quindi, pensando di assumere persone dalle graduatorie delle altre regioni. In ogni caso entro un mese ci saranno le assunzioni e un nuovo bando per la regione Campania”.

(Foto di Red Zion)

 
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