Zona industriale di via Terragneta

Piccoli lavori per sostenere il reddito degli operai espulsi dal ciclo produttivo dell’area torrese stabiese. Niente firma, stop ai pagamenti.

Sono sul piede di guerra i lavoratori ex Metalfer, ex Metecno, ex Officine Torresi e ex Avis che, tramite la Regione Campania, hanno svolto piccoli lavori saltuari di utilità sociale al fine di racimolare qualche soldo e vivere dignitosamente la loro condizione di mobilità. Fino ad ora non hanno visto un solo euro di quelli che gli erano stati promessi ad inizio anno e, nonostante gli impegni, sembrano rimanere inascoltati i loro appelli.

Ieri hanno occupato le stanze dell’assessorato regionale alle Attività Produttive del Centro direzionale partenopeo fino a tarda sera; stamane, invece, si sono dati appuntamento davanti Palazzo Criscuolo per chiedere la solidarietà del primo cittadino Starita e con lui attendere l’annuncio della firma che mette fine alle loro lunghe attese.

I mandati di pagamento relativi al primo trimestre 2011 per “le attività svolte dai destinatari del sostegno al reddito per l’area Torrese – Stabiese”, fino a stamattina, non erano stati ancora firmati, nonostante ampie rassicurazione avute nei mesi scorsi proprio dai responsabili regionali.

“Stiamo aspettando anche i pagamenti per la partecipazione ai corsi regionali relativi al progetto Oplontis già dallo scorso aprile – spiega Antonio Correa della CGIL – Da mesi le promesse vengono disattese e ora non vogliamo più aspettare. Qui a Palazzo Criscuolo si sono dati appuntamento tutti i lavoratori torresi, mentre i colleghi dell’Avis si sono radunati nella casa comunale stabiese. Stimo aspettando trepidanti l’annuncio della firma del mandato di pagamento  - continua Correa – ma le nostre rimostranze non si fermeranno al presidio di stamattina. Stiamo, infatti, organizzando per il 6 ottobre una manifestazione nell’area industriale oplontina, con la partecipazione di tutte le sigle sindacali, per tenere accesi i riflettori sulla questione lavoro e sui problemi che affliggono centinaia di famiglie che non lavorano da troppo tempo”.

 
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