Le mamme protestano per le condizioni in cui versa l’edificio scolastico frequentato dai loro figli. Dalla dirigente nessuna dichiarazione.

All’inizio dell’anno scolastico, una rumorosa protesta era stata messa in atto dai genitori del circolo didattico di via Pascoli, nel rione Deriver. Davanti ai cancelli dell’edificio, le mamme avevano espresso il loro disappunto per le condizioni in cui da tempo versa la scuola e avevano chiesto il pronto intervento dell’Ente per ovviare ai disagi arrecati ai piccoli scolari.

Otto classi della scuola primaria, quattro della scuola dell’infanzia. Centinaia di bambini accolti in un cortile che sembra un cantiere, con tutti i problemi di sicurezza che possono nascere in una simile situazione. Gradini divelti, pareti multicolori rappezzate alla bene e meglio, cancelli arrugginiti, giochi malandati accatastati in un angolo del cortile è il quadro desolante che si presenta allo sguardo del visitatore.

Rassicurazioni erano giunte dall’assessore ai Lavori Pubblici, Francesco Colletto, che aveva parlato di “piccoli interventi” per ristabilire l’ordine e il decoro!

Ebbene, stamane mi sono recata in via Pascoli per capire se e quali azioni sono state pianificate per consentire un regolare svolgimento delle attività scolastiche e per tutelare, in primis, la salute dei bimbi.

Le responsabili delle classi elementari e della scuola dell’infanzia mi hanno gentilmente invitata a rivolgermi all’ufficio della dirigente scolastica in via Murat, presso la sede scolastica principale. “Sicuramente lei le fornirà tutte le notizie che cerca, è molto disponibile – mi hanno assicurato – Noi non siamo autorizzate a rilasciare dichiarazioni, anche se abbiamo appoggiato la protesta delle mamme”.

Detto, fatto! Poco tempo dopo ero in via Murat in cerca della dirigente per capire cosa era stato messo in atto, dopo la protesta dei genitori dei bambini della scuola di via Pascoli. Con mio grande stupore, e soprattutto sconcerto, ho dovuto convincere un’insegnante ad annunciarmi alla preside, a suo dire impegnata telefonicamente fino a tarda ora coi responsabili dell’amministrazione.

Dopo qualche minuto, la docente si è convinta e si è recata dalla preside per chiederle se poteva ricevermi. Passato qualche altro minuto, l’insegnante è ritornata dicendomi: “La preside è troppo impegnata e non rilascia dichiarazioni su quanto accaduto!”

Qualche considerazione:
Insegnanti e dirigenti dovrebbero stare dalla parte degli alunni, prenderne sempre le difese e far sentire la loro voce quando viene leso il diritto fondamentale allo studio e soprattutto alla sicurezza. Invece cosa fanno? Si trincerano dietro un silenzio assordante e con un “No comment” fanno calare il sipario su una questione che riguarda centinaia di bambini.

Se avessero avuto la buona fede di esporre quanto stavano mettendo in campo per risolvere i problemi, ne avrebbero guadagnato di credibilità e consensi.

 
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