Le acque "azzurre" del mare di Rovigliano

Canale Bottaro: un’emergenza igienico sanitaria che dura da trent’anni.

La sua bonifica rientrava nell’opera di disinquinamento del fiume Sarno, affidata al commissario straordinario Roberto Jucci. Ma, nonostante ad oggi l’85% dei lavori di bonifica siano stati terminati e molti affluenti risanati, il canale rimane una fogna a cielo aperto che mette in serio rischio la salute di quanti vivono lungo il suo alveo.

Cosa ne ha impedito il disinquinamento e la conseguente bonifica?
A svelarlo è stata, ieri pomeriggio, Maria Leonelli, presidente del Forum Ambiente del Partito Democratico, durante un incontro con i cittadini di Rovigliano, nel cui territorio ricade il canale, organizzato per mettere a conoscenza i residenti delle azioni legali intraprese dal partito contro il degrado ambientale del quartiere

“Il canale Bottaro, a differenza di molti altri che confluiscono nel fiume Sarno e che sono stati messi in sicurezza e bonificati, non è stato disinquinato – spiega Lionelli – perché il comune di San Giuseppe Vesuviano si rifiutò di ricevere in via provvisoria i fanghi derivanti dal suo dragaggio, così come era stato stabilito nel piano di intervento predisposto dal generale Jucci. Un veto che causò il blocco dei lavori, mai più ripresi”.

Un rifiuto passato in sordina che ha impedito il disinquinamento di un canale un tempo utilizzato per raccogliere le acque piovane utilizzate per l’irrigazione dei campi, ma che oggi è diventato sversatoio di liquami di ogni genere.

 
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