Fumata nera all’assemblea pubblica dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo delle aziende torresi. Insulti e zuffe gettano ombre su una possibile risoluzione dei problemi economici che affliggono centinaia di famiglie oplontine. L’amministrazione sceglie la strada del silenzio.

Si erano riuniti stamane, nell’aula consiliare di via Schito, per organizzare una manifestazione pubblica che coinvolgesse lavoratori, scuole, associazioni e chiese del territorio. Tutti uniti per chiedere di ridare dignità ad un territorio martoriato, sempre più preda di imprenditori senza scrupoli che danno inutili speranza ad una classe operaia vessata e martoriata da decenni. Tutti davanti ad un tavolo che vedeva presenti rappresentanti sindacali, amministrazione e lavoratori.

Che il clima sarebbe stato caldo c’era da aspettarselo, viste le numerose promesse disattese e le inutili speranze di portare a casa uno stipendio dignitoso; ma che sarebbe stato rovente, forse nessuno se lo prevedeva.

E così pochi istanti per passare dalle parole ai fatti. L’esasperazione dei lavoratori presenti ben presto ha lasciato il posto allo sconcerto quando, una guardia giurata, anch’egli operaio ex Metalfer, reintegrato con un contratto a tempo determinato come vigilantes nel comune oplontino, si è scagliato contro un rappresentante sindacale locale e non ha esitato ad “alzare le mani”.

L’assemblea si è sciolta per pochi minuti, il tempo di riportare la calma in aula, ma alla ripresa non ha prodotto nulla di buono. Sfoghi di operai che da mesi non vedono il becco di un quattrino si sono alternati ai discorsi dei sindacalisti presenti.

“La mancanza di risposte concrete ai drammi che vivono gli operai rende difficile anche il semplice dialogo tra le parti in causa. La classe operaia oplontina è stanca di aspettare e stare ferma a guardare, tradita da inutili promesse – ha commentato Catello Agretti della UIL –. Abbiamo partecipato a decine di tavoli istituzionali, ma i risultati non arrivano. Ci siamo rivolti anche alla magistratura, ma purtroppo non ci sono violazioni di leggi se le aziende che vengono ad investire nel nostro territorio non assumono gente del posto e noi non sappiamo più a chi rivolgerci”.

“Se i rappresentanti istituzionali non mettono in campo reali e concrete capacità organizzative e continuano a dimostrare questa pochezza culturale non otterremo mai nessun risultato – afferma a denti stretti un lavoratore presente di Officine Torresi – Da anni si perseguono risultati poco costruttivi e la situazione potrà cambiare solo se cambiano i rappresentanti sindacali, gli amministratori locali e gli imprenditori: il marcio è proprio lì! Valga come esempio il cambio di poltrona nella giunta oplontina. Mario Conte, ex assessore alle Attività produttive, era l’unico che aveva dimostrato di essere davvero dalla parte dei lavoratori e, misteriosamente, è stato sostituito!”

Riguardo l’episodio increscioso che ha visto protagonista il sindacalista della Metalfer, Raffaele Tinenzo, l’opinione unanime era che questo sarebbe stato un tentativo di destabilizzazione della riunione di stamane da parte di chi proprio non vuole che i lavoratori facciano sentire la propria voce e trovino terreni di coesione sociale.

Erano presenti stamane anche il sindaco Starita e il nuovo assessore Di Paola, ma non hanno proferito parola, nemmeno dopo gli insulti a loro rivolti da alcuni operai in cassa integrazione da diversi anni.

 
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