Giro di vite contro la prostituzione all’ombra degli scavi di Pompei. Quattordici in tutto i fermati, tra lucciole e clienti, nella vasta operazione condotta dai carabinieri della locale stazione nel periodo compreso tra l’11 e il 16 febbraio.

Attraverso una costante azione di pattugliamento del territorio e in particolare delle zone più colpite dal fenomeno, l’asse via Mazzini – via Plinio e l’area a ridosso di Villa dei Misteri, i militari agli ordini del capitano Luca Toti e del maresciallo capo Tommaso Canino sono riusciti a cogliere in flagranza di reato decine di persone.
Dieci di queste, sia prostitute che clienti, sono state denunciate per atti osceni in luogo pubblico. Gli “avventori”, in questo caso, sono tutti operai, sorpresi a consumare atti sessuali con le meretrici nelle proprie autovetture, parcheggiate in luoghi appartati a pochi metri dal sito archeologico.

Per tre lucciole è scattata la denuncia per inosservanza al foglio di via obbligatorio dal comune di Pompei. Un’altra, trovata in possesso di un coltello a serramanico, è stata segnalata all’autorità giudiziaria per porto abusivo di arma bianca.

La prostituzione purtroppo continua a trovare terreno fertile nel nostro territorio, per ragioni storiche ma soprattutto per l’enorme flusso di visitatori che richiama il centro storico, soprattutto nei fine settimana. Un fenomeno presente a tutte le ore del giorno e in luoghi assai frequentati, come l’area a ridosso di un noto supermercato di via Plinio e quella adiacente ai camping e all’ingresso di piazza esedra degli scavi.
Ha destato scalpore che non più tardi di una settimana fa una lucciola e un cliente sono stati sorpresi in piena attività sessuale, di mattina, a pochi metri dalla scuola media statale Amedeo Maiuri.

 
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