La città festeggia il secolo di Salvatore Ammendola. Chiesa gremita per onorare i cent’anni della memoria storica vivente dell’arte bianca diTorre  Annunziata.

Amato da tutti, il decano dei pastai e dei panificatori torresi Salvatore Ammendola, sposato con una delle eredi di “Nunziatiello”, ha spento le sue 100 candeline attorniato da una folla di parenti, amici, autorità civili e religiose. Scherzosamente ha svelato il segreto della sua longevità: “L’aver lavorato sempre e  l’aver amato tutti”.

Effettivamente proprio la dedizione al lavoro non manca al nonnino oplontino dato che, ancora oggi, si reca alle prime ore dell’alba nel panificio di famiglia e gira tra gli operai per vigilare sul loro lavoro.

Una Santa Messa di ringraziamento per il traguardo raggiunto è stata officiata dai prelati monsignor Raffaele Russo, rettore della Basilica della Madonna della Neve e dal padre francescano Luigi Rossi, parroco della comunità cristiana di piazza Ernesto Cesaro.

Durante l’omelia, gli officianti si sono soffermati sulle grandi doti cristiane e umane del festeggiato che “è un esempio di virtù, un importante punto di riferimento e di orgoglio  per l’intera famiglia”, e hanno consegnato a nome del Santo Padre Benedetto XVI, una pergamena in ricordo dell’eccezionale ricorrenza.

L’augurio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato letto dall’’assessore alle Politiche Sociali, Ciro Alfieri che, anche a nome dell’amministrazione comunale, ha omaggiato con una targa ricordo il centenario concittadino.

Salvatore Ammendola, personaggio molto noto in città è uno dei decani panificatori della citta oplontina, avendo nel corso del secolo, gestito insieme ai suoi parenti, il noto forno “Nunziatiello”. Già da che aveva quindici anni lavorava nei pastifici che allora gremivano Torre e, da molti, è considerato proprio la memoria storica del’arte bianca.

(Foto di Paolo Borrelli)

 
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