Classi e Studenti inesistenti. La Guardia di Finanza sequestra il “diplomificio” “IseF” di Poggiomarino, la scuola paritaria più grande d’Italia. Sottoposti agli arresti domiciliari i due responsabili; sei gli indagati per associazione a delinquere.

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno provveduto all’esecuzione di due ordinanze cautelari degli arresti domiciliari e al sequestro di un edificio adibito a scuola in Poggiomarino del valore di un milione di euro.

In particolare, il sequestro ha interessato l’immobile che ospita la scuola paritaria denominata “IseF” (acronimo di Istruzione e Formazione) scolasticamente definita “la scuola paritaria più grande d’Italia”.

Il sequestro eseguito è limitato, per le attività didattiche, alle classi degli indirizzi delle scuole superiori, mentre gli arresti domiciliari hanno interessato l’amministratore unico della società Boccia Antonio, 34 anni, e la Dirigente Scolastica Generale Amministrativa (D.S.G.A.) della scuola Falanga Pasqualina, 62 anni.

Le articolate e complesse attività investigative coordinate dalla Procura napoletana e svolte dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Torre Annunziata hanno permesso di acclarare una organizzazione delinquenziale strutturata, capeggiata dalla Falanga e da Boccia Antonio, nonché da Boccia Raffaele Rosario, amministratore di fatto dell’Istituto e deceduto nel mese di agosto del 2010.

Questi, con l’ausilio dei sei vice presidi dell’Istituto, hanno sistematicamente falsificato le generalità di studenti iscritti ai corsi di studi, risultati dalle indagini inesistenti, attestando falsamente le presenze degli alunni sui registri di classe.

Le  indagini eseguite dalla Guardia di Finanza oplontina, infatti, hanno permesso di  accertare che negli ultimi due anni scolatici, circa l’80% degli studenti risultati iscritti presso l’IseF e comunicati all’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania erano persone inesistenti. Ciò al fine di consentire all’IseF di mantenere la parità dell’istituto nei vari indirizzi delle scuole superiori, in tutto 10, e per poter svolgere presso la sede di Poggiomarino gli esami di maturità.

L’imputazione per associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico ha interessato, infatti, oltre che la dirigente e l’amministratore dell’IseF, anche i vicepresidi dei  vari indirizzi scolastici: Annunziata Sonia, 35 anni, di Vico Equense, Annunziata Maria Rosaria, 36 anni, di San Giuseppe Vesuviano, Fasolino Sara, 36 anni, di Nocera Inferiore, Caro Maria Lourdes, 40 anni, di Castellammare di Stabia, Rapicano Rosachiara, 30 anni, di Napoli, Stanzione Francesca, 37 anni, di Torre Annunziata.

L’attività fraudolenta scoperta dalle indagini era motivata dall’esigenza di preservare i requisiti necessari della “parità” scolastica riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, la quale rappresenta la vera “forza” dell’IseF, capace di garantire il conseguimento “facile” del diploma anche a studenti privatisti e provenienti da altre Regioni, soprattutto perché permette l’equiparazione per procedura e valore del titolo di studio al diploma conseguito presso la scuola statale corrispondente.

Uno dei requisiti minimi richiesti per preservare la parità è la costituzione di classi con un numero minimo di alunni non inferiore ad otto unità ed in età non inferiore a quella prevista dai vigenti ordinamenti scolastici in relazione al titolo di studio da conseguire.

I riscontri investigativi effettuati dalla Guardia di Finanza, infatti, hanno evidenziato che la quasi totalità delle classi della scuola media superiore dell’Isef erano costituite, in parte, da un numero esiguo di alunni “realmente esistenti” tale da non permettere il raggiungimento del requisito minimo richiesto per il mantenimento della parità, per cui gli amministratori della scuola (Falanga Pasqualina, Boccia Antonio ed il deceduto Boccia Raffaele Rosario) hanno integrato fraudolentemente tale deficienza attraverso l’inserimento di alunni, di fatto inesistenti e con nomi di fantasia, sui registri ufficiali nonché sulle comunicazioni obbligatorie dovute all’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania.

Inoltre, le classi erano costituite in parte da alunni provenienti da altre regioni d’Italia, in prevalenza, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna, che per l’eccessiva distanza dalla sede dell’Istituto non avrebbero potuto frequentare assiduamente le lezioni. Questi, tuttavia, risultavano sistematicamente presenti sui registri di classe alle lezioni.

Le irregolarità accertate riguardano anche le prove scritte quadrimestrali, i c.d. compiti in classe, nonché gli elaborati scritti degli esami di maturità. Uno studente di Frosinone, al riguardo, ha dichiarato “Ci hanno fatto accomodare in una sala, forse una biblioteca, dove c’era una professoressa: costei ci ha consegnato una serie di elaborati che dovevamo copiare e così abbiamo fatto…….Preciso che ogni volta mi sono limitato a copiare gli elaborati che mi venivano consegnati dai professori….. (all’esame di maturità) devo ammettere che le soluzioni dei quiz circolavano in aula con foglietto che ci passavamo tra di noi studenti”.

In tal modo, agli studenti delle scuole superiori iscritti all’Isef, per una quota annuale di iscrizione di circa 5.000 euro, veniva garantito il conseguimento del diploma di maturità nei vari orientamenti quali licei socio-psico-pedagogico, linguistico e scientifico, professionale per l’agricoltura e l’ambiente, tecnico commerciale e tecnico industriale, alberghiero, tecnico per le attività sociali, professionale per l’industria e l’artigianato abbigliamento e moda, servizi sociali.

Le artificiose ed elusive manovre condotte dagli amministratori della società hanno rappresentato un sistema collaudato, già iniziato quando l’Istituto si chiamava “Scuola Settembrini”, uno dei primi Istituti scolastici privati nazionali, sempre riconducibile alla famiglia Boccia di Poggiomarino.

Per analoghe condotte, i responsabili Falanga Pasqualina e Boccia Raffaele Rosario erano stati condannati, in via definitiva con sentenza di Cassazione nel 2006. In tale vicenda, venne anche coinvolto l’allora Provveditore agli Studi di Napoli, per aver agevolato la scuola “Settembrini” della famiglia Boccia, antesignana dell’IseF, nel consentire il conseguimento di diplomi facili a studenti non frequentatori, fattispecie pressoché analoghe a quelle indagate dalla Procura oggi.

Oggetto del sequestro, eseguito sull’immobile, sono solo i locali adibiti alle scuole medie secondarie superiori e gli uffici amministrativi, mentre continueranno ad operare le classi dell’asilo, scuole elementari e medie.

 
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Commenti (1)


  1. Aggiornamento ANSA:
    Figura anche il nome dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Poggiomarino, maresciallo Salvatore Russo, tra gli indagati nell’inchiesta sul “diplomificio” posto sotto sequestro dagli uomini della Guardia di Finanza del comando provinciale di Napoli.
    Il sottufficiale dell’Arma avrebbe infatti avvisato i vertici dell’istituto sull’imminenza di una perquisizione da parte dei suoi colleghi, perquisizione che coincise con quella delle Fiamme Gialle oplontine nell’ambito dell’inchiesta sul “diplomificio”. I militari della Guardia di Finanza trovarono presenti nelle classi tutti gli studenti iscritti alla scuola.

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