cumuli selvaggi in via Ripuaria

“Stavolta non ci sono alternative o “miracoli” da invocare, se non riapre cava Sari è il caos”. Il pessimismo dell’Assessore Amato La Mura la dice lunga sulla situazione di paralisi che sta vivendo il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Pompei e nell’area vesuviana, dopo lo stop ai camion ordinato dal sindaco di Terzigno Domenico Auricchio, seguito a ruota dal collega di Boscoreale Gennaro Langella. Quest’ultimo, vittima di un’aggressione, ha denunciato il clima di intimidazione che regna nella comunità boschese.

Lo stop in seguito ai risultati dell’analisi sui pozzi acquiferi effettuata da un chimico incaricato dal Comune di Boscoreale, che ha riscontrato un’eccessiva presenza di metalli pericolosi e sostanze cancerogene.
La palla adesso è nelle mani del Presidente della Regione Stefano Caldoro, cui in qualità di commissario straordinario all’emergenza rifiuti spetta l’ultima parola. A lui si sono rivolti 16 dei 18 sindaci dei Comuni vesuviani ai quali, in base all’accordo sottoscritto il 29 ottobre scorso in Prefettura, era stato consentito di sversare a cava Sari.

Nel documento, sottoscritto anche dal primo cittadino mariano Claudio D’Alessio, si contesta il provvedimento di chiusura della discarica di Terzigno, sulla base del parere dell’Arpac che non ritiene i superamenti riscontrati da suddetto monitoraggio “correlabili ad infiltrazioni di percolato in falda, in quanto – come si legge nella relazione dell ‘Arpac – questo fenomeno dovrebbe comportare contestualmente il riscontro di quantità elevate di indicatori tipici quali solfati, e cloruri, che, almeno nelle analisi sin qui condotte, rientrano tutte nei limiti”.

Nel contempo, di fronte al concreto rischio di epidemie sanitarie si chiede al numero uno di Palazzo Santa Lucia di intervenire, quale massima carica in materia di rifiuti e di sanità, per la riapertura della discarica di Terzigno

Intanto, da sabato scorso la raccolta del secco a Pompei è ferma. Stamane si è raccolto l’umido ma l’indifferenziato è rimasto lì dov’è stato depositato venerdì e lunedì scorso; stessa sorte per quello di stasera. Morale: oltre 150 tonnellate giacenti sulle strade del centro e delle periferie. Il dato che più sconforta è che in questo clima tutti gli sforzi dei cittadini nel differenziare l’immondizia risultano vanificati dalla contaminazione con il secco.

“Se guardiamo alle condizioni di Napoli – esordisce Amato La Mura, Assessore all’Ambiente e alla Gestione dei Rifiuti – c’è da essere pessimisti. Lì riescono a smaltire soltanto 600t giornaliere per la sola disponibilità del sito di Chiaiano, una soglia insufficiente per uscire in tempi rapidi dall’emergenza. Ciò significa che senza la riapertura di cava Sari non avremo per molto tempo alcun sito alternativo dove smaltire i rifiuti”.

Una soluzione tampone, per reggere almeno una settimana, poteva venire dall’utilizzo dell’area di via Nolana, adiacente al cimitero, come sito di stoccaggio provvisorio. Tutto era pronto, come rivela lo stesso La Mura, ma a ritardarne l’entrata in funzione ci si è messo il maltempo di questi giorni, che non ha consentito alla pavimentazione in cemento di asciugarsi perfettamente. Motivo per cui si dovranno attendere almeno due giorni senza pioggia, traguardo tutt’altro che vicino guardando alle previsioni meteo dei prossimi giorni.

La scelta del sito, tra l’altro, nelle scorse settimane era stata contestata da una parte della cittadinanza. “Se mi danno un’area alternativa – sbotta La Mura – sarò felice di prenderla in considerazione. La verità è che sul territorio di Pompei, tra vincoli architettonici e terreni agricoli, è pressoché impossibile trovare un altro sito da destinare a tale funzione”.

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Nessun commento

Lascia un Commento