Per rendersi conto di come sia adesso la Villa Le Sacca, antica dimora e sede, tra l’altro, dell’ Istituto Cicognini, situata sulle colline di Prato, occorre avere la possibilità di potervi entrare.
Anche osservandola dalla via limitrofa è possibile farci un idea, ma non constatare, realmente, le sue pessime condizioni.

L’esterno
Quello che fa subito ribrezzo, camminando con dovuta precauzione all’esterno, sono le erbacce alte che coprono qualsiasi punto del terreno; non è, quindi, difficile infilare un piede in una buca o scivolare.
Scrutando la struttura dal basso all’alto, ci si rende subito conto che si tratta di uno scheletro di mattoni senza più anima, oltre a porte e finestre.
Un pozzo scoperto, molto pericoloso, è nascosto tra la vegetazione; inoltre vi sono anche escrementi di animali, sudiciume gettato dalla stradina soprastante tra cui anche qualche materiale non proprio tranquillo.
A vista, poi, la struttura sembra non proprio tanto stabile; guardando la corte dall’esterno si può constatare quando essa sia decadente.

L’interno
Con qualche groppo in gola, vado a vedere le condizioni interne di Villa Le Sacca a Prato; appena entrato non mi sfugge, anche se il buio è quello che prende il sopravvento, le scritte sui muri.
Tutto ciò fa realmente pensare a quello che le persone dicono su questa struttura dopo il suo totale abbandono; si racconta che esso fosse un covo dei satanisti e, all’interno, si facevano riti magici con animali e forse qualcosa di più atroce.
Scritte preoccupanti e del materiale invadono tutta la struttura; anche se questa è solo una novella, vi è comunque un passaggio di gente balorda.
Calpestando ciò che vi è a terra, composto da legni e calcinacci, verifico cosa è rimasto di questo edificio antico; ancora si possono osservare alcuni affreschi, sormontati, alcuni, da scritte con spray.
La cappella, oggi è spoglia, e di tutte le opere d’arte che qui erano presenti, sono state tutte depredate, ad eccezione di un affresco raffigurante un crocifisso, ora all’Istituto Cicognini in Piazza del Collegio; anch’esso era in condizioni pietose e, solo un perfetto restauro, lo ha riportato in vita.
Della piccola chiesina rimangono solo le tracce delle pale e le nicchie dove, con ogni probabilità, erano collocate delle statue sacre.
La copertura di molte stanze è crollata, i vani sono aperti verso l’esterno, mancando di finestre e porte; fortuna vuole che tutta la struttura sia recintata… ma valicabile!
Ancora si può osservare la macina dove veniva prodotta la farina, essendo questa struttura indipendente.

Seguono 10 immagini.

 
© Riproduzione Riservata
 

Nessun commento

Lascia un Commento