La mattina del 19 aprile 2014, Sabato Santo, ha sfilato per le vie di Cerignola la tradizionale, suggestiva ed emozionante processione delle Donne al Sepolcro in attesa della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, partita dalla Chiesa di Sant’Antonio da Padova alle ore 9 ed ivi rientrata verso mezzogiorno.

Questa processione è stata istituita nel 1992 dalla Confraternità di Maria SS. della Pietà, che ha sede presso questa chiesa, su proposta dell’allora vescovo diocesano mons. Giovanni Battista Pichierri e con l’accordo di don Giacomo Cirulli, padre spirituale. Essa sostituisce la processione della Pietà che si svolgeva la sera del Giovedì Santo quando le chiese erano visitate dai fedeli per gli altari della reposizione e l’adorazione dell’Eucarestia.

Il corteo processionale delle Donne al Sepolcro è stato aperto da tre confratelli incappucciati del medesimo sodalizio, nel tipico abito interamente rosso, colore che simboleggia la Passione di Cristo. Quello al centro ha portato la Croce con gli strumenti della Passione e gli altri due un cero ciascuno.

Il personaggio tipico di questa processione cerignolana e delle altre tre del Venerdì Santo (dei Misteri, della Desolata e del Cristo Morto) è senza dubbio quello del Cireneo, detto popolarmente “il Cristo Rosso”. Si tratta di un confratello vestito con cappuccio e tunica di colore rosso vivo, tenuta stretta in vita da una corda, il quale porta una corona di spine intorno alla testa ed una consistente croce di legno su una spalla, camminando a piedi scalzi ed attirando su di sé gli sguardi attenti e curiosi della folla.

Nella processione delle Donne al Sepolcro i confratelli di Maria SS. della Pietà che hanno fatto la parte del Cireneo sono stati tre. Il primo ha sfilato davanti ai simulacri di Maria di Magdala e di Maria di Cleofa, il secondo subito prima della statua di San Giovanni evangelista, mentre il terzo ha immediatamente preceduto il celebrante ed il priore della medesima confraternita, che a loro volta sono stati seguiti dal simulacro dell’Addolorata.

I simulacri delle due Pie Donne e quello di San Giovanni evangelista sono stati accompagnati da una moltitudine di donne vestite di nero e ricoperte da un mantello rosso, che durante il percorso della processione si sono alternate tra loro più volte, a turni di quattro per statua. Il simulacro dell’Addolorata è stato invece condotto a spalla da otto portatori per turno, in giacca e cravatta e con i guanti bianchi, ed è stato scortato da quattro confratelli in abito rosso ed incappucciati, che sostenevano altrettanti lampioni, e da due vigili urbani. Alle loro spalle hanno sfilato gli altri portatori e la banda musicale che ha intonato l’inno “Mira il tuo ciglio languido”, composto e musicato dal maestro cerignolano Vincenzo Di Savino. Oltre agli accompagnamenti musicali, durante la processione, accolta dal religioso e rispettoso silenzio della gente lungo tutto il suo percorso, si è dato luogo alla liturgia della Via Matris con le sue sette stazioni.

Per quanto concerne le prime statue di questa processione, quella di Maria di Magdala reca nella mano destra un uovo rosso col monogramma di Cristo (simbolo della sua Resurrezione) e nella sinistra un vaso che richiama quello contenente il profumo di nardo da lei usato per ungere i piedi di Cristo in croce per poi asciugarli con i propri capelli, mentre quella di Maria di Cleofa porta le spighe di grano (anch’esse simbolo di resurrezione) nella mano destra e nell’altra le bende della sepoltura del Figlio di Dio. La statua di San Giovanni evangelista lo ritrae con la mano destra sul petto e con l’altra che regge un’asciugatoio che simboleggia la lavanda dei piedi. La statua dell’Addolorata che va in cerca del Figlio, fu commissionata nel 1945 per la processione della Pietà in sostituzione di quella della Vergine che sorregge il Cristo Morto, o della Pietà, che successivamente venne distrutta da un incendio provocato dai ceri votivi nella cappella cimiteriale della relativa confraternita.

Particolarmente significativo, toccante e commovente è stato il momento della sosta della processione davanti alla Chiesa del Purgatorio, ospitante i simulacri dell’Addolorata e del Cristo Morto condotti in processione la sera precedente. Il primo Cireneo, dopo essersi inginocchiato sulla soglia, è entrato in questa chiesa fino a raggiungere i due simulacri e rendere loro omaggio inginocchiandosi nuovamente. Il secondo si è inginocchiato in preghiera sulla soglia senza entrare in chiesa, il terzo ed ultimo Cireneo, invece, si è inginocchiato nello stesso punto e più a lungo, prostrandosi fino a terra e con il braccio destro teso in avanti e la mano rivolta verso l’alto, senza però entrare in chiesa. In seguito costui si è nuovamente inginocchiato, però di spalle alla chiesa e di fronte all’ultima statua del corteo processionale, quella dell’Addolorata, per tutta la durata del momento di preghiera. Dopodiché la processione ha ripreso il suo cammino fino al rientro nella Chiesa di Sant’Antonio di Padova.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti otto immagini che raffigurano:
- l’inizio del corteo processionale con tre confratelli di Maria SS. della Pietà, vestiti interamente di rosso ed incappucciati, e la Croce con gli strumenti della Passione di Cristo (foro n. 1);
- il primo Cireneo spalleggiato dalla statua di Maria di Magdala, portata a spalla, come le due successive, da donne vestite di nero e ricoperte da mantelli rossi (foto n. 2);
- la statua di Maria di Cleofa (foto n. 3);
- il secondo Cireneo, che ha sfilato tra il simulacro di Maria di Cleofa e quello di San Giovanni evangelista (foto n. 4);
- la statua di San Giovanni evangelista (foto n. 5);
- alcune donne del corteo processionale, col mantello rosso e vestite di nero, mentre avanzano nel loro cammino (foto n. 6);
- il terzo Cireneo, spalleggiato dal celebrante, dal priore della suddetta confraternita e dal simulacro dell’Addolorata (foto n. 7);
- il simulacro dell’Addolorata in cerca del Figlio, condotto a spalla da otto portatori in giacca e cravatta e con guanti bianchi (foto n.8).

 
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