Le Giornate FAI di Primavera di sabato 22 e domenica 23 marzo 2014, dedicate all’imperatore Augusto a duemila anni dalla sua morte (14 d.C.), sono state caratterizzate ad Ascoli Satriano, in Provincia di Foggia, dall’apertura straordinaria del Parco Archeologico dei Dauni “Pasquale Rosario”, della domus romana di Piazza San Francesco d’Assisi e del Polo Museale di Santa Maria del Popolo con la Tomba del Cammeo. A guidare i visitatori alla scoperta delle bellezze dell’antica Ausculum dauna e romana, custodite in questi tre luoghi, hanno provveduto i giovani apprendisti ciceroni della Scuola Secondaria di Primo Grado “Mons. Vittorio Consigliere”, del Liceo Classico “Vincenzo Lanza”, ambedue ascolane, e del Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Foggia.

Nel Parco Archeologico dei Dauni, situato sulla collina del Serpente ed intitolato al veterinario e storico ascolano Pasquale Rosario (1860-1935) che ebbe il merito di condurre per primo le ricerche archeologiche in questo luogo, i visitatori hanno potuto ammirare sia i preziosi ritrovamenti archeologici preromani, risalenti al periodo tra il VI ed il IV secolo a.C. e relativi alla civiltà dei Dauni, sia quelli della necropoli romana (IV-III secolo a.C.), i quali consistono in 2 tombe a grotticella, 2 tombe a cassone, una tomba alla cappuccina ed un mausoleo, che sono tutti situati nel preparco, detto “Area monumentale del Serpente”, riportata alla luce nel 2002 su un pendio della medesima collina, durante i lavori di scavo per la costruzione di case popolari.

All’interno del Parco Archeologico dei Dauni “Pasquale Rosario”, tra le vestigia daune riportate alla luce a partire dagli anni Sessanta del secolo appena trascorso, spiccano i resti di una domus del IV secolo a.C., la ricostruzione di un’altra domus sulle sue fondamenta originarie, la necropoli con la via processionale, pavimentata a motivi geometrici coi ciottoli del torrente Carapelle, le tombe a fossa, la tomba “a dromos” di un guerriero e l’edificio cultuale del V sec. a. C., che serviva alle cerimonie relative al culto dei morti, fungendo così da luogo di aggregazione sociale.

Tra le tombe aristocratiche romane del preparco, o Area monumentale del Serpente, spiccano quella “a grotticella”, detta “dell’askòs canosino”, che è preceduta da un “dromos” e prende nome da un tipico vaso con testa di medusa applicata che era contenuto al suo interno, e soprattutto il mausoleo di età imperiale che presenta una camera rettangolare voltata a botte, intonacata di bianco, chiusa da murature in opus mixtum e munita di un corridoio (dromos) di accesso, situato ad una quota inferiore rispetto al piano della strada che da Ausculum conduceva a Venusia (Venosa).

Il ricco corredo funerario delle tombe daune e romane di Ausculum è esposto nell’ambito della mostra “Lo spreco necessario. Il lusso nelle tombe di Ascoli Satriano”, ospitata nel Polo Museale di Santa Maria del Popolo, in cui i visitatori delle Giornate FAI hanno potuto ammirare anche la Tomba del Cammeo, la mostra “Policromie del Sublime” (con i manufatti del territorio dell’antica Ausculum destinati ad un membro dell’élite dauna tra cui risaltano i marmi dipinti e gli splendidi grifoni policromi restituiti dal Getty Museum), la sala dell’Apollo e del Bambino Cacciatore, la collezione archeologica di Pasquale Rosario, ed il Museo Diocesano.

Sulla collina di San Potito, e precisamente in Piazza San Francesco d’Assisi, i visitatori hanno inoltre potuto ammirare i resti degli ambienti ed i relativi e raffinati pavimenti in tassellato ed in cementizio fittile della domus romana di età augustea (I-II secolo d. C.), situata dinanzi all’ex convento francescano che fiancheggia la Chiesa di San Potito ed attualmente ospita la biblioteca comunale, anch’essa intitolata allo studioso ascolano Pasquale Rosario. Della domus sono stati riportati alla luce:
- il tablinum (sala da ricevimento), a pianta rettangolare e con pavimento a mosaico;
- l’atrium testudinatum centrale, con pavimento in cementizio fittile tempestato di crocette nel quale si inserisce, in posizione lievemente decentrata, un mosaico quadrato parzialmente conservato e dotato, entro una cornice a motivi geometrici, di uno scudo centrale circolare a triangoli bicromi, a sua volta arricchito da girali vegetali e kantharoi nei triangoli di risulta;
- un ambiente di minori dimensioni a nordest, che doveva indicare la tipologia dell’atrium ad alae della prima fase costruttiva dell’edificio abitativo signorile che venne poi trasformato da una ristrutturazione che qui comportò la realizzazione di un corridoio di collegamento con altri ambienti o con proprietà confinanti.

Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti otto immagini raffiguranti:
- le fondamenta di una domus dauna del IV sec. a. C. (foto n. 1);
- la ricostruzione di un’altra domus dauna sulle sue fondamenta originarie (foto n. 2);
- una tomba dauna “a dromos” di un guerriero (foto n. 3);
- i resti di un edificio cultuale dauno del V sec. a. C., con la pavimentazione esterna a motivi geometrici, realizzata con ciottoli fluviali (foto n. 4);
- la tomba romana dell’askòs canosino (vaso con testa di medusa applicata), situata nel preparco (foto n. 5);
- il mausoleo di epoca imperiale, anch’esso sito nel preparco (foto n. 6);
- i resti del pavimento a mosaico del tablinum della domus romana (I-II sec. d. C.), situata in Piazza San Francesco d’Assisi, – col rispettivo pannello descrittivo in primo piano (foto n. 7);
- un particolare significativo del pavimento dell’atrium testudinatum della medesima domus romana augustea (foto n.8).

 
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