Le Giornate FAI di Primavera di sabato 22 e domenica 23 marzo 2014, dedicate all’imperatore Augusto a duemila anni dalla sua morte (14 d.C.), hanno registrato nel territorio di Bovino, in Provincia di Foggia, l’apertura straordinaria, con visite guidate, della Taverna del Ponte o Stazione di Posta e della villa romana di Casalene, di epoca augustea.

In località Ponte Bovino, a circa 6 km a valle ed a nordest del paese dauno, la Taverna del Ponte è collocata lungo la sponda sinistra del torrente Cervaro, in corrispondenza del ponte romano, crollato in seguito al terremoto del 1627 e ricostruito nel 1630 per volere del Viceré di Napoli, don Inigo Velez da Guevara y Taxis. Detta anche Stazione di Posta e sorta probabilmente come pagus-fortificazione dei Sanniti a difesa del loro territorio durante le guerre contro Roma (IV-I secolo a.C.), la Taverna del Ponte era una mansio strategicamente importante già al tempo dell’imperatore Augusto, dal momento che si trovava, dal III secolo a. C. lungo, la via Consolare Minucia, che univa Corfinio a Brindisi e ricalcava un ramo del regio tratturo Pescasseroli-Candela (uno dei più noti percorsi della transumanza delle pecore), e precisamente nel punto in cui partiva una sua diramazione che raggiungeva Siponto.

Dotata di alloggi, magazzini e scuderie, gestiti direttamente dal governo centrale, la Taverna del Ponte era un luogo di sosta che doveva offrire una degna ospitalità a notabili ed ufficiali dell’Impero Romano, dal momento che nella zona erano numerosi gli accampamenti militari protetti da fossati detti “valli”, da cui deriva la denominazione “Vallo di Bovino”, assunta dalla zona stessa.

Dopo la caduta dell’Impero Romano e fino a prima dell’arrivo dei Longobardi la Taverna del Ponte da albergo divenne una semplice stazione per il cambio dei cavalli e ciò trova la sua ragione nella perdita d’importanza della rete viaria e nel progressivo decadimento delle strutture ad essa correlate. Dalla dominazione dei Longobardi in poi, grazie ai pellegrinaggi verso il Santuario di San Michele di Monte Sant’Angelo e la Terra Santa, è ipotizzabile che la stazione di posta bovinese fungesse anche da presidio che assicurasse loro difesa. In tal senso venne anche dotata nel 1205 di un ospizio e di una chiesa intitolata appunto all’Arcangelo Michele da parte del vescovo di Bovino, Roberto.

Nel XVI secolo, con l’istituzione del servizio postale gestito dallo stato, la Taverna del Ponte diventò una delle stazioni di posta più importanti del Regno di Napoli, per cui viene successivamente ampliata e nel 1564 viene acquistata dal duca Giovanni I Guevara per 38000 ducati.

Nel 1700 venne adibita a sede dei Procacci di Foggia e di Lecce, difesi da guardie armate, e nel 1806, con Giuseppe Bonaparte, divenne sede della Gendarmeria per difendere il servizio postale dai briganti che imperversavano nella zona e garantirne il funzionamento. Dopo l’Unità d’Italia e con la realizzazione della vicina linea ferroviaria Caserta-Foggia, la Taverna del Ponte cessò il suo servizio di sosta e smistamento postale per divenire, oltre che Gendarmeria, un deposito per il carbone delle locomotive a vapore. Divenuta agli inizi del XX secolo una struttura a servizio dell’azienda agricola dei duchi di Guevara, la storica taverna bovinese venne adibita da parte dei Monopoli di Stato, dal 1947 al 1956, a luogo di selezione del tabacco coltivato in zona, nel Sannio ed in Irpinia, e nel 1966 venne alienata dall’ultimo erede dei duchi Guevara. Fino al 1983 fu dunque adibita a granaio ed in seguito venne finalmente restaurata nel 2007 per essere destinata ad attività di carattere culturale e sociale.

Come evento collegato alla visita guidata della Taverna del Ponte, in occasione delle Giornate FAI di Primavera 2014, è stata per l’occasione organizzata anche l’apertura straordinaria del vicino e storico mulino ad acqua della famiglia Grasso, collocato sulla riva destra del Cervaro. Al suo interno sono stati illustrati dallo stesso proprietario gli attrezzi in mostra ai visitatori a cui stato spiegato il loro scopo ed il processo produttivo dei derivati del grano. Inoltre è stato messo in moto il mulino a palmenti per ottenere la farina integrale. All’apertura sia del mulino sia della taverna hanno fatto da contorno le degustazioni dei prodotti tipici del territorio in cambio del pagamento di un contributo a sostegno del FAI, a cui i visitatori potevano iscriversi e/o fare donazioni.

Altro importante sito archeologico del territorio di Bovino, straordinariamente aperto per le medesime Giornate FAI di Primavera, è stato quello della villa romana di Casalene, situato a 2 km a sud del borgo rurale di Radogna. Risalente all’epoca dell’imperatore Augusto e funzionante sino all’età tardo antica (VI secolo d.C.), tale villa romana è composta di una pars rustica con pianta a «L» e pavimenti in opus spicatum, che era destinata alla produzione dell’olio e su parte della quale venne eretta diversi secoli dopo una casa colonica ora pericolante, ed anche di un edificio termale a sé stante, dotato di pregevoli pavimenti a mosaico, il quale era invece destinato allo svago dei suoi proprietari.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti dieci immagini che hanno per oggetto:
- la Taverna del Ponte, ubicata sulla riva sinistra del torrente Cervaro, in località Ponte Bovino (foto nn. 1-2-3):
- il ponte romano sul torrente Cervaro (foto n. 5);
- l’esterno e l’interno dello storico Mulino ad acqua Grasso, sito lungo la sponda destra del torrente, nei pressi della taverna e del ponte romano (foto nn. 5-6)
- il funzionamento del mulino a palmenti (foto n. 7);
- la villa romana di Casalene nella sua pars rustica, a destinazione produttiva (foto nn. 8-9);
- le terme della medesima villa (foto n. 10).

 
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