“Lo spreco necessario” è il curioso titolo della mostra archeologica attualmente in corso presso il Polo Museale di Ascoli Satriano che ha per oggetto, come evidenziato nel sottotitolo, il ricco e lussuoso corredo delle tombe degli altolocati delle necropoli situate nei pressi dell’antica città dauna di Ausculum, famosa perchè nelle sue vicinanze i Romani furono sconfitti da Pirro nel 279 a. C.

Inaugurata il 25 giugno 2011, tale esposizione, a cura di Marisa Corrente, avrebbe dovuto concludersi il 16 novembre prossimo, ma è stata ulteriormente prorogata sine die, quindi è attualmente visitabile in tutta la sua magnificenza. Inoltre essa è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, dalla Città di Ascoli Satriano e dalla Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano.

L’allestimento della mostra è al pian terreno del polo museale ascolano che ha sede nell’ex convento tardoquattrocentesco di Santa Maria del Popolo, ed include sia il Museo Civico Archeologico “Pasquale Rosario” sia il Museo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, oltre alla mostra permanente “Policromie del Sublime” (inaugurata il 25 giugno 2010) che riguarda i Marmi policromi del IV sec. a. C., tra cui i famosi grifoni alati che azzannano un cerbiatto, che furono sottratti illegalmente dalle antiche tombe ascolane negli anni settanta del secolo appena trascorso e restituiti all’Italia solo nel 2007, dopo essere stati esposti nel Getty Museum di Malibù in California.

La mostra dal titolo “Lo spreco necessario” consiste nell’esposizione, all’interno di apposite teche, dei preziosi reperti archeologici che sono stati prodotti in un ampio arco di tempo che va dal V sec. a. C. al I sec. d. C. e che sono stati rinvenuti all’interno delle tombe della dauna Ausculum nel corso di circa 50 anni di ricerche e campagne di scavo.

Il materiale archeologico esposto è organizzato per tombe e si compone sia di vasi a motivo geometrico o figurati sia di oggetti preziosi dalle forme più svariate e realizzati con materiali preziosi come l’oro, l’argento il vetro, l’ambra. Il tutto documenta efficacemente l’abitudine dei suoi abitanti più facoltosi e potenti di ostentare ed eternare ai posteri le proprie ricchezze ed il proprio prestigio sociale attraverso il lusso funerario che per tali scopi era da loro avvertito come un’inevitabile necessità. La ricchezza del corredo tombale, preferita da parte degli antichi ascolani a quella architettonica delle tombe stesse, spiega il titolo della mostra (“Lo spreco necessario”).

Dunque l’insieme dei reperti esposti costituisce un tangibile ed esclusivo repertorio di fonti dirette ed indirette sui riti funerari e cultuali, sulla struttura del potere, sulla mentalità e sull’organizzazione sociale di Ausculum caratterizzata dalle notevoli differenze tra i ceti sociali più elevati ed il resto della popolazione ascolana ma anche tra i membri dello stesso rango in base all’età ed al sesso, con la valorizzazione del ruolo femminile nella famiglia di appartenenza e l’esaltazione della sua bellezza.

Procedendo cronologicamente, i corredi tombali più antichi (V-IV sec. a. C.) tra quelli esposti sono quelli della tomba a fossa di Valle Castagna, riservata alla seportura di tre persone, i quali consistono in vasi di importazione e in oggetti ornamentali in oro o argento.

Più ricco è invece il corredo funerario relativo alle tombe del terzo quarto del IV sec. a. C. per l’abbondanza di vasi apuli a figure rosse, ritraenti scene mitologiche e relative ai riti cultali funerari dell’epoca, e soprattutto per i numerosi monili femminili realizzati in argento tra cui il bracciale finemente lavorato e terminato da teste d’ariete, scelto come simbolo di questa mostra.

Va inoltre ricordato che la maggior ricchezza del corredo funerario delle tombe successive è correlato all’aumento dei traffici commerciali e degli scambi culturali tra la dauna Ausculum e gli altri centri italici e del Mediterraneo. Infatti i corredi esposti che sono relativi alle tombe del II sec. a. C. denunciano un adeguamento dell’alta società ascolana alle mode, agli usi ed ai costumi ellenistici.

Infine il più tardo corredo funerario della tomba cineraria del cammeo (prima metà del I sec. d. C.) testimonia nella lavorazione del cammeo, degli spilloni e del contenitore di ambra rossa gli evidenti cambiamenti culturali ed etnici avvenuti tra i potenti ed i nobili di Ausculum per la migrazione di genti centroitaliche.

Per info e contatti: Polo Museale città di Ascoli Satriano
Via Santa Maria del Popolo, 68
71022 Ascoli Satriano (FG)
Tel. e Fax 0885-651756
Orario di apertura del polo museale e della mostra: da martedì a domenica 10.00-12.00 e 16.00-19.00. Chiuso il lunedì. Ingresso gratuito
Per le visite guidate rivolgersi all’Associazione di Promozione Sociale “Nòstoi”
Cell. 338 23 28 894 – 339 81 71 333
E-mail: info@associazionenostoi.it
Sito internet: www.associazionenostoi.it

Il presente fotoreportage, relizzato dall’arch. Michele Nardella di San Giovanni Rotondo (FG), si compone, oltre che della presente descrizione, delle sottostanti otto immagini che ritraggono due pannelli espositivi della mostra (foto 1-2) e l’allestimento della stessa (foto 3-4-5-6-7-8) con l’esposizione, entro le apposite teche, dei corredi funerari descritti e con i rispettivi pannelli illustrativi ed esplicativi appesi alle pareti delle sale.

Si ringrazia l’Associazione di Promozione Sociale “Nòstoi” per le informazioni fornite e per la concessione della possibilità di realizzare le immagini di questo fotoreportage.

 
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Commenti (2)


  1. E’ sempre una piacevole riscoperta constatare che nelle civiltà del passato il ruolo della donna all’interno della famiglia venisse valorizzato rispetto agli altri componenti. A differenza di quanto accade oggi. Contributo interessante, Michele! :-)


  2. Grazie Marcello, con questo fotoreportage ho illustrato anche e soprattutto gli aspetti socio-culturali, i gusti, gli usi ed i costumi dei Dauni, una popolazione italica che popolava l’attuale Provincia di Foggia già prima dei Romani. Saluti

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