Nabucco – Arena di Verona – Parte Quarta

Alla prima rappresentazione del 9 Marzo 1842, il pubblico milanese ne fu stupito e ammaliato. L’entusiasmo degli spettatori cresceva ad ogni replica, tanto che l’opera fu rappresentata ben 75 volte, prima della fine dell’anno. Un successo che per Verdi ne confermò il talento.

Nonostante si creda che fu VA PENSIERO a meritarsi il bis, in realtà fu l’aria IMMENSO JEHOVAH a riscuotere i maggiori applausi.

Con il passare del tempo VA PENSIERO diventa l’aria più famosa del Nabucco. Il popolo ebreo era infatti per l’epoca così simile a quello del LOMBARDO-VENETO, obbligato a sottostare alla dominazione austriaca e il canto di libertà degli schiavi ebrei in Babilonia, diventò il canto di libertà del Lombardo-Veneto, con un punto di riferimento per i patrioti italiani.

La tradizione comunque è, che l’aria del terzo atto cantata dal coro grande dell’Arena con circa 100 figuranti sia richiesta come bis. Anche nella rappresentazione del 9 Luglio 2011, dopo che l’intera platea e gradinate avevano applaudito in piedi per circa 10 minuti il coro ha ripetuto VA PENSIERO.

INTERPRETI 2011
Direttore d’orchestra: JULIAN KOVATCHEV
Regista: GIANFRANCO DE BOSIO
Scene: RINALDO OLIVIERI

Nabucco: Baritono AMBROGIO MAESTRI
Ismaele: Tenore RUBENS PELIZZARI
Zaccaria: Basso RAYMOND ACETO
Abigaille: Soprano DIMITRA THEODOSSIOU
Fenena: Soprano ANDREA ULBRICH
Anna: Soprano MARIA LETIZIA GROSSELLI

FOTO NR 1 -2 Gli ebrei deportati ai lavori forzati, ossia il coro grande dell’Arena cantano VA PENSIERO.

FOTO NR. 3 Il Gran sacerdote Zaccaria incoraggia gli schiavi profetizzando il vicino riscatto.

FOTO NR 4 Nabucco pregando il dio degli ebrei viene liberato da alcuni fedelissimi

FOTO NR 5 Nabucco arriva in tempo per salvare la figlia Fenena

FOTO NR 6 Una forza sopranaturale fa crollare il tempio babilonese distruggendo la statua del dio Belo

FOTO NR. 7 Abigaille si avvelena e prima di morire chede il perdono e invoca il dio degli ebrei.

FOTO NR. 8 Gli interpreti principali per gli applausi finali.

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