Il Forte di Punta Corbin, territorio del Comune di Roana, è uno dei forti italiani della Prima guerra mondiale, che costituivano la linea difensiva degli altipiani. Prende il nome dalla sommità del luogo dove fu costruito: “Punta Corbin”

La costruzione del Forte venne iniziata nel 1906, sul ciglio settentrionale del pianoro di Monte Cengio in posizione dominate a sbarramento della Val d’Astico e della forra dell’Assa, a una quota di 1096 m s.l.m. Venne ultimato nel 1914.

L’imponente fortezza era costituita da una palazzina minore adibita a comando, una grande polveriera sotterranea, un fossato antiuomo protetto da 5 mitragliatrici, un corpo principale e batteria per 6 cannoni da 149Amm (A = ACCIAIO) che erano coperti da 6 cupole corrazzate girevoli spesse 16cm.

I cannoni principali erano affiancati da 4 cannoncini esterni calibro 87B (B = BRONZO). Tutte le parti della fortezza erano collegate da una serie di gallerie e trincee in modo da permettere ai soldati di non uscire mai allo scoperto.

Già nel 1907, il Servizio informazioni e controspionaggio austriaco aveva purtroppo in mano il progetto della poderosa e temuta costruzione. A dimostrazione di quanto il Forte fosse temuto va detto che nell’offensiva del 1916, l’artiglieria austriaca batté a lungo il Corbin, scaricando anche una cinquantina di granate da 380mm e nella notte tra il 29 e 30 Maggio 1916, il Forte venne occupato dal 9° Btg del 47° Rgt di Fanteria stiriano (Feldjaeger).

Prima di abbandonare il Forte i soldati italiani lo danneggiarono intenzionalmente con lo scopo di rendere più disagiata possibile la permanenza del nemico (inquinarono la cisterna d’acqua e fecero saltare alcune scalinate).

Il Forte Corbin tornò ben presto in mano italiana (fine giugno 1916), quando gli austriaci esaurito lo sforzo dell’offensiva decisero di ritirarsi su posizioni più arretrate ma fortemente difese. A loro volta gli austriaci ritirandosi danneggiarono il Forte facendo saltare le trincea coperta.

Con lo spostamento del fronte, il Forte aveva ormai definitivamente perduto le caratteristiche per cui era stato costruito, inoffensivo e minacciato dai nemici che si erano ritirati ad ovest del Monte Cimone , il suo ruolo nel conflitto non fu più decisivo e venne usato come deposito munizioni, ricovero di soldati ma soprattutto per la sua straordinaria posizione fu usato come osservatorio delle linee nemiche.

Nel 1918 al Forte era presente il fondatore del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti, il quale (sull’intera fronte italiana) scrisse un libro-romanzo pubblicato nel 1921: “L’ Alcova di Acciaio”….”uscimmo sulla terrazza del forte che sbarra a picco la valle profonda di oltre 1000 metri. Poi su per una scala di ferro fra i calcinacci e i rottami delle cupole d’acciaio già disalveolate, perché il forte era in parte smantellato….

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale fino al 1929-1930, il Forte Corbin fu usato come alloggio di reparti militari in addestramento. In seguito venne sottoposto a vigilanza della Forestale e con autorizzazioni vere e fasulle fu spogliato di quanto rimaneva, vennero smantellate le cupole, tutti i serramenti, inferiate e infine entrarono la mazza e l’esplosivo dei “recuperanti” per estrarre il ferro incastrato nel cemento.

Negli anni ’40, il Demanio, anche a causa delle spese in vista della Seconda guerra mondiale, mise in vendita le strutture belliche del Primo conflitto mondiale e nel 1942 Emilio Panozzo, di Treschè Conca (fraz. del Comune di Roana) per Lit. 3.000 comprò il Forte, anche se di proprietà privata il forte per altri 40 anni rimase incustodito e in preda a vandalismi.

Nel 1982 Severino Panozzo figlio di Emilio diede il via ad alcuni scavi per la rimozione delle macerie che portarono alla luce interessanti reperti bellici e aree del forte allora sconosciute. Le condizioni del Forte erano disastrose e scoraggianti ma l’iniziale interessamento della famiglia Panozzo aiutata da alcuni amici si allargò all’intera area del forte e diede il via a un’attività famigliare protratta negli anni che ancora oggi continua.

Nel 2000 arriva al Forte la corrente elettrica grazie a una serie di panelli fotovoltaici e questo permise la visita di zone sotterranee fino allora completamente al buio. Il lavoro di restauro ai giorni nostri ha raggiunto un buon livello e i lavori comunque continuano incessantemente tutt’oggi.

Rimangono ancora vaste aree da ripulire e ristrutturare sarebbe necessario l’intervento di un’impresa edile ma questo comporta un investimento economico troppo impegnativo per la Famiglia Panozzo, in quanto trattandosi di proprietà privata non sono garantiti contributi da parte dello Stato e da altri Enti Pubblici, nonostante il Forte sia stato ufficialmente riconosciuto come Museo Storico >Militare di interesse Nazionale aperto al pubblico, e sia inoltre sottoposto alla tutela dei beni culturali.

Alberto Angela con la Troupe di Super Quark scelse nel 1997 il Forte Corbin per realizzare un documentario sull’archeologia militare e il servizio andò in onda su Rai Uno il 30 Maggio.

Il panorama che si gode dal Corbin è veramente mozzafiato.
Oggi i visitatori vengono accolti dalla competenza, gentilezza e disponibilità di Severino, Costanza e Ilaria Panozzo, sempre presente anche Marco , marito di Ilaria, preparatissimo sulle notizie storiche del Forte.

Si può usufruire di un servizio di ristoro e bar e al primo piano della palazzina comando è stato allestito un interessante museo che raccoglie anche i reperti trovati al Forte e molte foto d’epoca.

Il forte è aperto: Aprile, Maggio, Giugno, Settembre, Ottobre – Novembre = Sabato e Domenica
Luglio – Agosto, tutti i giorni –
Orario dalle 10,00 – alle 18,00

Scolaresche su appuntamento.

Visitando il Forte Corbin con un tuffo nel passato si può comprendere in parte la vita dei nostri soldati in queste fortezze. Ma per quanto possiamo immaginare, 100 anni fa fu senz’altro molto più dura. .

Il Forte Corbin può essere considerato un vero e proprio Monumento che grazie alla Famiglia Panozzo le sue pietre stanno tornando a vivere, senza il loro interesse, amore e dedizione sarebbe stato distrutto dall’incuria del tempo e dai vandalismi e ora ridotto ad un cumulo di macerie maggiori di quelle causate dai nemici di un tempo.

www.fortecorbin.it
email fortecorbin@tiscali.it

Fotoreportage
Foto 1-Una parte del Forte Corbin;
foto 2- immagini storiche del Forte, (per rendersi conto della maestosità del Forte, vedi foto 2);
foto 3 – corpo principale e batteria per 6 cannoni 149mm;
foto 4- un tempo era la Palazzina Comando, oggi piano terra luogo di ristoro, bar, al primo piano l’interessante museo;
foto 5 – la polveriera;
foto 6 – la lunghissima galleria traversale di collegamento, che porta anche al cofano per mitragliatrici;
foto 7 – fossato antiuomo con il cofano di gola dove all’interno erano posizionate 5 mitragliatrici;
foto 8 – una parte del panorama con il Monte Cimone e a strapiombo la Valdastico;
foto 9 – Ilaria e la mamma Costanza mostrano orgogliose l’atto di acquisto del Forte;
foto 10 – Ilaria e il marito Marco

 
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