Martedì grasso, 28 febbraio 2017, si è conclusa a Peschici, rinomata località turistica e balneare del Gargano settentrionale, la nona edizione del “Carnuàl”, avente per slogan: «Tutti i colori dell’allegria!»

Questa e tutte le altre edizioni precedenti della manifestazione carnevalesca, sono state caratterizzate dalla compresenza di tradizione e modernità. Rituali, costumi ed usanze carnevalesche della tradizione peschiciana dei secoli passati (vero e proprio patrimonio antropologico e culturale peculiare di questo centro garganico che veniva e viene tuttora tramandato di generazione in generazione) sono coesistiti allegramente ed armoniosamente con quelli attuali, di temi diversi, nei due cortei mascherati che hanno sfilato per le vie principali sia martedì grasso sia la domenica precedente, 26 febbraio. Entrambi sono partiti, alle ore 15, dal piazzale antistante alla Scuola Media, facente parte dell’Istituto Comprensivo Statale “Giuseppe Libetta”, a sua volta organizzatore della manifestazione, insieme all’Ente Comunale ed alle associazioni culturali del posto.

Il primo evento dell’edizione carnevalesca in esame si è tenuto però giovedì grasso, 23 febbraio, nella Sala Consiliare “Azzarone”, del Municipio, ed è consistito in un convegno di studiosi locali riguardante: il “Carnuàl” (costumi, usi e consuetudini del carnevale storico di Peschici ed anche della conseguente Quaresima), la “Zeza” (spettacolo canoro e di recitazione farsesca del XVIII secolo, di origine napoletana che si fece strada nel centro garganico durante la seconda metà del Novecento) e la “Quarandanna” (pupattola di pezza vestita di nero, vedova di Carnuàl e simbolo stesso della Quaresima, che veniva appesa agli incroci viari del paese alla fine del Carnevale dopo essere stata dotata di una sottostante patata in cui erano conficcate 40 piume da togliere, una al giorno, dal mercoledì delle Ceneri alla domenica di Pasqua).

Ai cortei mascherati, che hanno sfilato nei pomeriggi dei due giorni suddetti, hanno preso parte, infatti, sia il gruppo mascherato tradizionale, organizzato dall’Associazione “Peschici Eventi”, che ha accompagnato il fantoccio di Carnuàl, seduto su un carro trainato da un pony, sia i gruppi in maschera delle altre associazioni culturali e delle scuole del paese garganico, che hanno invece inseguito i rispettivi carri allegorici aventi ognuno per tema “Peschici in fiore”, l’amore e la pace, il Carnevale “Carnevalesco” e “La fuga da Alcatraz”.

Per quanto concerne il carnevale tradizionale è stata degna di nota la sequenza degli eventi dell’ultima sfilata, quella del martedì grasso, quando, lungo il percorso sono state effettuate delle soste nei punti principali del paese per effettuare, tra l’ilarità dei presenti, delle operazioni chirurgiche sul fantoccio di Carnuàl, in realtà pieno di vari cibi ed oggetti ma nell’immaginario ormai agonizzante e prossimo alla morte per indigestione. Nel corteo, il protagonista è stato accompagnato dai propri parenti (tra cui madre, moglie e figli), dal giudice con gli avvocati, dagli agenti delle forze dell’ordine, dal medico e dal suo assistente e dal sacerdote, ed era inoltre preceduto dai suonatori e da un corteo nuziale.

Sul palco allestito presso il Municipio, all’imbrunire, hanno avuto luogo la rappresentazione della “Zeza” (incentrata sull’amore a lieto fine del giovane avvocato Don Nicola con Vincenzella, figlia di Zeza e del Padre i quali, dopo varie vicissitudini, alla fine acconsentono alle nozze) ed un ballo di gruppo tradizionale peschiciano, entrambi frutto di progetti didattici del locale Istituto Comprensivo ed interpretati al meglio dai propri studenti.

Dopodiché sullo stesso palco è andata in scena un’ulteriore operazione chirurgica sul fantoccio di Carnuàl, nell’ambito del processo penale a suo carico, alla cui fine, dal suo corpo sono stati estratti tutti i cibi (come panini e salsicce) e gli oggetti in esso contenuti e per ultimo il “maccherone” gigante, rappresentato da un lungo tubo trasparente di plastica, il quale ha costituito la causa della sua indigestione e la prova della sua colpevolezza. Anticamente, durante tale “operazione”, la gente che l’attorniava cantava lo stornello “‘U pedë ‘u porkë” (traduz.: “Il piede del porco”). Dopo la sentenza di condanna, il fantoccio è stato condotto, attraverso la vie principali del centro storico, alla rupe, presso il Castello, dalla quale è stato gettato verso il basso, sancendo così la fine del Carnevale. Inoltre gli altri fantocci appesi agli incroci viari principali lungo il percorso della sfilata hanno rappresentato i fratelli di Carnuàl ed in passato erano destinati ad esser bruciati, per dar inizio alla Quaresima.

Infine gli altri gruppi mascherati hanno danzato a suon di musica e si sono intrattenuti in Corso Garibaldi, presso la Villa Comunale, per tutta la restante durata della manifestazione.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
il gruppo di maschere del carnevale tradizionale peschiciano con il fantoccio di Carnuàl (foto n. 1);
il fantoccio di Carnuàl seduto sull’apposito carro (foto n. 2);
uno degli altri fantocci appesi agli incroci viari principali del percorso delle sfilate e rappresentanti i fratelli di Carnuàl (foto n. 3);
un momento della Zeza (foto n. 4);
l’estrazione del maccherone dal corpo di Carnuàl, prova della sua indigestione e dunque del reato che ne ha giustificato la condanna (foto n. 5);
il manifesto dell’evento (foto n. 6).

 
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Commenti (2)


  1. Grazie Diana, è stato un bel Carnevale sia tradizionale sia attuale.
    Saluti

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