La De Luca Group Italy S.p.A. in trattativa segreta per vendere l’azienda Ilva Pali Dalmine di via Terragneta. Nuovi imprenditori e nessuna garanzia per i circa trenta lavoratori, attualmente in cassa integrazione definitiva.

Hanno occupato stamane la sede dell’azienda, dopo aver inutilmente chiesto da settimane un colloquio con i proprietari del gruppo De Luca, per fare chiarezza su quelle insistenti voci di corridoio che parlano di una trattativa in corso per la vendita dei suoli.  I lavoratori dell’Ilva Pali Dalmine, in cassa integrazione dall’ottobre del 2010, temono che il peggio purtroppo sia arrivato e che le loro speranze di tornare a lavorare siano sempre più una illusione.

“L’azienda è completamente assente, da giorni stiamo chiedendo un incontro con la Proprietà ma i nostri appelli cadono nel vuoto – spiega una delegazione di operai –. Il prossimo luglio scatterà la mobilità per tutti noi e non c’è nessuna speranza di reimpiego. Ora stanno circolando voci, sempre più insistenti, secondo le quali l’azienda sarebbe in trattativa con privati per la vendita dei suoli, senza nessuna clausola che preveda anche un reintegro degli operai. Se questo dovesse essere vero, noi ci ritroveremmo fuori e altri verrebbero a lavorare nella nostra fabbrica”.

E per smentire tali indiscrezioni che i lavoratori avevano chiesto un incontro chiarificatore, alla cui richiesta però i vertici della De Luca Group Italy S.p.A. neppure hanno risposto, scatenando l’ira degli operai che stamane hanno occupato i capannoni di via Terragneta.

“Anziché venire e chiarire la loro posizione, hanno allertato le forze dell’ordine che, al momento, stanno formalizzando una denuncia per procedere allo sgombero coatto del sito industriale – continuano -. Il sindaco di Torre Annunziata Starita sta seguendo la vicenda e ci ha confermato la volontà da parte dei proprietari di vendere i capannoni senza dipendenti, nonostante la ferma opposizione dell’amministrazione. Eppure –  aggiungono i lavoratori – l’azienda, prima di ottenere la cassa integrazione in deroga, sottoscrisse un accordo col quale si  impegnava a vendere l’azienda salvaguardando i posti di lavoro. Al tavolo parteciparono Comune, Regione e sindacati: ora dove sono?”

 
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