Lo Stadio Giraud di Torre Annunziata è l’esempio di quanto, a volte, sia facile ricostruire un emblema cittadino e riportarlo alla gloria: erbetta sintetica di nuova generazione, location per eventi sportivi di ogni genere, linea wireless gratuita, sito web dedicato.

La favola si sgretola però dinanzi al malcostume, le cattive abitudini, la mancanza del culto della res publica.

E’ impossibile pensare che una struttura da gioco possa risolvere tutti i problemi di una città, sarebbe da folli anche soltanto ipotizzarlo.

E’, però, allo stesso tempo fuori discussione che intorno ad esso si possa creare un circuito economico, una rete di contatti, una incentivazione delle strutture ricettive ancora inesistenti a Torre Annunziata, un polo della sportività che si traduca in stile di vita.

Uno stadio non può avere “anima”, quella spetta ai cittadini e allora…

Allora ecco lo spettacolo offerto da chi frequenta quotidianamente il piazzale antistante: mercanti ambulanti e popolo si “incontrano” dando vita a una triste scenografia della nostra città.

Un messaggio chiaro per chi arriva in città, visto che lo stadio si trova proprio all’uscita autostradale di Torre Nord: qui regna l’anarchia.

Se il malcapitato visitatore dovesse continuare imperterrito la sua opera di avvicinamento al Giraud troverebbe anche decine di parcheggiatori abusivi a rincorrerlo, invisibili per le forze dell’ordine ma di sostanza per le sue tasche.

Sconosciuti i responsabili di tale accoglienza, certo un monito: un biglietto da visita da rifare.

Assolutamente deluso anche il consigliere con delega allo sport, Domenico De Vito: “Ogni giorno si ripete la stessa cosa. Abbiamo fatto il possibile per migliorare la struttura all’interno ma forse dovevamo cominciare dall’esterno e insegnare alla cittadinanza le regole del buon vivere. Come si può pretendere di crescere come città se offriamo questo ai nostri ospiti? Il problema rifiuti non è solo locale, è vero, ma qui regna l’anarchia più totale e si deve pensare a qualche soluzione. Da parte mia posso proporre di tramutare quello spazio antistante in un’isola sportiva pomeridiana, almeno in occasione degli eventi più importanti. Ma una mano va data nella quotidianità “.

Sulla stessa riga anche il presidente del Savoia, Raffaele Verdezza, costretto ad accogliere le squadre e i tifosi ospiti in una location dalle due facce: ”Il problema è annoso e dannoso un po’ per tutti. L’immagine di questa città viene infangata e con essa anche gli sforzi che la nostra società profonde sul territorio. Non voglio entrare nel dettaglio di chi sia la responsabilità ma resta qualcosa di indecoroso. Ieri il pubblico accorso ad assistere la gara tra Savoia e Atletico Bosco ha dovuto praticare lo slalom tra i rifiuti, una scena da terzo mondo”.

 
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