Crollo del muro - Casa del Moralista

I due nuovi crolli verificatisi questa notte confermano lo stato di piena emergenza che attanaglia l’area archeologica di Pompei. Caduti in pezzi un muro lungo via Stabiana e una parete d’accesso di un piccolo ambiente laterale di servizio della “domus del lupanare”.

Due episodi su cui la Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei invita a non fare allarmismi, imputando l’accaduto alle intense piogge di questi giorni. Una spiegazione che non placa le polemiche di chi punta il dito sul fatto che i due elementi collassati erano stati oggetto di interventi di restauro tra l’estate 2009 e la primavera 2010. Ieri a crollare al suolo era stato il muro perimetrale nord del giardino della casa del Moralista.

Uno stato di cose che da tempo ha messo in allarme i vertici dell’Unesco (sotto la cui egida sono posti gli scavi) che in tutta questa faccenda, in cui si alternano previsioni catastrofiche a tentativi di minimizzare, vogliono vederci chiaro.

ICCROM – acronimo di International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property – è un’organizzazione intergovernativa dedicata alla conservazione del patrimonio culturale, i cui membri sono i singoli stati che hanno dichiarato la loro adesione ad esso. La fondazione del Centro Internazionale per lo Studio della Conservazione e Restauro dei Beni Culturali ha avuto luogo in occasione della 9° Conferenza Generale dell’UNESCO a Nuova Delhi nel 1956 Successivamente è stato istituito a Roma nel 1959, su invito del Governo italiano.

Di qui la decisione, annunciata all’indomani del crollo della schola armaturarum, di inviare una task di esperti dell’ICCROM – ramo specifico dell’unesco che si occupa della conservazione dei luoghi patrimonio dell’umanità – per monitorare lo stato di conservazione del sito archelogico più visitato d’Europa. La missione non si prefigura come un’ispezione vera e propria, bensì come un aggiornamento sulla condizione attuale degli scavi, da mettere a confronto con quella del 1997, anno del suo inserimento nel patrimonio mondiale dell’umanità.

In base all’esito della missione ci potrebbero essere dei provvedimenti dell’Unesco volti a sollecitare un rapido ed efficace intervento di restauro da parte del Governo italiano. Il rischio che Pompei venga cancellata dalla lista non esiste, ma è altrettanto certo che possa essere inserita nella lista nera dei siti in pericolo. La volontà comune è di non assistere passivamente al declino di un bene culturale così importante, unico al mondo nel suo genere.

Un bene che tra l’altro ha portato nelle casse dello stato, nel corso del 2009, un fatturato 16milioni e 370mila euro, prodotto dei 2,2 milioni di visitatori registrati. Numeri inclusi nel dossier “Beni Culturali in numeri” diffuso ieri nel corso della presentazione della campagna “Abbracciamo la Cultura”, promossa dalla Cgil, insieme a un nutrito gruppo di associazioni, con l’obiettivo di sostenere il patrimonio artistico e culturale del paese e delle professionalità ad esso dedicate.

Sulla questione è intervenuto in queste ore Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi e sovrintendente del polo museale di Venezia.
“Mi pare abbastanza naturale – commenta Vittorio Sgarbiche le rovine vadano in rovina ma non è colpa di Bondi. Il ministro deve dare le risorse. La Soprintendenza deve spenderli. Il ministro i soldi li aveva dati. C’è distrazione nella manutenzione ordinaria del patrimonio italiano”.

Nel contempo sta sollevando un vespaio di polemiche la notizia che sarà girato un film su Pompei nel’ambito dell’accordo siglato tra i ministri della cultura di Italia e Bulgaria. Una pellicola dal titolo “I tesori di Pompei” che, stando a quanto riporta il quotidiano Repubblica, sarebbe stata favorita dall’amicizia tra il premier Berlusconi e l’attrice bulgara Michelle Bonev, quest’ultima insignita di un riconoscimento al festival di Venezia istituito per l’occasione su proposta del Ministro Bondi.

 
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Commenti (1)


  1. Aggiornamento al 2 dicembre 2010
    Gli ispettori dell’Unesco sono al lavoro in queste ore al sito archeologico. La loro missione che durerà fino a sabato, prevede sopralluoghi tecnici nei luoghi dei crolli e anche agli scavi di Ercolano e Oplonti. Gli stessi faranno il punto della situazioni nel corso di tavoli tecnici con il direttore degli Scavi Antonio Varone e la Soprintendente Jeannette Papadopoulos

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