Commenti


  1. Sintetico fotoreportage, con belle e studiate illustrazioni, che tratta di un evento più unico che raro che vede insieme nel Battistero di San Giovanni i tre più famosi crocifissi del Rinascimento fiorentino.
    Purtroppo tale iniziativa d’arte è stata di breve durata.
    Saluti


  2. Grazie millissimo, Cristina!!!!
    Ma… sei venuta a Firenze e non me lo hai detto? Avremmo potuto prendere un caffè insieme!!!
    A presto!!!

    Ale


  3. Bellissime immagini, Alex, congratulazioni! E dire che il 22 agosto io ero ai piedi della stessa Santa Maria del Fiore!


  4. Sempre belle le tradizionali feste paesane! Ritorno col pensiero alla mia fanciullezza!


  5. Alex, sai che mi sono cimentata anch’io in questo sport? Eravamo al “Roller Club”, un campeggio-villaggio sul mare di Tropea (stupendo campeggio dei Toniolo di Firenze, proprietari della Roller Caravan)
    Anni belli in cui mi univo ai miei figliuoli in ogni attività ricreativa!
    Bello il tuo reportage, brava!


  6. Grazie Ale…dopo le tue splendide e dettagliate spiegazioni storico-tecniche la voglia e’ aumentata…approfondiro’ e farotti sapere… :-D
    Ugo d.C. :-D


  7. E… Rob di Riparolo :-) è vero!!! Con un “Rob” ne ho presi due!!!!
    Ma un grazie personale a te, per il bella e per tutto e un grazie al Rob di Lof per il brava e per il resto!!!
    Un abbraccio e… ci vediamo presto!!! ;-)

    Ale


  8. E… Ugo di Campania :-) cosa si prova un istante prima di scoccare?
    E’ una tal sottile sensazione che è difficile da spiegare… il tiro con l’arco è soprattutto un atteggiamento mentale, più che uno sport fisico.
    Mentre si porta la corda con la freccia incoccata al viso, si cerca di tenere il punto di mira sul giallo, cercando di tenere il corpo rilassato e la mente serena… poi le dita si aprono (ahahah!!! Franci!!! ieri tu come molti che si approcciano al tiro per la prima volta, non sapevi come fare a “lasciare andare la corda”!!!), la corda imprime tutta la sua energia alla freccia che incredibilmente, lo si può vedere al rallentatore nei filmati, comicia a incurvarsi da una parte all’altra mentre procede nella sua parabola verso il bersaglio, e la mano che ha lasciato andare la corda si porta per reazione dietro l’orecchio…
    Lo sguardo segue tutto il volo della freccia fino a che non si pianta nel bersaglio e a quel punto si torna alla realtà, e si fanno le valutazioni del tiro, e a seconda del risultato, si ripercorrono i movimenti per capire cosa si è sbagliato o per imprimersi le sensazioni se il colpo è andato bene… Tutto questo in pochi secondi…
    E poi di nuovo e ancora e ancora fino a scoccare le 144 frecce delle gare all’aperto o le 60 delle gare al chiuso…


  9. Ahahah!!! Concordo con Francesca: Ugo di Campania è bellissimo!!!!

    Invece Ugo, marchese di Toscana, fu uno dei regnanti di Toscana poco prima dell’anno 1000. Nel 961 successe al padre ma invece di continuare la sua politica tentennante, si appoggiò agli Ottoni per rinsaldare localmente il suo potere. Nella Badia di Firenze, dove il “Gran Barone” (come lo chiama Dante, Par. XVI, 127-30) è sepolto nel bel monumento di Mino da Fiesole, la consuetudine della commemorazione annuale della sua morte, ogni 21 dicembre, continua ancora ai nostri giorni.

    Quando la nostra Compagnia di Arcieri è stata fondata, il nome Ugo di Toscana è stato scelto in quanto è stato il primo che portò l’attenzione e il potere alla città di Firenze, gran diplomatico e benefattore, tanto che appunto è tuttora ricordato ogni anno nella Badia Fiorentina fin dal 21 dicembre 1001.


  10. ah ah Ugo di Campania è bellissimo!!!!
    che si prova dovresti chiederlo ad Alex :-)
    per me, colpire il bersaglione, e non il bersaglio di quello che tirava accanto a me, è stato un gran successo!!!