A Monte Sant’Angelo, sul Gargano, la sera del 18 marzo 2015, alla vigilia della solennità di San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria, si sono accese le tradizionali “Fanoje” in onore del santo, enormi cataste di legna che hanno illuminato e riscaldato tre punti importanti del caratteristico centro storico: Largo Tomba di Rotari, Largo Dauno e la piazza antistante alla Chiesa di Santa Maria del Carmine.

Tale evento è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura e al turismo della cittadina garganica in collaborazione con le associazioni Agesci, La Scossa e Museca, Luna Rossa Event, Studio1 e con la parrocchia di Santa Maria del Carmine.

Ognuno dei tre falò è stato sormontato da una croce e, durante la sua accensione, è stato circondato da una moltitudine di persone che, oltre ad ammirarlo, hanno anche degustato le specialità gastronomiche ed enologiche locali. Inoltre in Largo Tomba di Rotari mentre i membri della sezione locale dell’Agesci si sono impegnati sul fronte organizzativo ed enogastronomico, la serata di festa intorno alla fanoja è stata animata dal concerto del gruppo folk locale “Razza garganica”. Sul palco appositamente allestito in Largo Dauno, nel cuore dello storico rione Junno e presso un’altra fanoja, si sono tenuti i concerti di musiche e canti popolari della tradizione garganica, durante i quali si sono esibiti i gruppi folk “I Cantori di San Giovanni Rotondo”, “Himarmene” di Lesina, “Le Indie di quaggiù”. A costoro ha fatto seguito, intorno alle ore 22, l’esibizione canora di Eugenio Bennato, noto cantautore napoletano, che ha concluso la serata di festa.

L’usanza accendere le fanoje in questo periodo dell’anno, che segna il passaggio dall’inverno alla primavera, è di origine precristiana e rappresenta un vero e proprio rito collettivo di carattere propiziatorio e purificatore oltre che occasione di festosa aggregazione sociale. Con l’avvento del Cristianesimo tali falò sono stati consacrati a San Giuseppe, la cui ricorrenza cade due giorni prima del suddetto cambio di stagione. Come da consolidata tradizione, a Monte Sant’Angelo come in molti altri centri dell’Italia meridionale, gli abitanti di ogni rione, per la costruzione e la conseguente accensione di ogni falò, preparano nei giorni precedenti la legna necessaria utilizzando ed ammassando rami secchi e tronchi d’albero mescolati ad oggetti vari, ormai vecchi e logorati.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
l’accensione della fanoja situata in Largo Tomba di Rotari (foto n. 1);
la stessa fanoia con, sullo sfondo, il tardoduecentesco campanile a pianta ottagonale del Santuario di San Michele Arcangelo (foto n. 2);
il Largo Dauno, nel cuore dello storico rione Junno, illuminato da una fanoja e gremito di gente che ha preso parte ai concerti di musiche e canti popolari, eseguiti da gruppi folk garganici, e a quello di Eugenio Bennato, tenutisi sull’apposito palco (foto n. 3);
la fanoja di Largo Dauno (foto n. 4);
la fanoja accesa dinanzi alla Chiesa di Santa Maria del Carmine (foto nn. 5-6).

 
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