Con oltre 20 mila presenze provenienti da tutto il mondo, il Castello Angioino di Gallipoli ha festeggiato sabato 13 settembre la recente riapertura, avvenuta il 4 luglio dopo anni di chiusura e abbandono, fatta eccezione per una breve apertura parziale avvenuta nel lontano 1977 su iniziativa dell’associazione culturale “Gallipoli Nostra”.

L’evento, organizzato dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie, la Cooperativa Sistema Museo di Perugia e la Cooperativa di servizi turistici Kalecò di Gallipoli con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari, in collaborazione con il Comune di Gallipoli, ha offerto l’occasione di ammirare da vicino i corridoi, le sale, le gallerie e le panoramiche terrazze affacciate sulle cristalline acque del mar Ionio, oltre alla mostra fotografica “Scatti di cinema, la Puglia al cinema” realizzata da Apulia Film Commission e curata da Daniele Travisi. Dopo la visita guidata, nella sala ennagonale del Castello si è tenuto il concerto del duo pianistico composto da Gabriella Stea e Stefano Schifosi. Festeggiamenti che sono poi proseguiti nel cortile con un concerto di musica italiana tenuto dai maestri Marco Rizzello, Gabriella Stea e Gianluigi Giungato.

Il Castello, posto a guardia della città e del porto e circondato quasi completamente dal mare, si erge all’ingresso del borgo antico di Gallipoli, presenta una pianta quadrangolare munita di tre torrioni circolari e di una torre poligonale.
Sotto il dominio degli Angioini e degli Aragonesi, per rendere efficiente il sistema di difesa, furono realizzati un fossato su tutti i lati ed una nuova costruzione: il “Rivellino”, progettato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, completamente staccato dal perimetro della fortezza ed isolata nelle acque, con accesso mediante un ponte levatoio in legno ancora esistente. Inoltre, nel Seicento, il ponte levatoio che collegava il castello alla terraferma fu sostituito da uno in muratura. La forma della fortezza, fra il 1870 e il 1879 subì un’ulteriore trasformazione, venne infatti riempito il fossato e la facciata fu coperta con la costruzione del mercato ittico.
Nel 1857 il castello perse la sua funzione difensiva, ma mantenne la sua funzione civile e commerciale. Successivamente divenne deposito di sali e tabacchi, sede della Dogana e della 17^ Legione della Guardia di Finanza.

Finalmente, nel 2014, in pochi mesi di lavoro, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori, è stato reso fruibile un percorso di visita che mira a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero. Si chiude un’era, apre il Castello di Gallipoli.

 
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Commenti (2)


  1. prossimamente andrò a farli visita, bel reportage. :-)


  2. Grazie. Resta ancora tanto da restaurare, ma è senza dubbio da visitare.

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