A San Marco la Catola, piccolo comune dei Monti Dauni settentrionali situato a breve distanza dai confini della Capitanata col Molise e la Campania, lo scorso sabato 9 marzo 2013 ha avuto luogo la festa de “A Vecchij” (trad. La Vecchia). Si tratta di un’antica e consolidata tradizione popolare e contadina, che si ripete annualmente, di sabato, a metà Quaresima, e che è volta a celebrare il passaggio dall’inverno alla primavera, il ciclo di morte e rinascita della natura, nonché ad augurare raccolti più abbondanti ed un futuro migliore alla popolazione locale.

Il protagonista di questa festa è un fantoccio, a grandezza naturale, dalle fattezze di un anziana e malandata signora (A Vecchij, appunto) vestita di nero, a lutto. Nel tardo pomeriggio, a partire dal Monumento ai Caduti (in Corso Vittorio Emanuele), essa viene portata in processione su una carriola per le vie principali del paese, in un clima coinvolgente di festa e di allegria, tra musiche e canti popolari, baccano, balli tradizionali e degustazioni di prodotti tipici della tradizione gastronomica locale, preparati dagli abitanti delle vie attraversate dal corteo e serviti ai partecipanti nei relativi punti di sosta. A tarda sera il corteo processionale si conclude nel suo punto di partenza, dinanzi al Monumento ai Caduti, dove su un apposito patibolo il fantoccio raffigurante “A Vecchij” viene segato e smembrato da alcuni organizzatori dell’evento, travestiti da medici, e dal suo corpo vengono estratti dei doni.

Il merito di aver organizzato anche quest’anno questa singolare, allegra e coinvolgente manifestazione è dell’associazione culturale sammarchese “A crap z’è sciot” (La capra si è sciolta). Con essa hanno collaborato “i Maitunat” di Gambatesa, “i Maitunat” di Pietracatella, le associazioni “Agorart” di Biccari, “Ethnos” e “Folkanima” di Lucera, il gruppo “A paranza r’o Lione”, nonché gli enti e le associazioni facenti parte del progetto “Insieme si può”.

Nel corso di tutta la processione ed in particolar modo durante le sue soste, durate ognuna circa mezz’ora, il pubblico presente, oltre ad aver degustato le specialità enogastronomiche locali, è stato allietato e coinvolto dalle tammuriate de “A paranza r’o Lione”, dai balli tradizionali delle associazioni “Ethnos” e “Folkanima”, e dai “Maitunat” di Gambatesa che, a turno ed in accordo con i propri motivi musicali, hanno cantato improvvisati versi dialettali in rima sui personaggi e sugli episodi più significativi del momento, suscitando risate e commenti positivi. Dopodiché, a processione conclusa, come sopra descritto, “A Vecchij” è stata segata e smembrata con la successiva estrazione dei doni contenuti al suo interno.

Il presente fotoreportage è integrato dalle sottostanti dieci immagini che raffigurano:
“A Vecchij” sulla carriola, in sosta dinanzi al Monumento ai Caduti e subito prima della partenza della sua processione (foto n. 1);
una capra con un capretto che danno inizio al corteo processionale (foto n. 2);
“A Vecchij” mentre viene condotta in processione (foto n. 3);
suonatori e danzatori al seguito de “A Vecchij” in processione (foto n. 4);
la distribuzione e la degustazione di prodotti enogastronomici sammarchesi del periodo carnevalesco e quaresimale, durante la sosta della processione nel quartiere di “Sant Laurenz” (foto n. 5);
Maintonate, musica popolare e balli tradizionali locali durante la sosta de “a Vecchij” nel medesimo quartiere (foto nn. 6-7-8-9);
il manifesto della festa, contenente in basso cinque immagini del fotografo Giambattista Reale che ritraggono “A Vecchij” mentre viene segata e smembrata per estrarre i doni contenuti al suo interno (foto n. 10).

 
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Commenti (3)


  1. bravo Michele – non conoscevo questa tradizione – la prossima volta avvisami così sarò anch’io presente – bel reportage – complimenti


  2. Grazie Diana, è stata una manifestazione popolare piena di allegria nel mezzo del triste periodo di Quaresima, ed io non potevo fare a meno di descriverla e fotografarla. Ti informerò della sua edizione dell’anno prossimo.
    Saluti

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