A Bacoli, presso il Giardino dell’Orco di Ernesto Colutta, sulle sponde del Lago d’Averno, è in esposizione permanente la recente installazione Frankenfish.

L’installazione, opera dell’artista Vincenzo Maione, realizzata con l’assistenza tecnica e la collaborazione di Ernesto Colutta e Dario Scotto di Luzio, è una scultura realizzata in legno e materiali di riciclo.
Fonte ispiratrice dell’opera è il romanzo L’ultimo uomo di Mary Shelley che, sulla scia del Grand Tour, aveva visitato, nel 1818, i Campi Flegrei. Il libro racconta di una profezia che il protagonista ritrova riportandola da foglie scritte dalla Sibilla cumana.

Vero e proprio omaggio alla scrittrice, nota maggiormente come l’autrice di Frankenstein, o il moderno Prometeo, Frankenfish è un’opera Land Art, corrente dell’arte contemporanea sviluppatesi sul finire degli anni Sessanta del Novecento e che nasce da tutto quanto la natura metta a disposizione: un’arte che mira a celebrare la natura fondendosi in essa e la cui caratteristica è proprio la deperibilità delle opere in natura. Un modo ecosostenibile di fare arte.

Una nota particolare sulla genesi e creazione dell’opera è riscontrabile negli appunti che Maione ha scritto parallelamente alla fase in esecuzione dell’opera e che, come in una sorta di diario, l’autore racconta modalità di lavoro ed emozioni che hanno contribuito alla realizzazione dell’installazione: un vero e proprio documento.
Molto interessante e coinvolgente è percepire come tra l’artista e i suoi collaboratori sia stato comune, in primis, l’entusiasmo, ma soprattutto l’interesse a voler realizzare un’opera che potesse anche galleggiare.

Scorrendo le pagine di “lavoro”, si avverte come in Maione sia stato forte, fin dal primo momento, il desiderio di creare un manufatto artistico che si integrasse perfettamente con il luogo sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista ambientale. In tal modo, Frankenfish si rivela snodo centrale di un racconto storico-letterario e di un discorso ecosostenibile.

L’opera si pone, infatti, in relazione con l’ambiente circostante, non solo per l’uso degli stessi materiali con cui è realizzata: legno e materiali riciclati, ma anche per il forte spirito ambientale e, la sua stessa ubicazione nel Giardino dell’Orco, la cui peculiarità è la coltura di prodotti ortofrutticoli secondo il “naturale calendario della natura”, rafforza la sua finalità artistica: quella di creare un’arte da porre in relazione ad uno spazio libero da qualsiasi condizionamento fino ad esserne parte integrante.

Pur nella sua poliedricità e nella sua innovazione artistica, si avverte sempre in Maione la sua matrice classica.
Ceramista, scultore, pittore e autore di testi, la sua produzione si distingue per essere la summa di varie manifestazioni artistiche che si fondono, di volta in volta, in una sola con la finalità di creare emozioni, perpetuare la memoria storica, vivere un senso di appartenza per la propria storia e per tutto quanto ancora c’è da creare: in lui è viva la necessità di far sì che le sue produzioni artistiche appartengano alla moltitudine.

Maione, dal 1991, oltre ad esporre in varie gallerie, partecipa a collettive e personali; la sua ultima esposizione è stata in occasione della seconda edizione del “Maggio dei Monumenti. Città di Bacoli”, svoltasi presso il Complesso del Fusaro, il 26-27 maggio 2012, nell’ambito dell’iniziativa proposta dall’Associazione delle Arti e dei Mestieri.

Le seguenti foto riproducono:
1-6: Frankenfish, vedute laterali e particolari;
7: Giardino dell’Orco: particolare
8: Lago d’Averno, veduta da Monte Nuovo

 
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Commenti (9)


  1. un manufatto artistico che si integra con il luogo – vero


  2. Grazie Diana,

    per il tuo commento, mi fa piacere aver trasmesso l’importanza della scultura.


  3. Molto interessante… non sapevo di quest’installazione. Grazie. Domenica la scoprirò dal vivo!


  4. Mi fa piacere Rosy che avrai modo di vedere quest’installazione apprezzandone sicuramente la perfetta interazione con il paesaggio.


  5. Interessante fotoreportage…complimenti Maria.
    Dopo quello sulla casina di Bacoli un’altra perla nella tua collana !
    Bravissima.
    A presto.
    Ugo


  6. Grazie mille, Ugo, sono molto lusingata dalle tue parole.

    A presto
    Maria


  7. Ecco, questo lo trovo davvero unico; non ne conoscevo l’esistenza, anche se mi sono recata spesso al Fusaro; tempo fa vi risiedeva mio figlio, proprio di fronte alla Casina
    Bravissima!


  8. Grazie Kris per l’apprezzamento.

    Frankenfish è un’opera veramente molto interessante.

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