Tra le varie tradizione popolari di Galatina vi è una che riguarda la domenica delle palme: il panarino.

Si tratta di un manufatto realizzato intrecciando foglie di palma attorno a dei cioccolatini; solitamente sono i genitori o i nonni che lo realizzano per regalarlo ai propri bambini il giorno delle palme. Esso va appeso in cameretta fino al giorno di pasquetta, quando potrà essere consumato (per chi è così forte da resistere alla tentazione).

Ecco come si realizza:
● Foto 2: Occorrono 2 foglie di palma lunghe almeno 90 cm e 7 cioccolatini.
● Foto 3: Ogni foglia si divide in 2 parti.
● Foto 4: Tenendo nella mano sinistra l’estremità da cui sono unite le 4 foglie, con la destra si direzionano le 4 foglie come indicato nella foto.
● Foto 5: Prendendo a piacere una prima foglia, la si manda sulla seconda (seguendo l’ordine orario o antiorario); prendendo la seconda la si manda sulla terza foglia; prendendo la terza la si manda sulla quarta.
● Foto 6: Quando prenderete in mano la quarta foglia, anziché poggiarla sulla successiva (cioè sulla prima foglia) dovete passarla sotto alla prima foglia. Così facendo si blocca la lavorazione.
● Foto 7: Prima di iniziare a mettere i cioccolatini fate prima 2 giri di lavorazione e dopo iniziate a mettere il primo cioccolatino (partendo dal più grande).
● Foto 8: Dopo ogni cioccolatino ricordatevi di fare 2 giri di lavorazione. Continuate alternando 2 giri di lavorazione ad 1 cioccolatino fino a quando la lunghezza delle foglie vi consentirà di proseguire. Alla fine potete fare qualche giro di lavorazione senza mettere niente ottenendo una sorta di piramide decorativa.

E’ più semplice a farlo che a descriverlo. Vi assicuro che la soddisfazione finale è grande (Foto 1)

 
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Commenti (2)


  1. ma è come fare lo scoobydooo…. simpatica e golosa tradizione. :-)


  2. Scusa il ritardo con cui ti rispondo. Hai ragione. E’ la stessa cosa ma come puoi immaginare, ai bambini, piace molto di più il PANARINO. Peccato per chi non riesce a trovare le foglie di palme. E per colpa del “punteruolo rosso” rischiamo di non averle più neanche noi.

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