Ad Accadia, piccolo comune dei Monti Dauni meridionali, in provincia di Foggia, il 20 gennaio 2012 si sono svolti i festeggiamenti in onore del patrono San Sebastiano martire che sono culminati in serata con l’accensione dei tradizionali falò.

Già nel tardo pomeriggio, intorno alle ore 17, è partita dalla Chiesa Madre dei SS. Pietro e Paolo la processione delle statue di Sant’Agnese vergine e martire e di San Sebastiano martire, accompagnate con grande devozione e compostezza dai fedeli in preghiera. Il percorso processionale ha dunque interessato le centrali Via Giuseppe Mirabella e Via Borgo fino a raggiungere, dopo circa un’ora, la Chiesa dei SS. Vito e Antonio, dove è stata celebrata la Santa Messa.

Nella sala del Consiglio Comunale del Municipio, si è tenuto a partire alle ore 18:30 un interessante convegno sul fuoco a cui ha partecipato una delegazione di cittadini di San Marco in Lamis, dal momento che i falò accadiesi di San Sebastiano sono gemellati dal 2008 con le fracchie sammarchesi, enormi torce portate in processione mentre ardono su carretti metallici la sera del venerdì santo, illuminando la strada alla processione dell’Addolorata.

Dopo i saluti del sindaco di Accadia, Pasquale Murgante, ci sono stati gli interventi dell’assessore alla cultura di San Marco in Lamis, Antonio Tosco, dello studioso sammarchese dei fuochi, Gabriele Tardio, e del presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Onofrio Introna.

Gli interventi hanno avuto come oggetto la tradizione dei falò invernali in genere e di quelli di San Sebastiano in particolare. Tutti questi hanno origini contadine e sono legati alla fine dell’inverno, al ritorno della luce, all’auspicio di una primavera migliore per i raccolti, oltre che alla venerazione per il proprio santo patrono. La loro valenza è inoltre prettamente pratica, in quanto utili per riscaldarsi e socializzare collettivamente. Inoltre va precisato che i fuochi di San Sebastiano venivano accesi proprio nei “giorni della Merla” (fine gennaio), prima della riforma del calendario operata da Papa Gregorio XIII nel 1582.

A seguire nella medesima sala municipale c’è stato un buffet con dolci tipici, pizzette e spumante, generosamente offerto dai sammarchesi alla comunità di Accadia. Subito dopo l’esecuzione di canti e danze popolari al pianterreno del Municipio, hanno avuto luogo l’accensione di una fracchia, donata dalla delegazione sammarchese, e la sua sfilata, tra musiche e canti popolari, dal Municipio a Piazza Errico Ferro. Qui la fracchia è stata fatta urtare più volte e in più punti contro il gigantesco falò, sistemato dinanzi alla Torre dell’Orologio ed alla Fontana pubblica, al fine di accenderlo. Dal lato della piazza che dà accesso all’antico e terremotato Rione Fossi sono stati serviti ai presenti i gustosi piatti della cucina di Accadia tra cui le laghn’ e fasul’ (tagliolini con i fagioli) e le patat’ a’ la munacennia (patate lesse con olio, aglio e peperoncino). Non sono mancati i canti e le danze paesane ad allietare i presenti.

In seguito all’accensione di questo enorme falò si sono accesi gli altri che si contendevano il Palio di San Sebastiano, giunto alla sua 29^ edizione. Un altro enorme falò è stato spettacolarmente acceso in Viale Roma, non lontano dal Municipio, suscitando lo stupore della folla festante tra musica, canti e balli.

Il presente fotoreportage è stato realizzato dall’arch. Michele Nardella di San Giovanni Rotondo e si compone anche delle sottostanti dieci immagini che hanno ciascuna per oggetto:
la processione di Sant’Agnese e di San Sebastiano mentre lascia la Chiesa Madre dei SS. Pietro e Paolo (foto n. 1);
la Processione in Via Borgo (foto n. 2);
l’arrivo delle due statue in processione dinanzi alla chiesa dei SS. Vito ed Antonio (foto n. 3);
la sistemazione delle medesime statue all’interno della chiesa (foto n. 4);
il convegno sul fuoco, tenutosi in Municipio, nel momento dell’intervento dello studioso sammarchese Gabriele Tardio (foto n. 5);
la sfilata della fracchia donata ad Accadia da San Marco in Lamis (foto n. 6);
un contatto tra la fracchia ed il gigantesco falò sistemato in Piazza Errico Ferro (foto n. 7);
lo stesso falò mentre arde con la Torre dell’Orologio alle spalle (foto n.8);
la spettacolare accensione del gigantesco falò di Viale Roma (foto n. 9);
il medesimo falò interamente ardente (foto n. 10).

 
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Commenti (5)


  1. E’ da tempo che non vedo un falò dal vivo. Grazie per avermi fatto conoscere questa festa pugliese.


  2. Per fortuna qui e in diversi altri paesi dell’Italia meridionale alcune tradizioni dei falò sopravvivono ancora, soprattutto in inverno ovviamente. Meno male che sia ad Accadia sia a San Marco in Lamis si danno da fare concretamente per valorizzarle. Saluti


  3. bel reportage Michele
    è stata una bellissima serata – (la tradizione dei falò affascina sempre) – il Sindaco in persona ci ha fatto visitare l’antico quartiere e tutta al popolazione è stata altrettanto cordiale. ;)


  4. Grazie Diana,
    Saluti


  5. ciao a presto Michele

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