Il complesso religioso del Santuario di San Michele arcangelo di Monte Sant’Angelo, iniziato all’indomani delle sue Apparizioni (del toro nel 490, della vittoria nel 492, e della dedicazione nel 493 d. C.) all’arcivescovo sipontino San Lorenzo Maiorano, è un insieme eterogeneo di varie costruzioni di epoche diverse che iniziano da quella prelongobarda, proseguono con quelle longobarda, medievale ed angioina, fino a giungere a quella contemporanea.

Tra le emergenze più significative di questo ultramillenario santuario, oltre alla celeberrima Basilica-Grotta, alla scalinata e al campanile prismatico ottagonale (del periodo angioino), vanno segnalati due musei di rilevante interesse storico-artistico al fine di comprendere la sua storia, le stratificazioni architettoniche ed il culto dell’arcangelo Michele attraverso i secoli. Essi sono il Lapidarium ed il Museo devozionale.

Al Lapidarium si accede dopo aver disceso tutta la monumentale scalinata angioina, con i suoi sarcofagi sormontati dagli arcosoli, fino all’atrio inferiore. Qui si svolta subito a sinistra, lasciando sulla destra l’ingresso alla Basilica-Grotta, e si percorre l’intero corridoio portandosi in prossimità dell’ingresso della Cappella Penitenziale (1999). Quasi di fronte ad esso, attraverso una porta in ferro battuto e vetro, si accede alla scalinata che conduce al Lapidarium.

Questo museo occupa gli ambienti del primitivo santuario longobardo (VII-VIII secc.) che precedevano l’ingresso nella Sacra Grotta dell’arcangelo Michele e che sono stati sommersi negli anni 1270-1275 quando si realizzarono le attuali fabbriche angioine. Dopo secoli di oblio, questa parte del santuario ritornò alla luce soltanto negli anni 1949-1960 grazie agli scavi voluti da mons. Nicola Quitadamo (arcidiacono del Capitolo).

I primi due ambienti, a pianta rettangolare allungata, sono voltati a botte e si sviluppano per 60 metri al di sotto del pavimento dell’atrio inferiore fino al muro dove, al di sopra delle volte, si apre l’ingresso della Basilica con le celebri porte in bronzo del 1076. In essi sono custoditi sculture ed elementi architettonici medievali provenienti soprattutto dallo stesso santuario micaelico, dalla demolita Chiesa di San Pietro e dall’abbazia di Santa Maria di Pulsano.
Tra gli oggetti esposti vanno almeno menzionati una statua in pietra di San Michele (XIV secolo), i frammenti dell’ambone del santuario (scolpiti dall’acceptus nel XI sec.), il lavabo con scene bibliche (risalente ai secc. XIII-XIV e proveniente dall’Abbazia di Pulsano), nonchè le tombe longobarde, le iscrizioni runiche, e le impronte delle mani e dei piedi lasciate dai fedeli nel corso dei secoli.

Oltre al suddetto muro, tra atrio inferiore e Basilica, si apre un ulteriore ambiente a due navate che è sottostante al pavimento attuale della Basilica. Tali navate erano occupate da due scalinate: una rettilinea a sinistra per l’afflusso (oggi scomparsa) ed una curvilinea a destra per il deflusso dei fedeli (ancora esistente).
Esse partivano dal primitivo ingresso al santuario, noto come porta dei SS. Pietro e Paolo, e giungevano fino ad un ripiano delimitato ad oriente da un’abside munita di un altare in conci squadrati. In questa parte del primitivo santuario sono anche presenti resti di affreschi e tombe longobarde.

Il museo devozionale si raggiunge uscendo al lapidarium e svoltando a destra. Dopo aver percorso un ambiente che ospita alcuni ex-voto in onore dell’Arcangelo, si raggiunge una scalinata moderna. Qui si svolta a destra e, scesi pochi gradini, si trova subito l’accesso al museo sul lato sinistro.

Questo museo è sistemato dal 2008 in un unico grande vano a pianta quadrata, incluso nel moderno edificio della Casa del Pellegrino. In questo vano le teche contenenti gli oggetti esposti sono disposte lungo i lati perimetrali ed a raggiera attorno ad un piccolo ambiente centrale a pianta ottagonale il quale contiene gli oggetti più preziosi tra cui la celeberrima icona di San Michele arcangelo in rame dorato del secolo XI, donata da due pellegrini normanni.
Questo museo dunque ospita non solo il Tesoro del santuario costituito dagli arredi sacri, dai paramenti liturgici e dagli argenti, ma anche gli svariati cimeli votivi donati all’arcangelo Michele dai suoi fedeli, tra cui le statue di devozione domestica scolpite in pietra, legno o alabastro dai Sammecalére nei secoli XIX e XX. A ciò si aggiungono le collezioni dei privati devoti dell’Arcangelo come quella archeologica, quella numismatica e quella dei vasi di maiolica.

Per info e contatti:
tel 0884561150
www.santuariosanmichele.it

Il presente fotoreportage è realizzato dall’arch. Michele Nardella di San Giovanni Rotondo in occasione dei festeggiamenti che sono in corso ieri ed oggi (28 e 29 dicembre 2011) nel comune garganico per l’iscrizione del santuario micaelico nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, avvenuta lo scorso giugno. Oltre che della descrizione, il fotoreportage si compone delle sottostanti dieci immagini di cui le prime cinque riguardano il Lapidarium e le rimanenti cinque il Museo devozionale. Esse ritraggono ognuna:
• il primo ambiente del Lapidarium (foto n. 1);
• il secondo ambiente con il lavabo con scene bibliche (secc. XIII-XIV) proveniente dall’Abbazia di Santa Maria di Pulsano (foto n. 2);
• l’ambiente a due navate con le scalinate d’accesso alla Grotta di S. Michele (foto n. 3);
• il leggio dell’ambone scolpito dall’Acceptus nell’XI secolo (foto n. 4);
• una statua di S. Michele arcangelo del XIV secolo (foto n. 5);
• l’icona in rame dorato di S. Michele arcangelo (XI secolo), donata da due pellegrini normanni e custodita nel Museo devozionale (foto n. 6);
• gli oggetti votivi in onore dell’arcangelo Michele (foto n. 7 e 9);
• le statuine scolpite dai Sammecalére tra il XIX ed il XX secolo (foto n.8);
• i vasi di maiolica coi paramenti sacri (foto n. 10).

Si ringrazia il personale dei due musei per la gentile collaborazione.

 
© Riproduzione Riservata
 
 
 

Commenti (3)


  1. Davvero corposo e interessante come reportage! Bravo!


  2. Grazie Luciano. E’ il minimo che potevo fare per illustrare al pubblico questa parte del rilevante patrimonio immobile e mobile del santuario micaelico, oggi sito UNESCO, proprio nei giorni in cui si festeggiava questo riconoscimento. Saluti e Buon 2012.

Lascia un Commento