Oplonti e la villa di Poppea
Gli scavi di Pompei ed Ercolano hanno risonanza mondiale ed attirano numerosi turisti, nonostante il mantenimento dei reperti lasci molto a desiderare (meglio non toccare l’argomento!)
Ma l’eruzione del Vesuvio, in quel fatidico anno 79d.C., seppellì altre località sparse ai suoi piedi. Tra queste Oplontis, nel territorio dell’attuale Torre Annunziata, che si è rivelata essere, all’epoca dell’Impero Romano, un vero e proprio centro urbano periferico sottoposto alla giurisdizione di Pompei.
In Oplontis troviamo vari edifici monumentali: la villa di Lucius Crassius Tertius, oggi non visitabile, che era un’azienda agricola dedita particolarmente alla produzione di vino ed olio; la villa di Poppea, aperta invece al pubblico, ed inoltre uno stabilimento termale a Punta Oncino.
La villa di Poppea, dedicata alla moglie di Nerone, fu edificata nel I sec.d.C..
E’ il tipico esempio di villa di “otium” dove ci si rifugiava per ritemprare lo spirito ed il corpo lontano dal mondo caotico della capitale.
Le varie stanze sono ricche di decorazioni pittoriche in II stile pompeiano, tipico delle sontuose ville patrizie riportate alla luce sul golfo di Napoli.
Foto:
1 villa di Poppea: ingresso dal lato nord
2 atrio: grandioso salone con al centro l’impluvium per la raccolta dell’acqua piovana ed alle pareti decorazioni costituite da colonne, gradini, porte finte per allargare in modo illusorio la capacità dell’ambiente.
3 mosaico di un pavimento
4 salone adibito a sala da pranzo; alla parete decorazione a trompe l’oeil raffigurante un santuario di Apollo con pavoni e maschere tra alti colonnati
5 triclinio lungo le cui pareti venivano disposti letti triclinari sui quali i commensali usavano mangiare distesi
6 un particolare degli affreschi
7 peristilio sul lato sud della villa, nel cui giardino si trascorrevano le ore dedite al riposo ed alla meditazione
8 calidarium: sala da bagno riscaldata ad aria calda proveniente dalle pareti e dal pavimento; l’affresco raffigura il mito di Ercole nel Giardino delle Esperidi
9 viridarium: ambiente interno a giardino con decorazioni pittoriche di vegetali e vasche
10 hospitalia: ambienti, destinati agli ospiti, che si affacciano sulla piscina
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malika:
e direi che un grazie immenso tanto che a massimo di bello, per averci comunicat...
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coppola albino:
Avendo aderito all'associazione la fenice,ho avuto il piacere di conoscere e inf...
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Matteo Di Bello:
Le argomentazioni "etologiche" penso non facciano una piega e sono inconfutabili...
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Diana Cocco:
Un plauso, anche da parte mia, al Liceo Artistico de Chirico di Torre Annunziata...
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Matteo Di Bello:
@Diana,
con l'aria che tira (tagli, presente e futuro prossimo a rischio tracol...
Commenti (3)
Marcello Di Sarno (Redazione) scrive:
Concordo con te sull’opportunità di “stendere un velo pietoso” sulla cattiva gestione di questi siti, che purtroppo si protrae da oltre 30anni e qui sta il guaio: se anche si muovessero oggi, invece di perdere tempo in proclami e passerelle di politici e imprenditori vip, non si riuscirebbe a salvare tutto e comunque ci vogliono anni e anni.
Poi c’è anche chi tra gli studiosi sostiene da tempo che comunque questi siti sono destinati prima o poi a scomparire e solo alterandone non poco la struttura dei materiali si potrebbe in parte tenerli in piedi. Di qui il dilemma se fare di quest’area una sorta di Disneyland o meno. Un progetto del genere fu proposto un po’ di tempo fa dal regista Spielberg, ma non se n’è più parlato.
Non so quale sia la soluzione; mi auguro soltanto che le future generazioni non debbano ammirare questo patrimonio soltanto attraverso delle suggestive foto come quelle che hai fatto tu.
Kris scrive:
Capisco che i nostri reperti archeologici sono tanti, forse troppi, e occorrerebbero fior di quattrini per tenerli in piedi tutti! Vorrei, però, che si volgesse maggiore attenzione verso quelli più significativi. Nella stessa Pompei bisognerebbe curare con assiduità le case più importanti, pazienza poi se muri di minor valore finiranno per estinguersi.
Rosy76NA scrive:
Ben fatto!