Giornate FAI 2018: Chiese di San Mercurio e di Santa Maria in Silvis, Castello e Convento dei Cappuccini
Sabato 24 e domenica 25 marzo 2018, nell’ambito della 26ª edizione delle Giornate FAI di Primavera, Serracapriola è stato uno dei quattro comuni della Provincia di Foggia (oltre a Foggia, Manfredonia e Rocchetta Sant’Antonio) in cui sono stati aperti dei beni significativi del proprio patrimonio storico, architettonico ed artistico e sono state organizzate le rispettive visite guidate e le annesse e connesse iniziative culturali. I quattro beni storico-architettonici serrani oggetto dell’iniziativa culturale e delle visite guidate, curate dagli apprendisti ciceroni della sezione locale dell’I.I.S.S. Fiani-Leccisotti e dalla nobile famiglia dei Maresca (limitatamente al Castello di loro propietà), sono stati:
- la Chiesa di San Mercurio martire, la più grande e più bella del paese, chiusa in seguito al terremoto del 31 ottobre 2002 e da allora ancora in attesa di interventi di consolidamento e restauro, e del recupero funzionale;
- la Chiesa di Santa Maria in Silvis, sorta sul luogo del primo edificio di culto serrano e attualmente sede dell’unica parrocchia del paese dauno;
- il Castello, appartenente, come sopra riportato, alla famiglia nobile dei Maresca e recentemente recuperato nella sua interezza;
- la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’annesso Convento dei Cappuccini, che ospitò il giovane San Pio da Pietrelcina nel 1907, allora studente di teologia.
La Chiesa di San Mercurio martire, risalente al XVII secolo, è la Chiesa Madre di Serracapriola intitolata al suo principale patrono. Essa fu ricostruita nel 1630, nello stesso luogo della precedente che fu demolita dopo essere stata ridotta in rovine dal disastroso terremoto del 30 luglio 1627. Il 18 novembre 1728 fu consacrata dall’allora vescovo di Larino, mons. Giovanni Andrea Tria, che ne ammirò la sua bellezza sostenendo che non ve ne fossero altre uguali nella diocesi da lui guidata. L’edificio religioso presenta una sobria facciata a due ordini (il primo composito, il secondo tuscanico), fiancheggiata sulla sinistra da un campanile dotato di quattro campane. L’armonioso interno della maggiore chiesa serrana è suddiviso in tre navate, gli ordini architettonici sono quello tuscanico e quello composito, e presenta numerosi altari, patrocinati da facoltose famiglie dell’epoca. All’incrocio tra la navata principale, il presbiterio ed i bracci trasversali del transetto non sporgente, si eleva la cupola. Di grande interesse storico-artistico è l’enorme macchina d’altare di legno intagliato e rifinito con foglia d’oro, che presenta nella sua parte alta, tre dipinti di Francesco da Tolentino che rappresentano San Mercurio, la Madonna col Bambino ed una Santa. In origine tale macchina d’altare, o retablo, era collocata immediatamente dietro all’altare maggiore in marmi policromi, poi fu spostata dove si trova attualmente, vale a dire a ridosso della parete di fondo della chiesa, alle spalle del coro ligneo. Nel 1998 l’intera opera d’arte è stata restaurata e già da sola costituisce il vanto dell’intera chiesa.
La Chiesa di Santa Maria in Silvis, fu edificata nel luogo ove, secondo la tradizione locale, sorgeva un bosco (serra) nel quale il Conte che lo possedeva vide un capriolo, a cui stava dando la caccia, che stava riverendo un’icona mariana all’interno di una grotta. Tale chiesa situata in prossimità del Castello, fu edificata a breve distanza temporale dalla costruzione dello stesso maniero. L’originale edificio sacro dell’XI secolo fu distrutto dallo stesso terremoto del 1627. Venne ricostruito nelle forme attuali in stile barocco, con semplice facciata ed interno a tre navate e cupola all’incrocio dei bracci principali. Della precedente costruzione restano l’architravatura al di sopra del portale principale, realizzata in pietra, e il fonte battesimale, entrambi del XVI secolo. All’interno della chiesa, dietro ed al di sopra dell’altare maggiore è conservato il quadro di Santa Maria in Silvis, risalente al 1534 e rifinito con applicazioni in oro e pietre preziose. Tra le altre opere d’arte e devozione si distinguono un’Annunciazione del XVIII secolo e la pregiata urna con i resti mortali di San Fortunato martire di Cristo, compatrono di Serracapriola.
Il Castello, situato in prossimità della chiesa appena esaminata, è la costruzione più antica di Serracapriola ed è il risultato di aggregazioni di differenti strutture architettoniche costruite e modificate nel corso del tempo, per diversi secoli. Le prime notizie che si hanno di questo bene architettonico risalgono all’XI secolo. Del maniero, in origine vi era solo una torre con funzione di vedetta, di cui ancora oggi si ignora l’origine precisa e che faceva parte delle fortificazioni sul Fortore, che segnava il confine tra i domini longobardi e quelli bizantini. Tale torre, dall’originale pianta stellare perfettamente orientata con i vertici secondo i quattro punti cardinali, presenta una particolare tecnica costruttiva, costituita da file di mattoni disposte a spina di pesce intervallate da altre dove sono regolarmente posati a file orizzontali. Intorno alla primitiva torre è stato costruito nei secoli successivi secolo il resto del castello, inizialmente con funzioni militari e poi gentilizie, che presenta una pianta rettangolare con quattro torri a pianta circolare negli angoli, di cui quella di sud-ovest è stata inglobata nell’ampliamento dell’ala sud. Il fossato è ancora visibile, lungo i lati nord ed ovest, con uno dei due ponti di accesso, sul lato nord. All’interno, una parte del maniero divenuto dimora gentilizia è ancora abitata dai proprietari attuali, i Maresca a cui passò nel 1742 dopo essere stato in precedenza abitato da altre famiglie feudatarie del paese (Guevara, Di Capua, Gonzaga, D’Avalos), a partire dal XV secolo. La parte restante, lungo i lati nord ed ovest è stata recentemente recuperata e viene adibita a ricevimenti e cerimonie.
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’annesso Convento dei Cappuccini furono eretti, in origine, nel 1536, essendo stati fondati dal cappuccino padre Paolo da Sestino su disegno del gruppo di frati che ivi si insediò, a spese della principessa di Molfetta e signora di Serracapriola, Andronica Del Balzo. Successivamente l’edificio conventuale, dotato di chiostro con vera da pozzo, fu ampliato per le mutate esigenze alle quali era stato destinato. All’interno della chiesa, suddivisa in due navate, sull’altare maggiore troneggia un enorme pala d’altare recante al centro, tra le figure di San Michele Arcangelo e San Francesco d’Assisi, il venerato quadro della Madonna delle Grazie, olio su tavola datato 1534 ed eseguito dal pittore Francesco da Tolentino. Sulle pareti laterali del presbiterio e della navata principale sono degni di nota gli affreschi eseguiti da Amedeo Trivisonno nel 1943 ed aventi per oggetto scene di episodi della vita di San Francesco d’Assisi e di miracoli riferiti alla storia complesso religioso serrano. Statue di santi francescani troneggiano sugli altari tra cui spicca, nella navata sinistra, quello ligneo seicentesco del Cristo Redentore, attribuito ad un intagliatore salentino ispiratosi ai modi della coeva scuola napoletana, come testimoniato dalla presenza di sei nicchie con busti di santi con relative reliquie, ora scomparse. Sempre lungo la stessa navata, si trova il Cristo portacroce, opera di un autore salentino del XVII secolo e altre opere dello stesso periodo. A destra del presbiterio è sepolto padre Matteo da Agnone (1563-1616), frate cappuccino ed esorcista che visse gli ultimi tre mesi della sua vita nell’annesso convento, dove si visitano la rispettiva cella e anche quella che ospitò il giovane San Pio da Pietrelcina (1887-1968), che qui soggiornò quando iniziò lo studio di Teologia, verso la fine del mese di ottobre del 1907, sotto la guida di padre Agostino Daniele da S. Marco in Lamis, poi divenuto suo padre spirituale.
Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti sei immagini che raffigurano:
la Chiesa di San Mercurio martire, esterno (foto n. 1) ed interno (foto n. 2);
la Chiesa di Santa Maria in Silvis (foto n. 3);
il Castello (foto n. 4);
la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’annesso Convento dei Cappuccini (foto n. 5);
il chiostro del medesimo convento (foto n. 6).
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Michele Nardella:
Grazie Diana, quello delle 'ndocce di Agnone in trasferta a Serracapriola è sta...
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Diana Cocco:
Bravo Michele. Bellissima manifestazione. Potresti collegare il reportage con il...
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Kris:
Ok Michele, grazie e buona giornata anche a te....
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Michele Nardella:
Grazie Cristina per il commento espresso. Ovviamente, per quanto concerne la lor...
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Kris:
Sono rinomate le Cattedrali Pugliesi che ho avuto modo di visitare più volte. N...
Commenti (6)
Diana Cocco (Senior) scrive:
Come sempre molto interessante: Verrò a visitarli.
Michele Nardella scrive:
Ok, Diana. Però la Chiesa di San Mercurio è sempre chiusa in attesa che inizino i restauri, mentre il Castello è visitabile con visita guidata contattando i suoi proprietari. Si possono invece visitare liberamente invece la Chiesa di Santa Maria in Silvis ed il Convento dei Cappuccini con l’annessa Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Buona Pasqua.
Diana Cocco (Senior) scrive:
Grazie per le notizie Michele.
Buona Pasqua
Kris scrive:
Sono rinomate le Cattedrali Pugliesi che ho avuto modo di visitare più volte. Non sapevo della concentrazione in questo paese foggiano di monumenti di così alto valore: davvero l’Italia ci riserva sempre tante sorprese.
Grazie al FAI che ci apre le porte sia in Primavera che in Autunno e grazie a te, Michele, che ce le mostri con i tuoi scatti.
Michele Nardella scrive:
Grazie Cristina per il commento espresso. Ovviamente, per quanto concerne la loro visita vale quello che ho scritto nel soprastante commento di risposta a Diana.
Buona Pasquetta.
Kris scrive:
Ok Michele, grazie e buona giornata anche a te.