E’ di pochi giorni fa la notizia che un’azienda di punta del Polo Nautico torrese, vistasi sospendere un’importante commessa del valore di 30 milioni di euro, cui non poteva ottemperare a causa della cronica carenza infrastrutturale del sito oplontino, determinata dall’assenza di un’opera non complessa ma basilare per il varo delle imbarcazioni, la vasca d’alaggio, ha deciso di trasferire altrove la produzione, mettendo così a rischio le 250 unità lavorative che occupa assieme all’indotto.

E’ l’ennesimo fallimento del binomio Comune-Tess, che, mentre in altre realtà limitrofe ha materializzato almeno un apparente principio di sviluppo, a Torre Annunziata ha centrato l’obiettivo opposto, facendo terra bruciata attorno a sé. E così, bisogna registrare tempi biblici anche per un’opera semplice, come la realizzazione della vasca d’alaggio. Nonostante il notevole sforzo compiuto dalle amministrazioni precedenti nella fase preliminare all’avvio dei lavori, per mettere in condizione il Comune di onorare i patti sottoscritti con le aziende del settore nel minor tempo possibile, negli ultimi anni si sono avuti soltanto ritardi, ora per mancanza di liquidità, malgrado le ingenti cifre già spese dalla stessa Tess ed evidentemente evaporate per consulenze infruttuose.

A questo punto, dopo i reiterati insuccessi, bisogna prendere atto che chiedere a quest’Amministrazione Comunale di mettere in campo un progetto di sviluppo per la città serio e qualificato e di sollecitare la convocazione di tavoli tecnici per trovare una soluzione alla vicenda, salvando il salvabile. E’ esattamente come cercare di scrivere nella neve durante una tormenta: uno sforzo perfettamente inutile.

E mentre Starita e i suoi, più immaginifici del solito, cercano di confondere la cittadinanza con l’annuncio di nuove progettualità a cui nessuno oramai crede più, magari accompagnando il tutto con qualche altra festicciola travestita da evento per il sociale (salvo, poi, trovarsi in difficoltà nel reperire i fondi per la ricorrenza più importante, quella del 22 ottobre), Torre Annunziata balla pericolosamente sul suo Titanic.

L’unica speranza a cui possiamo ancora aggrapparci è che, in un raptus di ragionevolezza, si capisca che la miglior cosa da fare sia mollare tutto e lasciare che la Città venga accompagnata in questi pochi mesi alle urne da un commissario prefettizio, così da evitare i colpi di coda di tale follia amministrativa. Ma non ci facciamo troppe illusioni. Purtroppo ci andiamo sempre più convincendo che sulla via di Damasco vi sia passato un santo solo.

(Foto di repertorio)

 
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