sala consiliare Palazzo de Fusco

E’ uno sfogo amaro quello di Andreina Esposito, esautorata lunedì dal suo incarico di assessore con una decisione che il sindaco Claudio D’Alessio ha motivato con parole dure.
Nella nota diffusa ieri da Palazzo de Fusco si faceva riferimento a una perdurante “diversa visione” della giovane pediatra più fedele all’appartenenza al gruppo Unità e Impegno” che alla ragion di stato, che ha comportato “il venir meno del rapporto di collaborazione istituzionale”. Di qui il provvedimento di revoca delle deleghe alle politiche sanitarie e della prevenzione, qualità della vita, formazione del personale, organizzazione e metodo, arredo urbano, protezione civile, monitoraggio e controllo di programma.

Un atto di sfiducia alla persona e, tra le righe, al gruppo consiliare di “Unità e impegno” cui la stessa fa capo, al quale sono seguite le dimissioni dell’assessore alle Politiche Sociali, Ferdinando Uliano, e la rimessione degli incarichi da parte del capogruppo Giuseppe Del Regno e dei consiglieri comunali Alfredo Allaria, Alfredo Benincasa, Alberto Robetti.

L’accusa di condotta non allineata alle scelte dell’esecutivo non va proprio giù alla Esposito; ma c’è dell’altro che l’ha ancor più amareggiata di tutta questa faccenda. Lo ha spiegato a che Comuni-Italiani.it nell’intervista telefonica rilasciata ieri.

Qual è il suo stato d’animo in questo momento?
Mi sento profondamente offesa dalle parole usate dal Sindaco e dal modo in cui mi è stata comunicata questa decisione. Mi è stata notificata dal messo comunale senza che prima ci sia stato un confronto. Sono stata messa alla porta senza alcuna spiegazione e considerata la lunga amicizia che mi lega a Claudio D’Alessio, mi ritengo ferita come persona prima ancora che come assessore. Si può anche essere in disaccordo ma c’è modo e modo per finire una collaborazione: il rispetto della persona viene prima di tutto.

Che sia un fulmine a ciel sereno è abbastanza evidente. Solo tre settimane fa avete sottoscritto con LAV, Asl e Soprintendenza il progetto di contrasto al randagismo. Possibile che non ci sia un episodio che le abbia fatto presagire questo provvedimento così drastico?
Nella maniera più assoluta. C’è stata piena sintonia sul progetto che lei citava, denominato “I cani di Pompei 2011“, e più recentemente sugli interventi di riqualificazione dell’area mercatale. Ho sposato in pieno gli obiettivi del programma di governo e la mia condotta è coerente con questa scelta.
Non è successo niente che possa giustificare una decisione del genere, soprattutto presa con quelle modalità. Ho sempre appoggiato le scelte del Sindaco, ma all’interno di un confronto aperto e trasparente com’è giusto che sia. Se nelle sedute di giunta avevo delle perplessità su qualche atto, le ho esposte ma solo perché non ritenevo certe scelte utili ai cittadini. Tutto qui.

Ha sicuramente provato a farsi una ragione della cosa.
Certo, ma l’unica che mi appare più attendibile è che il primo cittadino non ami un clima di confronto democratico nella sua giunta ma solo notabili che si limitino a sottoscrivere ogni atto. Non è così che si amministra un comune, né ritengo si persegua il bene della collettività.

Il Sindaco ha parlato di maggioranza compatta nel sostenere la sua revoca. In questo scenario il suo gruppo di Unità e Impegno dove si colloca?
All’opposizione, non c’è dubbio. E’ inopinabile che il provvedimento del sindaco sia un atto di sfiducia nei confronti di tutto il gruppo.

Si sente delusa dalla politica? Pensa di chiudere con quest’esperienza e tornare a fare la pediatra a tempo pieno?
Al contrario, l’indignazione mi spinge a continuare a dare il mio contributo per cambiare il modo di fare politica in questa città. Sono molto affezionata ai miei pazienti e al mio lavoro ma le persone che mi vogliono bene capiscono che in questo momento devo difendere la qualità e la coerenza del mio impegno per la città. Resterò accanto agli altri colleghi di Unità e Impegno che ringrazio per la piena solidarietà espressa nei miei confronti.

 
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