Intervista con l’ASD Valsugana Volley Padova
L’ASD Valsugana Volley Padova ha partecipato al campionato nazionale 2011-2012 di pallavolo maschile di serie B2, girone C.
Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Alessandro Bastianello, direttore sportivo della società di Padova.
Dopo un campionato interessante, terminato al quinto posto con 48 punti e a sole due lunghezze dai play off promozione, il 21 maggio il consiglio direttivo della società ha deciso all’unanimità di non iscrivere la squadra al prossimo campionato di B2 per l’impossibilità di coprire i costi. Il vostro caso, purtroppo non più raro, è un esempio di come la crisi economica condizioni i programmi di una società di pallavolo? O ci sono altre cause o concause?
Non ci sono altre cause, la crisi economica che incombe sul nostro paese e non solo, purtroppo costringe le aziende a rivedere i propri budget e in tempo di vacche magre non possono certo distogliere denari dalla loro impresa per sponsorizzare le associazioni sportive. Nel direttivo perciò abbiamo dovuto prendere atto dopo una stagione comunque molto faticosa dal punto di vista economico, che non erano garantite le condizioni minime per affrontare l’avventura di un campionato nazionale, tantomeno per la copertura finanziaria vogliamo ricorrere all’indebitamento bancario o peggio ancora gravare sulle famiglie dei tesserati aumentando la quota associativa.
Come continuerà dunque l’attività agonistica della società?
La società ha un ottimo vivaio sia in termini numerici che qualitativi. La nostra under16 ha conquistato il titolo provinciale e si è fermata ai quarti di finale in regione, la prima divisione composta da ragazzi del ‘92 ha dominato il proprio campionato conquistando la serie D regionale, ma anche le due under18 che abbiamo, l’under13 e l’under12 hanno ben figurato, per non parlare del crescente numero di ragazzi che si iscrivono al minivolley grazie ad un gran lavoro svolto nelle scuole primarie….. Tali numeri mi fanno ritenere che ci siano le basi per un buon futuro, non escludo comunque anche colpi di scena con la B2 ed ad un eventuale ripensamento sul ritiro della squadra in un’estate che credo riserverà molte sorprese in tutte le categorie; tutti si stanno accorgendo che il mondo sta cambiando e anche i protagonisti del campo (allenatori e giocatori) stanno mettendo sul piatto della bilancia la loro passione e la serietà di una società rispetto ad un corposo rimborso spese.
Le nazionali maschile e femminile sono molto competitive in un contesto dove le pretendenti al vertice sono sempre di più rispetto alle nostre tradizionali avversarie, temo però non siano rappresentative di un movimento in sofferenza e non solo sul piano economico….. La moria di società anche di grande prestigio cui stiamo assistendo rivela non solo un’indubbia difficoltà di reggere l’urto finanziario ma anche una “miopia” strategica di molti dirigenti, secondo me improvvisati, soffocati da assurdi campanilismi o che hanno dirottato tutte le risorse sulla prima squadra bruciando vivai.
E in Veneto?
Il Veneto gode secondo me di una rete molto buona di relazioni tra federazione e società che sicuramente aiuta ma non risolve ovviamente tutti i problemi. Distinguerei poi il settore maschile che, pur con numeri inferiori, mi pare vivo e qualitativamente eccellente grazie ai vari poli di attrazione ben distribuiti nel territorio quali Treviso/Belluno, Padova, Verona che hanno anche rappresentative di serie A, mentre nel femminile a numeri imponenti forse manca la leadership di alcune società che possano catalizzare e radunare le migliori atlete per farle crescere in un contesto maggiormente competitivo.
Manca poco ormai ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Che cosa prevede per la pallavolo maschile e femminile?
Credo che entrambe le rappresentative possano ben figurare e sono sicuro che non sia solamente un auspicio. Certo, per raggiungere il gradino più alto del podio in competizioni così dure e prestigiose ci vuole anche un po’ di fortuna, ma dalla parte nostra abbiamo almeno la consapevolezza di potercela giocare con tutti.
Tornando su un piano agonistico, com’è andata la stagione?
Siamo soddisfatti dell’esito del campionato, certo che dopo il girone di andata che abbiamo chiuso in solitaria al secondo posto forse avevamo fatto la bocca per qualcosa di più del quinto posto finale, cioè il raggiungimento dei playoff promozione. La cosa su cui stiamo riflettendo con lo staff tecnico è come mai una squadra abbastanza giovane come la nostra (21,4 l’età media) abbia fatto più punti all’andata rispetto al ritorno mentre solitamente avviene il contrario.
Quale fondamentale è stato il vostro punto di forza?
Sicuramente l’attacco, grazie agli attaccanti laterali e all’opposto che nonostante qualche discontinuità possono tranquillamente militare in categorie superiori.
Complessivamente abbiamo fatto pochi muri, sicuramente uno scotto da pagare con i due centrali titolari del 1992 e del 1991 (sappiamo quanto l’esperienza giochi nell’anticipare le mosse avversarie, sia nel leggere il palleggiatore che capire gli attaccanti), ma anche ai lati non abbiamo brillato in questo fondamentale.
Può indicare il MVP di Padova?
Se per Padova intende la nostra società, per continuità e rendimento superiore alle aspettative indico il palleggiatore Alessio Nicoletto. Se comprende anche i cugini del Loreggia e del Vergati Sarmeola, certamente Emilio Maniero opposto del Sarmeola, è stato determinante per la promozione in B1 della sua squadra.
I verdetti finali del girone C confermano i suoi pronostici di inizio campionato?
Assolutamente sì. Su Sarmeola e Prata per i primi due posti nessun dubbio, per il terzo l’ha spuntata San Donà-Bibione su noi, Montebelluna Venezia e Sisley Treviso, qui le differenze erano veramente risibili e il campionato l’ha dimostrato.
Esiste un derby particolarmente sentito dalla squadra e dai tifosi?
Certamente la sfida col Vergati Sarmeola rappresenta la partita più attesa, sia per la forza dell’avversario che per la presenza di molti ex tra le due formazioni.
Quale partita di questo campionato ricorda maggiormente per emozioni, per il risultato?
Credo che la vittoria a fine novembre in quel di Trieste con lo slogan Tabor Televita per 3 a 1 abbia rappresentato la nostra migliore prestazione, contro un’avversaria molto ostica che schierava Jeroncic in campo e in un palazzetto stracolmo dal tifo accesissimo. Una vera e propria prova autoritaria dei nostri ragazzi ma soprattutto di carattere.
Il campionato nazionale di B2 cosa rappresenta, a suo giudizio, nel sistema pallavolo italiano?
Inutile negare che il livello qualitativo medio rispetto a qualche anno fa stia scemando, però credo che per un giovane di non primissima fascia ma comunque di prospettiva rappresenti un’ottima scuola.
Con la presenza di canali sportivi gratuiti, grazie alla diffusione del digitale terrestre, la pallavolo ha aumentato la sua visibilità, a vantaggio degli appassionati e… degli sponsor. Ritiene che sia un fatto positivo?
Sì, sicuramente, il “prodotto” pallavolo merita questa attenzione e mi sembra anche non deluda chi lo inserisca nei palinsesti. Certo trovare spazi in un paese pallonaro come il nostro è sempre difficile ma ritengo che per sponsor attenti che vogliano indirizzare il loro prodotto ad un target come la famiglia o persone mediamente giovani e di medio alta istruzione, la visibilità offerta dalla pallavolo sia ottima.
La scomparsa dai canali “generalisti”, per contro, può essere negativa?
Qui si apre un discorso che non coinvolge certamente solo la pallavolo, diciamo comunque che se non è negativa, certamente il fatto che non si veda pallavolo in canali di massa non aiuta il movimento.
La pallavolo in rosa supera quella maschile. Come lo spiega?
E’ naturale, almeno per la mia esperienza avendo due figlie e un figlio; per le ragazze il primo approccio allo sport di squadra ma a volte anche l’unico offerto nel territorio è rappresentato dalla pallavolo mentre un bambino come mio figlio è giunto ora al volley a 12 anni dopo aver fatto precedentemente rugby e calcio. Credo conti molto anche il fatto che la pallavolo non è sport di contatto e i maschietti spesso adorano confrontarsi anche fisicamente con i loro coetanei.
Ma soprattutto le risulta un calo d’interesse per il volley da parte dei maschi?
Direi di no. Certo le società strutturate come la nostra che fanno attività specifica nel settore maschile sono sempre meno ma a volte questo rappresenta un bene, nel senso che ritengo la pallavolo maschile uno sport diverso dalla pallavolo femminile (attenzione, ho detto diverso non migliore) e quindi avere istruttori e dirigenti preparati nello specifico sia importante.
Negli anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
A volte ho criticato l’introduzione di nuove regole ancorandomi alla tradizione o alla romantica nostalgia per la pallavolo che facevo io, quasi sempre invece ho dovuto ricredermi dicendo che queste nuove normative hanno portato a maggiori emozioni per il pubblico, a partite dal risultato più incerto e a costringere i tecnici a studiare sempre nuove situazioni di gioco.
Cosa eventualmente cambierebbe, magari per l’edizione 2013-2016 delle regole di gioco?
L’unica novità che mi permetterei di suggerire è forse l’innalzamento della rete di qualche centimetro, soprattutto per le donne, vista la complessiva crescita dell’altezza media della popolazione.
L’ASD Valsugana Volley Padova cosa rappresenta per la comunità di Padova?
Una realtà ben radicata non solo nel quartiere ovest della città del Santo ma anche in tutta la provincia. Abbiamo un buon rapporto di collaborazione sia con i rappresentanti locali della Fipav che con le istituzioni, in particolare con gli assessori allo sport e alla scuola che ci seguono e fin dove possono ci sostengono. Nella nostra tradizionale sede come campo di gara, la palestra scolastica don Minzoni di Altichiero, spesso le gradinate sono riempite in ogni ordine di posti, mentre la B2, costretta a giocare al PalaAlì per ovvi problemi di omologazione campo, sente un po’ meno il calore del pubblico in un impianto da 1000 posti che si riempie per 1/4 salvo alcune partite di cartello. Con le altre società che operano nel settore maschile collaboriamo fattivamente, da sempre canale privilegiato quello con Pallavolo Padova cui cediamo i nostri migliori atleti che emergono dalle giovanili e a loro volta ci ritornano atleti di 19/20 anni che escono dalla Junior League e che non sono ancora pronti al grande salto in serie A.
Siete impegnati anche in iniziative sociali, benefiche?
Siamo attivi anche in questo settore, in particolare abbiamo sostenuto in maniera mirata alcune associazioni in cui si prodigano dei nostri ex-atleti a favore dei bambini di strada del Brasile ed in India. Ora stiamo approntando un torneo Under12 e Under13 con un piccolo mercatino di abbigliamento sportivo e di torte fatte dai genitori dei nostri ragazzi il cui ricavato andrà devoluto alle sfortunate famiglie colpite dal tragico sisma dell’Emilia.
Categorie: Sport.
Tag: ASD Valsugana Volley Padova, Pallavolo, Pallavolo Serie B2M
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MAURY54:
Grazie Giovanni,
ricevere un commento scritto da te è veramente un piacere
...
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peiro:
mi associo al commento di ema. bella documentazione. saluti...
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MAURY54:
Buona sera Ema,
e Grazie per aver lasciato un commento su questo reportage.
...
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ema:
Non conoscevo l'esistenza di questa Santo, l'ho scoperto recentemente con l'espo...
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MAURY54:
Ciao Kris,
grazie per il tuo commento.
E' stato interessantissimo direi
Ho ...
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