Erano le 7.45 del 29 ottobre 1918, quando il Capitano di Stato Maggiore dell’Esercito Austroungarico, Kamillo Ruggera, accompagnato da due trombettieri e bandiera bianca, si presenta su una linea italiana del fronte in Val Lagarina (bassa valle dell’Adige fra Rovereto e Borghetto), in Trentino, e incontra il Capitano di complemento del 36° Reg. Fanteria, Giuseppe Franchini, dopo che per errore una scarica di mitragliatrice aveva leggermente ferito uno dei due trombettieri, fu questo il primo contatto che darà il via all’Armistizio.

Il Capitano Ruggera attende a Rovereto la risposta italiana alla richiesta di accettare una commissione austriaca incaricata di trattare le condizioni di un armistizio.

L’attesa non fu breve, alle 7.00 del mattino del giorno 31 ottobre, (due giorni dopo) la commissione austriaca riceve la comunicazione del luogo dell’armistizio: Villa Giusti a Padova.

I plenipotenziari austroungarici, incaricati per le trattative, arrivano a Villa Giusti verso le ore 20 del 31 ottobre. Il personale della Villa era stato sostituito da interpreti e il finto maggiordomo era un ufficiale di Cavalleria.
Gli austriaci dormono a Villa Giusti.

Il mattino successivo (1° novembre) giungono al comando di Abano Terme, direttamente dalla conferenza di Parigi dove era riunita l’Italia con gli alleati, le condizioni dell’armistizio. Alle ore 10 il generale Pietro Badoglio, capo della commissione italiana, consegna ai plenipotenziari austroungarici il plico con le condizioni ”non modificabili”.

La giornata e quella successiva trascorrono tra dispacci e attese di comunicazioni, mentre si avvicinava il termine massimo per la firma fissato nelle condizioni per le ore 24 del giorno 3 novembre.

Dalle ore 21 del giorno 2, alle 3 di notte del 3 novembre, si intensificano le discussioni tra le due commissioni, e ogni tentativo da parte degli austriaci di addolcire l’armistizio è vano. La commissione italiana è irremovibile.
Viene aggiunta da parte italiana una postilla all’ultimo momento: “che vi sia un tempo di 24 ore tra la firma e il cessate il fuoco, un intervallo necessario in modo che le disposizioni siano inoltrate a tutta la linea del fronte”.
Gli austrici contestano questa ultima imposizione, ma alla fine accettano.

Alle ore 15 del 3 novembre, si riuniscono nuovamente le commissioni e inizia così la riunione conclusiva che porterà alla firma dell’armistizio. Gli austriaci tentano di ammorbidire ancora una volta le condizioni, ma Badoglio è irremovibile e sbattendo i pugni sul tavolo minaccia di annullare il tutto, continuando le ostilità, alle ore 18.40 l’Armistizio è firmato.
Badoglio è a conoscenza che Trento e [[Trieste] erano state conquistate concede una deroga sulle 24 ore concordate per la fine delle ostilità che entreranno in vigore alle ore 15 del giorno successivo il 4 novembre 1918.

Due curiosità: i plenipotenziari austroungarici furono fatti entrare dalla porta della servitù sul retro di Villa Giusti. Il generale Diaz affidò l’incarico a capo dei traduttori e l’onore di sedere al tavolo delle trattative al Capitano Giovan Battista Trener, cognato di Cesare Battisti, al quale assomigliava anche fisicamente: per gli austriaci forse uno spettro che ritornava dal passato, ma per gli italiani certamente un motivo in più di rivincita.

La Commissione Italiana:
Presidente: Tenente Generale Pietro Badoglio
Maggiore Generale Scipione Scipioni
Col. Tulio Marchetta
Col. Pietro Gazzera
Col. Pietro Maraviglia
Col. Alberto Pariani
Cap. di Vascello Francesco Accini
Interprete Capitano Giovan Battista Trener

Fotoreportage
Foto 1,2- Villa Giusti- Il tavolo dove venne firmato l’ Armistizio;
foto 3 – Protocollo originale dell’ Armistizio – Museo Terza Armata Padova;
foto 4 – foto originali Villa Giusti da segnalare sin-verso dx Nr 4 i plenipotenziari austriaci entrano in Villa- foto 5 l’arrivo della commissione italiana;
foto 5 – i nomi di entrambe le commissioni conservati a Villa Giusti;
foto 6,7,8,9 Abano Terme-Hotel ora Trieste-Victoria- Suite nr 110, dove dal 1917-1918 ha soggiornato il Generale Armando Diaz il quale il 4 Novembre 1918, ore 12 firmò il bollettino della Vittoria, Nr. 1268;
foto 10 – Originale del ciclostile bollettino di guerra (diventato poi della Vittoria) con firma del Generale Diaz. (Conservato presso il Museo Duca d’Aosta – Sanluri (Ca)

Ringrazio la Direzione Hotel Trieste&Vicotoria (Abano Terme) per le foto 6,7,8,9.
Ringrazio il Conte Riva di Villasanta, Museo Duca d’Aosta -Sanluri (Ca) per avermi concesso di fotografare il Bollettino nr 1268

 
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