L’esecutivo della sezione del PD di Pompei lancia un grido di allarme per l’attuale situazione di degrado in cui versa l’area archeologica pompeiana. E’ ormai trascorso un anno dal crollo nefasto della Schola Armaturarum e nulla di concreto è stato messo in essere per arrestare e prevenire la lenta agonia che attanaglia il patrimonio dell’UNESCO.

Si punta l’indice sul perenne blocco delle assunzioni che consentirebbero di immettere nuova linfa e nuova energia in un organico sempre più insufficiente per l’aumento del personale in quiescenza; sulla riduzione di fondi che, non essendo razionale e ponderata, ha solo ridotto le azioni propulsive della Soprintendenza senza debellare lo sperpero di denaro pubblico; sull’aumento degli interventi di privatizzazione dei servizi che hanno alimentato “situazioni oscure” e non certo migliorato la loro efficienza; sulla scellerata decisione di accorpare la Soprintendenza Archeologica di Pompei a quella di Napoli essendo caratterizzate da diverse priorità e criticità e necessitando, di conseguenza, di specifiche strutture dirigenziali; sulle assunzioni promesse che a tutt’oggi rimangono mera chimera.

E’ da un anno che stiamo assistendo a passerelle di politici che vengono a Pompei promettendo soluzioni ed interventi che non si concretizzano mai. Ministri e sottosegretari che sottolineano l’importanza dell’area archeologica, unica al mondo, ed il suo valore per l’intero sistema Paese ma che non si spingono oltre.
Il sottosegretario Villari ha così preso a cuore il sito pompeiano che non perde occasione di evidenziare come rischia concretamente di non esser più classificato quale patrimonio mondiale dell’Unesco. Peccato che egli, facendo parte del governo e del ministero interessato, dovrebbe trovare le soluzioni e non limitarsi a denunciare l’enorme degrado di cui tutti ne siamo pienamente coscienti.

Un governo centrale che, sotto scacco della Lega Nord, boicotta ogni iniziativa di sviluppo per il Mezzogiorno trasferendo fondi nelle regioni settentrionali tradendo, ancora una volta, le aspettative ed esigenze di noi meridionali. Rivolgo un appello a tutte le associazioni pompeiane affinché insieme, ognuno nei propri campi di competenza, possiamo dar vita ad iniziative ed azioni che vadano ad innalzare il livello di attenzione per l’area archeologica.

E’ nostro auspicio che il primo cittadino di Pompei possa dedicarsi con maggior forza e vigore, rappresentando le preoccupazioni concrete della popolazione pompeiana, al governo invece di dedicarsi ad attività di piccolo respiro che nulla di concreto portano alla nostra città.
Infine un appello al vescovo di Pompei, che ha dimostrato di non esser indifferente alle problematiche della nostra comunità, affinché attraverso i suoi canali possa denunciare il tragico degrado che sta soffocando gli scavi di Pompei.

 
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