Il Napoli Basketball vince a San Severo
A San Severo il Napoli Basketball, nell’ultima partita dell’anno, ha battuto...
Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Giuseppe Cacciapuoti, segretario generale della società di Napoli che partecipa al campionato maschile 2011-2012 di Divisione Nazionale A.
Si parte dalla terza serie, grazie ad una wild card federale, per riportare il basket che conta nella terza città d’Italia. Il progetto è innovativo: nella gestione della società sono coinvolti anche tifosi e sponsor.
Per ottenere un maggiore coinvolgimento della tifoseria e delle diverse realtà cittadine, scottate dalle passate (e poco felici) esperienze cestistiche, abbiamo pensato di muoverci su questi due binari. Il Club dei Tifosi è formato da soci che hanno versato una quota di 100 euro ciascuno, ricevendo in cambio l’abbonamento al campionato in un settore totalmente dedicato ed esclusivo, gadget identificativi, benefit derivanti dall’azione interna al club oltre a quelli offerti dagli sponsor. I tifosi eleggeranno a breve un loro rappresentante che entrerà nel direttivo della società con carica di durata annuale.
Gli sponsor coinvolti, invece, hanno sottoscritto un contratto almeno biennale, usufruendo di una promozione al marchio che va ben oltre l’evento sportivo, potendo contare da subito non solo sulla presenza garantita dei tifosi del Club, ma anche dell’importantissima interazione commerciale con essi. Esprimono a loro volta un rappresentante che entra direttamente nel consiglio direttivo della società. Già nella fase di lancio del progetto hanno potuto ottenere un’importante esposizione prima ancora dell’effettiva partenza del campionato.
La formula del campionato di Divisione Nazionale A come si ispira all’NBA?
E’ un campionato di sicuro interesse. La suddivisione in Conference e Division lo rende simile alla formula utilizzata in NBA. Solo le squadre classificate ai primi due posti di ogni division, più le due con miglior punteggio di ogni conference, potranno accedere ai playoff. Una formula nuova per un campionato italiano, arricchita dallo status di vero campionato autoctono. Lo slogan “DNA italiano” infatti evidenzia la presenza di soli atleti di formazione italiana con l’eventuale aggiunta di un solo atleta non di formazione, ma che abbia già militato in questa competizione. Insomma, un campionato di sicuro interesse, giovane, italiano.
Quali squadre crede che lotteranno per la promozione?
E’ difficile fare dei nomi, molte squadre sono attrezzate per far bene, ma poiché è un campionato lunghissimo e con ben 34 partite da giocare, non è da escludere qualche sorpresa. Su tutte mi sembra che Capo d’Orlando, Omegna, Torino e Ferentino possano recitare il ruolo delle favorite, ma ci sono tante outsider che potrebbero ugualmente raggiungere il massimo risultato.
E quelle che rischiano la retrocessione?
Non c’è una squadra “cuscinetto”, tutte sembrano poter recitare un ruolo adeguato nell’arco della stagione. Tornando al discorso della lunghezza del campionato, quelle che rischiano di più potrebbero essere quelle che non avendo una panchina attrezzata saranno costrette a sovrautilizzare atleti che alla lunga potrebbero risentire delle fatiche del campionato.
Quali sono le punte di diamante del roster a disposizione del coach Maurizio Bartocci?
Il DS Ambrosino e lo stesso coach Bartocci hanno costruito un roster equilibrato, dove quasi tutti gli atleti hanno una doppia dimensione. Tutti, tranne il solo Andrea Iannilli, possono giocare in più di un ruolo. E’ chiaro che giocatori di esperienza come Bernardo Musso, Simone Gatti, Nelson Rizzitiello e lo stesso Andrea Iannilli possano fare la differenza. Fra gli under c’è la stellina Nunzio Sabbatino che nonostante abbia solo 19 anni, in campo sembra già un veterano e Paolo Rotondo che è un giocatore il cui apporto sarà di estremo valore nell’economia del gioco della BPMed Napoli.
In una città malata di calcio, come riuscirete a galvanizzare gli sportivi napoletani per indurli ad affollare nuovamente il PalaBarbuto?
Per fortuna il basket ha sempre vissuto di un pubblico appassionato che non è indissolubilmente legato alle vicende calcistiche. Proveremo a promuovere questo sport in tutti i modi possibili, partendo dalle scuole per finire ai centri sportivi. Ma la migliore “pubblicità” per portare gente al PalaBarbuto sono i risultati delle nostre partite.
Nonostante le ricordate difficoltà a “mantenere” una squadra nel basket che conta, qual è lo stato di salute del movimento cestistico napoletano?
Ripartire dopo tre fallimenti è stato difficile e solo adesso che il campionato è cominciato, ci stiamo accorgendo che buona parte dello scetticismo sta man mano diminuendo. Il movimento è in ogni caso attivo ed in salute, se consideriamo che in Campania abbiamo due squadre nel massimo campionato, due in Legadue e la BPMed nella Divisione Nazionale A. In città poi non va dimenticata la Megaride di coach Massaro che è figlia di quel progetto Vivibasket di Roberto di Lorenzo che per la prima volta si affaccia in un campionato nazionale senior.
(Foto di Pierfrancesco Accardo)
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