Il ritorno della tela “Dormitio Virginis”
Si terrà domani mattina a palazzo Criscuolo, alle 9.30, la conferenza stampa organizzata...
La tela a firma del Riccardo Quartararo, conservata nella seconda navata della Chiesa dello Spirito Santo, fu donata alla comunità torrese da Ferdinando II, in visita in città dopo una calamità naturale che colpì l’intero territorio. Egli rimase colpito dalla grandezza dell’edificio e decise di volerlo omaggiare con un gradito dipinto di un artista allora contemporaneo.
Era il 1988 quando la Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici di Napoli, nella preparazione di una mostra sull’importante restauro del polittico dei SS. Severino e Sossio, chiese in prestito l’olio su tavola risalente al 1400 circa alla chiesa oplontina.
Accanto al polittico dovevano essere, infatti, esposte altre opere che illustravano la rilevante influenza della cultura dell’anonimo maestro sulla produzione artistica campana dell’ultimo ventennio del secolo.
L’allora rettore della chiesa, don Mario Albertino acconsentì benevolmente alla richiesta.
Nel maggio del 2001, una volta terminati i lavori di restauro dell’edificio gravemente danneggiato dal sisma del 1980, fu lo stesso prete a scrivere al Soprintendente di allora, Nicola Spinosa, per chiedere il ritorno della preziosa opera, avendo persino predisposto un apposito impianto di antifurto, oltre che una congrua assicurazione.
La risposta fatta pervenire al prelato oplontino fu tutt’altro che positiva e rassicurante: “Nulla osta al ripristino in loco della tavola (…) purché sia espressa con certificazione scritta, dalla ditta che ha allestito il sistema di sicurezza, il tipo di impianto di applicazione antifurto. Il nucleo di Tutela dei carabinieri eseguirà un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi antintrusione. L’importanza dell’opera non può prescindere dalla sicurezza dei luoghi dove sarà ricollegata, anche se si tratta della sua originaria provenienza. (…) Il dipinto nel museo gode di un servizio di sorveglianza e protezione 24 ore su 24 che difficilmente un edificio ecclesiastico può garantire. Non abbiamo nessuna preclusione alla restituzione dell’importante dipinto, se non quello della sua tutela”.
Ancora più sconcertante la lettera datata 5 giugno del 2006 dello stesso Spinosa e indirizzata a don Mario: “A conclusione dell’indagine effettuata in loco (…) al fine di verificare le condizioni microclimatiche della chiesa, si comunica l’esito negativo del monitoraggio effettuato sullo stato di umidità dell’interno dell’edificio religioso. Pertanto, per motivi imprescindibili dallo stato di tutela dell’opera di Riccardo Quartararo (…) se ne ritiene sospesa la restituzione fin a quando non saranno offerte condizioni di temperatura e di umidità più idonee (…)”.
Da allora il silenzio, fino all’interessamento dell’Assessorato all’Immagine che intende riportare qui a Torre l’opera sottratta indebitamente.
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