Rosa del Volley Parella Torino 2010-2011

Da oltre 25 anni il Volley Parella consente a migliaia di giovani di Torino di giocare a pallavolo al livello che preferiscono, valutando le loro capacità fisiche e tecniche.
Intervistiamo Matteo Battocchio, responsabile dell’Ufficio Stampa del Volley Parella Torino.

Avete concluso il campionato 2010-2011 di Serie B2 maschile girone A al sesto posto. Un traguardo in linea con le aspettative di inizio stagione?
Il Campionato è stato abbastanza in linea con le nostre aspettative; ritenevamo di poter fare una cinquantina di punti e ne abbiamo fatti 44, poi ovviamente la posizione finale dipende anche da come si comportano le avversarie.
Il Campionato di quest’anno era molto duro, quindi il sesto posto finale è un risultato che si può dichiarare soddisfacente, soprattutto se si tiene conto che, oltre al livello di competitività molto alto, è stato un ulteriore passo in avanti della società, che sta crescendo di anno in anno, facendo piccoli ma importanti e decisi passi.

Ricordiamo pure la promozione in serie C maschile della seconda squadra.
L’avere alle spalle un settore giovanile che è stato uno dei due della Provincia di Torino a qualificare tutte le squadre alla fase regionale ed una seconda squadra, formata da atleti di diciotto o vent’anni, che ha vinto il campionato di serie D conquistando la promozione in serie C è un ulteriore stimolo alla crescita societaria, nonché un segnale che ci fa intendere di essere sulla strada giusta.

Matteo Battocchio, responsabile ufficio stampa

Qual è stato il vostro punto di forza?
Il punto di forza è stato sicuramente l’attacco; abbiamo avuto delle prestazioni molto importanti da parte degli atleti che erano chiamati a dare tanto in questo fondamentale.
Ha funzionato molto bene anche la ricezione, così come alcuni atleti hanno avuto un rendimento pazzesco a muro.

E quello più debole?
La cosa che ci ha messo un po’ in difficoltà è stata la difesa, che a volte è andata un po’ in affanno.

Quale atleta ha caratterizzato positivamente questa stagione?
Non c’è stata una vera e propria stella; abbiamo avuto un eccellente rendimento da parte di tutti gli atleti e soprattutto abbiamo avuto un ottimo amalgama di squadra, che ha reso tutti i mesi di lavoro sempre piacevoli.
Se dobbiamo citare per forza qualcuno, Stefano Castelli e Carlo Cassina sono stati i due bomber della squadra, con più di 500 punti il primo e poco meno il secondo, e Flavio Cefaratti è stato una presenza importante a muro.

Nella pallavolo italiana, secondo lei, cosa rappresenta il campionato nazionale di B2?
Ha una doppia valenza. Consente una crescita consistente alle squadre giovanili dei club di serie A, che trovano nella B2 un ottimo campionato per spingere la crescita dei propri talenti, per le Società “cadette”, invece, è un vero e proprio spartiacque. Pur se con qualche leggera variazione a seconda del girone, ci sono Società che puntano a mantenere la categoria, facendo vedere spesso un valore di gioco che si avvicina più alla serie C che alla serie B1, e poche altre che invece puntano a crescere decisamente, in tempi più o meno rapidi a seconda delle possibilità.
Di certo rappresenta l’élite dei Campionati semi dilettantistici; dalla B1 in poi la stragrande maggior parte degli atleti giocano a pallavolo di mestiere.

Stefano Castelli

Il Volley Parella è storicamente impegnata anche nel settore femminile, con la prima squadra in serie C. Riscontra un maggiore interesse per la pallavolo tra le ragazze? E’ un trend irreversibile?
Sì, la prima squadra tra l’altro ha appena concluso il Campionato con un’ottima quarta posizione dopo aver appena conquistato la promozione dalla serie D.
Sicuramente, tra le ragazze c’è un interesse maggiore; è un dato irreversibile, la pallavolo attira molto più le ragazze al pari della pallacanestro che attira molto più i ragazzi, per non parlare di sport più famosi.
Questo non vuol dire che la pallavolo maschile non possa crescere! Occorre però far riscoprire ai ragazzi il “piacere” di fare uno sport dove non puoi tenere la palla in mano facendo virtuosismi e soprattutto occorre un piano efficace che permetta la crescita sia a livello di guide tecniche che a livello dirigenziale.
Nel nostro piccolo, siamo orgogliosi di avere cinque atleti su tredici in prima squadra sotto i vent’anni, così come siamo orgogliosi di essere una delle Società con più tesserati maschili in tutta Italia.

Negli ultimi anni le regole di gioco hanno subito continue modifiche. Cosa ne pensa?
Ho il timore che le regole nuove abbiano sicuramente favorito la spettacolarizzazione del nostro sport e la possibile commercializzazione, ma non la crescita tecnica.
Oggi la tecnica maggiore non ti assicura di vincere l’incontro, com’era una volta. Ma sono molto giovane per avere un’idea più chiara delle conseguenze delle modifiche!!

Cosa cambierebbe?
Cambierei forse la libertà di intervento sul primo tocco, portando questa regola più simile al beach volley (dove il primo tocco dev’essere pulito tranne in caso di attacco avversario giudicato forte), e non mi spiacerebbe avere 8 cambi anziché sei!

Che tradizione ha la pallavolo a Torino e che importanza ricopre rispetto ad altri sport di squadra (calcio a parte!!), sia in campo maschile che in quello femminile?
La pallavolo ha storicamente un’importanza notevole; gli anni di Cus Torino e Safa sono però purtroppo passati, e alle volte i giovani come me hanno la sensazione che qualcuno si guardi ancora troppo spesso alle spalle, pensando poco al futuro.
Tuttavia la classe dirigente piemontese è veramente valida. In questi ultimi anni, grazie anche all’impegno del Comitato Regionale Piemontese della Federazione Italiana Pallavolo, la Città di Torino ha potuto riabbracciare il volley di alto livello, anche se con eventi saltuari. Gli straordinari risultati ottenuti dal Comitato Regionale mi fanno però pensare che, calcio a parte, la pallavolo sia lo sport cittadino numero 1.

Carlo Cassina

E le istituzioni?
Sicuramente un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni farebbe comodo: mi riferisco soprattutto agli impianti, che sono superati e non all’altezza di una Città quale è quella sabauda.
A noi piacerebbe ristrutturare, ovviamente a nostre spese per non gravare sui costi pubblici, un impianto per poterlo avere in gestione; speriamo ci venga permesso di farlo, altrimenti per le squadre cittadine sarà sempre più difficile conquistare il pubblico.

La società in quale occasione diventa protagonista anche di attività sociali e culturali?
La nostra Società è molto radicata nel territorio e nelle circoscrizioni in cui lavora; ha tantissimi progetti con i centri didattici dei quartieri, anche grazie al riconoscimento ottenuto dal Volley Parella Torino, nominato SCUOLA DI PALLAVOLO FEDERALE da parte della Federazione Italiana Pallavolo.
Oltre alle iniziative per e con i bambini, da sempre le Associazioni che fanno parte del Volley Parella Torino favoriscono lo sport per tutte le età.

Avete un sogno nel cassetto: riportare a Torino la Serie A. Come vi state muovendo per la prossima stagione e per gettare le basi per puntare in alto?
Ci siamo attrezzati per fare ancora un piccolo passo in avanti. Vogliamo fermamente continuare a crescere, ma vogliamo farlo nel modo corretto senza fare il passo più lungo della gamba per poi scomparire l’anno successivo.
Abbiamo allestito una squadra che può fare bene; rispetto alla passata stagione ci siamo rinforzati con l’arrivo di giocatori importanti, ma lavoriamo con un sogno a lungo termine. Poi è ovvio che ci piacerebbe disputare quanto meno i play off per la promozione, però questo spesso dipende dal livello del girone. Comunque, inutile costruire case in fretta e furia senza fondamenta: noi siamo partiti da bassissimo e stiamo costruendo, in quella che riteniamo essere la migliore maniera possibile, uno splendido grattacielo!

Se e in quale misura l’attuale non facile congiuntura economica rende più difficile la realizzazione dei programmi di una società di pallavolo?
Rende tutto ovviamente molto più difficile. La situazione economica attuale ovviamente frena tutti gli investimenti, a qualsiasi livello e di qualsiasi disciplina. Questo vale anche per la pallavolo.
Il Volley Parella Torino ha la fortuna di avere un responsabile, Gianluca Facchini, che è di una competenza fuori dalla media e di una capacità manageriale che ha pochi eguali nel mondo del Volley Nazionale.
Il fatto che il Volley Parella Torino riesca ad avere una organizzazione così professionale in un momento come questo, è sicuramente il primo segnale di come si possa fare comunque bene anche in questo momento. E se si può fare bene in questo momento, perché non sognare di poter volare una volta che l’economia tornerà a sorridere all’Italia?

 
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