Orlandia’97, vincere sempre per continuare a sperare
L’ASD Orlandia’97 partecipa al campionato nazionale di calcio femminile...
L’ASD Orlandia’97, squadra di calcio femminile di Capo d’Orlando, comune con più di tredicimila abitanti in provincia di Messina, da oltre un decennio riesce ad incrementare l’interesse per la pratica sportiva e ad insegnare i valori della disciplina, del rispetto delle regole e dell’avversario.
Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Leo Tonarelli, direttore sportivo della società.
Avete disputato per alcuni anni il campionato di serie A2 e nella stagione 2010-2011 avete partecipato al campionato di Serie A, arrivando però ultimi. Una retrocessione meritata? Cosa non ha funzionato?
Abbiamo peccato di inesperienza nella fase iniziale e siamo rimasti attardati in classifica. Nella fase cruciale del campionato abbiamo subito troppi infortuni e una serie interminabile di circostanze sfavorevoli ci ha costretto alla retrocessione. In tutte le partite abbiamo dimostrato di meritare la categoria, purtroppo la sfortuna è stata più forte delle nostre capacità.
Può indicare un’atleta che comunque si è messa in evidenza?
Per una squadra neopromossa l’importante è giocare con il collettivo. Potrei citare diverse ragazze ma, di certo, la nostra attaccante Piera Manzella è stata tra le più continue e comunque sempre determinante. La chiamata in Nazionale è stato il giusto premio per il valore di un’atleta dalle grandi capacità.
Cosa rappresenta oggi il calcio femminile nel movimento sportivo italiano?
Rispetto alle altre nazioni siamo ancora un passo indietro nel valorizzare un movimento che altrove ha un seguito più numeroso ed appassionato. La Germania è l’esempio più eclatante per l’efficienza nell’organizzazione da cui dovremmo prendere esempio.Tecnici e dirigenti devono ancora lavorare tanto per raggiungere valori competitivi a livello internazionale. Bisognerebbe creare un progetto che tenga conto delle difficoltà gestionali delle società e promuovere una linea organica anche con il settore maschile.
Con la diffusione del digitale terrestre è aumentata notevolmente la copertura televisiva degli sport diversi dal calcio maschile di serie A e B. Ritiene sufficiente l’attenzione di televisione, giornali e siti internet per il calcio femminile?
La diffusione mediatica è fondamentale per creare interesse verso una disciplina ancora ai margini dell’interesse delle più importanti testate giornalistiche sportive. Probabilmente non basta, ci vorrebbe una maggiore conoscenza delle dinamiche del calcio femminile, già dalla base, a cominciare dalle scuole.
La sua società è molto impegnata nel settore giovanile. Ha quindi un vivaio con un crescente numero di tesserate. Ma il calcio femminile può diffondersi maggiormente, sottraendo le nuove generazioni alla pallavolo e al basket?
Credo che ci sia spazio per tutti. Tante ragazze si avvicinano al calcio, ma problemi di strutture e condizionamenti vari impediscono loro di coltivare la loro passione. Non c’è competizione nel reclutare risorse umane, ma semplicemente basterebbe ascoltare le vere vocazioni delle ragazze alle singole discipline sportive.
ASD Orlandia’97 e Capo d’Orlando: che rapporto c’è tra la sua squadra e la comunità locale?
Il rapporto con le istituzioni è necessario anche per la valenza sociale della nostra pratica sportiva.
Da dirigente mi auguro che le istituzioni siano più sensibili e maggiormente a conoscenza delle problematiche economiche delle società dilettantistiche che sostengono costi al pari di società semi-professionistiche.
C’è competizione con altri sport di squadra, sia maschili che femminili, nel dividervi l’interesse degli sportivi di Capo d’Orlando?
E’ inutile negare la vocazione cestistica di Capo d’Orlando. Inoltre ci sono altre società che dividono l’interesse dei tifosi con il calcio maschile e la pallamano. Ma ripeto, non c’è alcuna competizione, la passione per lo sport accomuna e non divide.
Ora è iniziato un nuovo corso per tornare subito nella massima serie?
La retrocessione ha lasciato una cocente delusione. Sino alla fine eravamo certi di poterci salvare. Partiremo presto dall’esperienza maturata per mettere le basi per un nuovo rilancio e ritornare in Serie A, nella serie che merita la società e la nostra città, desiderosa di recitare un ruolo importante nel panorama calcistico italiano.
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23 marzo 2012 10:47 / Commenta
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