Piero Fassino tra i cittadini

La storia democratica di Torino ha inizio nell’aprile del ’45 con la nomina a sindaco di Giovanni Roveda, all’indomani della Liberazione dall’occupazione nazista. Con l’introduzione dell’elezione diretta del primo cittadino sono quattro le tornate elettorali, la quinta avrà luogo domenica 15 e lunedì 16 maggio. Alla vigilia del voto amministrativo, Comuni-Italiani.it ha intervistato Piero Fassino, 61 anni, candidato a sindaco di Torino sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra.

Tra emergenze e possibilità di sviluppo quali sono le priorità del territorio?
Lavoro, Fraternità, Innovazione. Sono le tre parole che ho usato nel corso della campagna elettorale per identificare le priorità da affrontare. Il lavoro, quello che c’è, quello che manca e quello che si trasforma è la prima delle preoccupazioni dei torinesi seguita dai temi legati al welfare locale, all’integrazione, alla sicurezza dei cittadini.
Infine l’innovazione, la capacità di cambiamento, la sostenibilità ambientale dello sviluppo.

Rispetto a queste priorità, come si articolerà la sua campagna elettorale?
Ho costruito un programma politico e una campagna elettorale basate sull’ascolto e sul confronto delle idee. Penso che se si vogliono ottenere risultati è necessario coinvolgere i cittadini, farli essi stessi promotori di iniziative e di progetti amministrativi.

I tre aspetti qualificanti del suo programma.
• Fare di Torino una città capitale del lavoro intelligente, dove scuola, formazione, ricerca, università concorrano a creare le condizioni per attrarre investimenti.
Valorizzazione delle donne, della loro creatività delle loro capacità, e grande attenzione all’infanzia e all’adolescenza alle quali vanno dedicate risorse, strutture e politiche.
Lotta alla solitudine, inclusione e tutela delle fasce deboli della popolazione.

I suoi primi 100 giorni da sindaco. Quali atti avranno la precedenza
su tutto il resto?

Quelli che sapranno dare concretezza alle priorità che ho indicato e quelli che sapranno impostare il lavoro futuro. Il primo atto che compirò, una volta eletto, sarà quello di visitare un asilo e una materna per evidenziare con grande chiarezza l’attenzione che bisogna dare alle generazioni più giovani.

Giovani e quote rosa. Che criterio seguirà nella selezione della squadra di governo in merito a questi due aspetti?
Quello del merito e della competenza.

Torna centrale il tema delle fonti energetiche e dello sviluppo ecosostenibile. Come opererà il suo eventuale governo su questo campo?
E’ una delle mie priorità. Torino sarà una capitale dello sviluppo ecosostenibile. Sarà una smart city, una città capace di sfruttare al meglio le sue risorse. Torino, applicherà le tecnologie informatiche al risparmio energetico, alla mobilità sostenibile, al wi fi libero, alla riduzione di CO2 e PCM. Avrà un unico abbonamento valido su metro metro, bus, treni nazionali, bike sharing e car sarin. Il Comune e le società partecipate si doteranno di auto elettriche e la rete cittadina di colonnine di ricarica.
Torino raddoppierà le piste ciclabili (da 170 a 350 km) e le stazioni di bike a noleggio. Aumenterà il verde urbano e la rete di teleriscaldamento.
Valorizzerà i 70 Km di sponde fluviali e diventerà capitale della raccolta differenziata, portandola dal 42 per cento al 50 per cento.

Ospiterebbe una centrale nucleare sul suo territorio?
Gli attuali standard di sicurezza non forniscono alcuna garanzia e il territorio torinese non si presta a insediare una centrale nucleare

Piero Fassino

Guardando alla grave situazione di Lampedusa e ai conflitti in nord Africa, come vive il territorio il fenomeno dell’immigrazione e che tipo di interventi in tal senso prevede il suo programma?
Con apprensione e preoccupazione. Torino ha già avuto in passato fenomeni migratori di grande rilevanza e li ha saputi assorbire integrando e valorizzando i nuovi arrivati. La città, poi, ha una consolidata esperienza di integrazione positiva anche in anni recenti. Credo che dovremo continuare su quella strada che già oggi è apprezzata e studiata non solo in Italia, ma nel mondo intero.

Federalismo fiscale. Una risorsa o un deterrente per il rilancio del territorio?
Se si realizzasse un reale federalismo fiscale si tratterebbe senza dubbio di una risorsa. Purtroppo quello che l’attuale Governo sta mettendo in pratica è tutt’altra cosa e rappresenta un danno per gli Enti Locali. Non solo non trasferisce autonomia impositiva, ma contemporaneamente l’esecutivo riduce i trasferimenti e le risorse.

Alla fine di questa esperienza che paese si impegna a consegnare ai suoi concittadini rispetto a come si presenta oggi?
Una città pronta a ad affrontare le nuove sfide che si troverà di fronte.

 
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