Si è svolto ieri pomeriggio un interessante convegno che ha visto protagonisti i minori immigrati sul territorio vesuviano. L’Italia da paese di immigranti a quello di immigrati.

Il fenomeno sta riesplodendo in tutta la sua tragicità a causa anche delle ultime vicende che hanno interessato le nazioni Tunisia e Libia e sta riportando al centro dell’attenzione il problema dei minori che approdano sul territorio senza identità e, di conseguenza, senza alcuna tutela.

Dai dati che sono stati esposti nel convegno è emerso che nei primi due mesi dell’anno sono già sbarcati in Italia il 50% dei clandestini giunti sulle nostre coste in tutto il 2010. Metà di questi sono bambini e adolescenti che scappano della guerra, la quale ha portato via loro genitori, familiari e affetti.

La cosa più preoccupante è che questi minori, una volta giunti in Italia, senza documenti e per questo senza identità, vivono ai margini della società, facile bersaglio della criminalità e di gente senza scrupoli. Arruolati da sfruttatori, il popolo di ragazzi senza nome anima gli angoli delle strade, pratica l’accattonaggio e, molto spesso, nonostante il lavoro a cui è sottoposto, vive in condizione disumane e di estremo disagio sociale.

Anche far luce sulle violenze e sulle vessazioni che subiscono i bambini sfruttati diventa un compito arduo e difficile. E questo è quello che si è posto come obiettivo l’associazione Paideia, un pool di professionisti che si sono assunti il compito di effettuare un’indagine conoscitiva nei comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Torre Annunziata per censire la presenza di minori extracomunitari e rom e valutare il loro livello di integrazione. Tra gli scopi anche quelli di comprendere le reali difficoltà percepite e far emergere maltrattamenti e abusi perpetrati ai loro danni da persone disoneste.

“Un’attività che ci permetterà di monitorare il territorio e, soprattutto, ci consentirà di calibrare il tipo di intervento da eseguire al fine di offrire una serie di attività e di servizi adatti ai minori immigrati attraverso l’educativa territoriale” – ha commentato il Presidente del Coordinamento Istituzionale Ambito N15, Ciro Alfieri.

“Bisogna cercare di rendere concreto ed effettivo il precetto che ci viene dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia che vuole che i minori stranieri siano equiparati ai cittadini italiani, che non abbiano meno diritti dei nostri ragazzi – dichiara Roberto Gentile, Procuratore Capo della Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni di Napoli – Per attuare questo, principio tra l’altro ribadito dalla Corte Costituzionale con numerose pronunce, è necessario superare tutti gli scogli interpretativi che di fatto ostacolano questa equiparazione. Uno dei problemi principali è quello che si incontra quando il minore raggiunge la maggiore età: appena compie i 18 anni, per taluni congegni normativi, non sempre è possibile dargli la possibilità di risiedere sul territorio e diventa clandestino”.

“I minori immigranti oggi sono invisibili: nessuno sa quanti sono e, soprattutto, dove sono. Si conoscono solo quelli che hanno il permesso di soggiorno o una famiglia residente. Oggi in Italia  assistiamo a una situazione Rom di grande degrado, in cui lo stato è totalmente assente – afferma il criminologo e Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania, Gennaro Imperatore – L’unico vero grande problema è che lo Stato dimentica sia i minori invisibili, ma anche di quelli visibili!”

Organizzato dall’Ambito Sociale N15, al tavolo hanno preso parte anche Carmela Schiano, delegata associazione Paideia, il sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita e il rettore della Basilica Maria SS della neve, monsignor Raffaele Russo.

(Foto di Paolo Borrelli)

 
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