Crollo del muro - Casa del Moralista

Dove la politica fallisce, provvede la ricerca. Non è uno spot ma è un messaggio di impegno per la cultura e l’arte italiana che arriva dal mondo universitario campano. Gli studenti della Federico II di Napoli hanno manifestato la propria disponibilità ad impegnarsi attivamente nella tutela del sito archeologico di Pompei con un progetto proprio.

In prima linea la scuola di restauro che attraverso gli architetti e gli ingegneri che ne fanno parte, mette a disposizione le competenze necessarie per contrastare quello che in questi ultimi mesi si sta rivelando il primo, grande nemico degli scavi pompeiani: l’acqua.
“E’ l’acqua – spiega Fabio Mangone, responsabile per il patrimonio dell’ateneo federiciano – nemico storico dell’architettura e della conservazione, la principale causa dei problemi che il sito ha avuto negli ultimi periodi. Ciò è legato al fatto che le operazioni di scavo del passato hanno distrutto gli antichi canali di irrigazione”.

Tuttavia, come indica lo stesso Mangone nell’intervista rilasciata poche ore fa all’Adnkronos, la pioggia non è la sola causa del decadimento, bensì come in tutte le situazioni c’è sempre la mano dell’uomo. ”Negli anni 60 – rivela – sono stati fatti nel sito operazioni di restauro, usando per esempio il cemento, che oggi si sono dimostrate improprie”.

Un’iniziativa che ha raccolto il plauso di Diana De Feo, senatrice del Pdl, nonché componente della commissione Istruzione e Beni culturali, la quale si farà promotrice dell’iniziativa presso il Ministero per i Beni e le Attività culturali.

 
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