Monsignor Carlo Liberati, Arcivescovo di Pompei

Pompei centro propulsore della marcia antidiscarica che stasera, alle 20, muoverà da piazza Falcone e Borsellino. Annunciata un’ampia partecipazione anche dai vicini comuni di Scafati e Torre Annunziata. Verso mezzanotte il corteo raggiungerà il presidio della rotonda di via Panoramica per unirsi alle popolazioni di Boscoreale e Terzigno, che ieri hanno incassato la solidarietà dell’Arcivescovo di Pompei.

Accusata di aver tenuto un atteggiamento troppo tiepido di fronte all’insorgere delle prime forme di protesta forte alla riapertura della cava Sari, la comunità mariana risponde alle critiche con una manifestazione che è partita dal basso, dalla gente e che attraverso il passaparola di Facebook è ruscito a coinvolgere centinaia di cittadini dei comuni limitrofi. L’adesione di centinaia di cittadini di Scafati e di Torre Annunziata rimpingua ulteriormente il movimento spontaneo che ha raccolto pompeiani di tutte le età, senza alcuna distinzione di colore politico.
Perchè è fondamentale, com’è stato sottolineato nel loro appello, che si crei una sola voce che dica “no” a qualsiasi discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio e non smetta di denunciare lo scempio ambientale prodotto da chi ha governato in passato e chi governa oggi.

Dopo l’auspicio di Benedetto XVI affinchè si arrivi a “una soluzione condivisa” e la feroce critica del Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, è intervenuto sulla vicenda l’Arcivescovo di Pompei, monsignor Carlo Liberati. Da quest’ultimo “profonda e sofferta solidarietà” alle popolazioni di “Terzigno, Boscoreale e di tutti quelli della fascia vesuviana e del Parco del Vesuvio per il cumulo di immondizie che ci umilia, ammorba, rende l’aria irrespirabile, avvelena e corrompe le acque e le sorgenti, avvelena i frutti della terra e vanifica il lavoro delle mani dell’uomo”.

Lo stesso parla di responsabilità comune nella crisi dei rifiuti e lancia un chiaro monito sull’inquinamento del fiume Sarno “che tra poco sarà insopportabile e umilierà anche il Santuario di Pompei”.

Nel frattempo, sul fronte caldo della protesta il clima più disteso anche se il comitato dei cittadini vesuviani e le mamme vulcaniche tengono alta la guardia paventando eventuali blitz per riprendere l’attività alla discarica Sari. Nella stessa ieri è una prima operazione di bonifica con la copertura di terreno vegetale che dovrebbe spegnere le cattive esalazione che promanano dalla montagna di rifiuti.

Ad alimentare, tuttavia, lo sdegno e la rabbia dei terzignesi, la notizia dell’inquinamento in atto della falda acquifera, confermata da una perizia del settore Ambiente della Provincia di Napoli basata su campioni prelevati nell’arco temporale tra ottobre 2009 e maggio 2010. L’esito delle analisi era già noto da luglio ma è stato reso pubblico soltanto di recente. Nelle stesse ore un altro fatto ha fatto gridare allo scandalo l’opinione pubblica. In un servizio del Gr1 rai, è stato diffuso un provvedimento di sequestro di un autocompattatore dell’Asia, datato 18 settembre di quest’anno, per aver riscontrato la presenza di rifiuti radioattivi nel carico trasportato.
Dopo l’aggressione alla volante della polizia, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha aperto un fascicolo su possibili infiltrazioni della camorra tra le frange violente della protesta.

 
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