Quale città viviamo?
La Torre Annunziata di oggi raccoglie tutte le contraddizioni di un popolo che ha compiuto centinaia di azioni sbagliate e a ogni nuovo ciak ha sempre ricommesso gli stessi errori. I responsabili sono tutti lì, dinanzi ai nostri occhi che guardano increduli come adesso sia più facile arrendersi che combattere.
Hanno sbagliato i professionisti o presunti tali, troppo bravi a investire il danaro nella casa al mare, in montagna e nella barca piuttosto che nel creare nuove realtà imprenditoriali nella città in cui la domenica mattina amano prendere il caffè salutando a destra e a manca: oggi i loro figli vivono altrove, spesso all’estero, almeno quelli che non hanno accettato l’eredità lavorativa dei propri padri.
Hanno sbagliato gli artigiani del lavoro, quelli che non hanno previsto il tracollo dell’economia cittadina e hanno creduto nell’eterna pagnotta quotidiana.
Hanno sbagliato i cittadini, bravissimi a criticare tutto e tutti, quando le macchine elettorali sono state ferme ma che alla loro ripartenza hanno saputo prontamente regalare voti in cambio di sterili favoritismi personali.
Hanno sbagliato i politici… ma è questa una novità? Dove non lo fanno? Forse, per assurdo, era l’unico fenomeno prevedibile dato che succede ovunque.
Oggi Torre Annunziata è una città fantasma, dove tutti i problemi rispondono presente all’appello di una maestra che si chiama Europa e che di solito li vede distribuiti in varie zone. Qui abbiamo disoccupazione, invivibilità, rifiuti tossici, un vulcano ancora attivo,una discarica a pochi metri che attraverso la sua puzza ci ricorda quanto poco rischiamo di vivere, una squadra di calcio negli inferi, un livello di ignoranza imparagonabile (basta guardare il forum di uno dei portali web più visitati in città per accorgersi di quanto la conoscenza della lingua italiana sia di lunga inferiore a quella di extracomunitari trapiantati in altre realtà italiane).
Eppure è la città delle agenzie di scommessa sempre piene, dei bar superaffollati in qualsiasi momento della giornata, delle centinaia di motorini che scorrono rischiando di investirti anche sui marciapiedi, delle macchine di lusso, dell’adsl sui cellulari e nelle case di tutti. Sono presenti tutti i segni tangibili di ricchezza, ma non ci si spiega questo danaro dove e come giri.
Ci sarebbero tante risposte o forse nessuna. Ci sarebbe da fare le valigie oppure disfare per sempre l’idea di andare via, forse l’unico viatico per cominciare a seminare senza la consapevolezza di vivere da ospiti provvisori questa realtà. Chi studia sa che non troverà qui quel lavoro per cui tanto suda e, di conseguenza, nel suo domani vede altre città e non certo Torre Annunziata, così non pensa come migliorarla, non pensa come custodirla, questo perché non gli appartiene. E’ nei giovani che si dovrebbe investire, prospettando loro soluzioni lavorative locali per il futuro.
Ma chi può raccontargli frottole? Sono intelligenti e non credono alle favole, soprattutto se raccontate da quelli che, come i propri insegnanti, spesso non sono modelli di cittadinanza da seguire. Quale città viviamo?
Avvocato impegnato in attività socio-ricreative e di volontariato
Categorie: Punti di Vista.
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Matteo Di Bello:
Le argomentazioni "etologiche" penso non facciano una piega e sono inconfutabili...
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Diana Cocco:
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Matteo Di Bello:
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con l'aria che tira (tagli, presente e futuro prossimo a rischio tracol...
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