Sul far della sera del 18 luglio di ogni anno, a partire dalle ore 20 circa, ha luogo a Troia una delle più suggestive e fastose processioni della Capitanata e della Puglia.

E’ la processione dei Santi Patroni di questa cittadina che sono ben sei: Sant’Eleuterio vescovo, San Ponziano papa, Sant’Anastasio confessore, San Secondino vescovo, Sant’Urbano papa ed infine Sant’Anzia, madre di Sant’Eleuterio.

La processione è il momento più atteso della festa patronale in loro onore, che si svolge nei giorni 18-19-20 luglio. In questi giorni dell’anno 1105 giunsero a Troia le reliquie di Sant’Eleuterio, di sua madre Sant’Anzia, di San Ponziano e di Sant’Anastasio dopo essere state trafugate presso l’antica città laziale di Tibera, e precisamente nella Chiesa di S. Eleuterio, da due monaci partiti due mesi prima proprio dalla città dauna col sostegno dell’allora vescovo Gugliemo.

Il ritorno dei due monaci con le reliquie dei santi da loro rubate ebbe fine il 18 luglio del 1105 in località Buccalo, a pochi chilometri da Troia dove si recò subito uno di essi per informare il vescovo Guglielmo. Costui raggiunse il giorno seguente (19 luglio) il punto dove si erano fermati i due monaci con le sante reliquie, accompagnato dai vescovi delle vicine città di Tertiveri e Bovino e da una folla di migliaia di fedeli troiani. Dopodichè, le reliquie dei santi Eleuterio, Ponziano, Anastasio e di Sant’Anzia vennero condotte a Troia, con una solenne processione in pieno giorno fino alla Chiesa di S. Maria. Presso di essa erano già iniziati dal 1093 i lavori di costruzione della Cattedrale che, dopo un’interruzione, procedettero con maggiore speditezza proprio dopo l’arrivo di quelle reliquie. Difatti la venerazione da parte di moltissimi devoti aveva reso impellente l’esigenza di completare al più presto quell’edificio religioso, più grandioso e monumentale, che avrebbe sostituito la vecchia Chiesa di S. Maria e sarebbe diventato a partire dal 1119 (anno del suo completamento) uno dei più famosi ed artistici duomi romanici pugliesi.

Di questi santi a Troia era già praticato e sentito dalla popolazione il culto di S. Eleuterio che fu vescovo della città di Aecae nel II secolo d. C., al tempo dell’Imperatore Adriano sotto cui fu martirizzato insieme a sua madre Sant’Anzia che lo aveva appoggiato nella sua fede cristiana, condividendola in pieno.

Aecae fu una città dauna, romana e paleocristiana che fu devastata nel 663 dalle truppe dell’imperatore bizantino Costante II. La città di Troia, fondata nel XI sec. dal catapano bizantino Basilio Boiannes proprio presso le rovine di Aecae, ereditò da questa il patrimonio culturale e religioso.

Altro vescovo di Aecae, e pertanto ulteriore patrono di Troia, fu San Secondino che venne espulso dall’Africa settentrionale insieme ad altri 11 sacerdoti da parte dei Vandali di Genserico nel 427 e svolse il suo episcopato ad Aecae negli ultimi anni della sua vita. In questa città vi morì e fu sepolto nella Chiesa di S. Marco. San Secondino è anche il patrono di Bellona.

Di Sant’Urbano papa, martirizzato nel III sec. d. C. al tempo dell’imperatore Alessandro Severo, a Troia si conserva il teschio donato da papa Alessandro VI sul finire del XV all’allora vescovo della città, il fiorentino Giannozzo Pandolfini. Sant’Urbano venne annoverato tra i Patroni di Troia molto tempo dopo rispetto agli altri in quanto gli fu attribuita la guarigione miracolosa, avvenuta nel 1670, di Giulia Guevara, moglie del principe Giovanni D’Avalos, allora feudatario di Troia. Costui decise di donare la mezzana Grimaldi, i cui proventi furono utili per l’abbellimento e la dedicazione ai Santi Patroni della cappella posta alla testata sinistra del transetto della Cattedrale, e per la realizzazione su commissione dei cinque preziosi busti d’argento dei Santi Urbano, Secondino, Anastasio, Ponziano ed Eleuterio. Tali capolavori di artigianato furono eseguiti a Napoli negli ultimi anni del XVII secolo e nei primi del XVIII. Essi sono solitamente conservati nel Museo del Tesoro della Cattedrale e sono quelli che vengono portati in processione.

Prima della processione, nei giorni dal 13 al 17 luglio i Venerati Busti d’argento e le Sacre Reliquie dei Santi Patroni vengono esposti ai fedeli nella Cattedrale di S. Maria Assunta per il solenne Quintenario. Da qui inizia la processione troiana dei Santi Patroni, intorno alle ore 20 del 18 luglio, con il seguente ordine: la Croce, i bambini travestiti da guardie svizzere e facenti parte dell’Associazione Eucaristica, il Gruppo dei Santi Patroni col proprio gonfalone, il busto d’argento di S. Urbano papa (1717), contenente la reliquia del suo teschio, quello di S. Secondino vescovo (1698), quello di S. Anastasio confessore (1708), quello di S. Ponziano papa (1688-1694) e quello di S. Eleuterio vescovo (1688-1694). I busti d’argento sono portati a spalla dai membri del Gruppo dei Santi Patroni vestiti in uniforme. Quest’anno (2012) hanno sfilato i fedeli della parrocchia di S. Secondino di Bellona, tra il busto di questo santo e quello di S. Anastasio. Dietro i Venerati Busti d’argento sfilano le confraternite troiane di S. Giovanni di Dio, dell’Addolorata, del SS. Sacramento e dell’Annunziata, contraddistinte dal relativo gonfalone, dai colori del proprio abito e dai rispettivi simboli.
Alle confraternite fanno seguito il clero troiano col vescovo di Lucera-Troia (che è attualmente mons. Domenico Cornacchia), il reliquiario di S. Anzia seguito da altri due contenenti le reliquie degli altri Patroni ad eccezione di S. Urbano. I preziosi reliquiari sono anch’essi portati a spalla dai membri del Gruppo dei Santi Patroni. Alle spalle del gonfalone della Città di Troia il corteo processionale si chiude con le autorità locali, la banda musicale ed i fedeli. Durante la processione, oltre alle preghiere e agli accompagnamenti musicali della banda, viene più volte cantato l’inno in onore dei SS. Patroni.

Al termine dell’itinerario della processione i busti d’argento ed i reliquiari vengono disposti ad arco di cerchio in Piazza Giovanni XXIII, di fronte alla stupenda facciata romanica della Cattedrale di S. Maria Assunta arricchita dalle sculture e in particolare dal famoso rosone ad 11 raggi, autentico ricamo di pietra. Presso l’artistica Porta della Prosperità (1119), unico ingresso della facciata della Cattedrale, il vescovo diocesano, spalleggiato dal clero e dalle insegne dei gruppi e delle confraternite, tiene il suo discorso esaltando le virtù dei SS. Patroni e invitando i fedeli che affollano la piazza antistante a seguirne l’esempio. Dopo la benedizione del vescovo la processione ha termine con l’entrata in Cattedrale prima dei reliquiari e poi dei Venerati Busti in ordine inverso a quello di uscita.

Il presente fotoreportage è corredato dalle sottostanti dieci immagini che si riferiscono alla fase conclusiva della processione:
i Venerati Busti d’argento con il nome del santo indicato sul basamento di legno (foto nn. 1-2-3-4);
le confraternite di Troia (foto n. 5);
il reliquiario di S. Anzia seguito dagli altri due con i resti degli altri Patroni (foto n. 6);
il gonfalone della Città di Troia (foto n. 7);
i busti, i reliquiari ed i fedeli in Piazza Giovanni XXIII (foto n. 8);
il clero troiano con il vescovo della diocesi di Lucera-Troia mons. Domenico Cornacchia mentre tiene il suo discorso (foto n. 9);
i Venerati Busti ed i reliquiari dei SS. Patroni sistemati nella Cattedrale al termine della processione (foto n. 10).

 
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