Un ottimo modo per impegnare il tempo di un’umida e uggiosa mattina d’aprile è quello di uscire con la macchina fotografica. Signa è la meta: un comune un po’ in collina ad est di Firenze.

Posteggio l’auto e salgo verso la piazza della chiesa, ma le macchine posteggiate le si addossano ai fianchi sfigurandola.
Cammino lungo i portici e giungo fino alla piazza della Repubblica, dove ha sede il Comune. Guarda che bella piazza con la fontana e il giardino! Un luogo speciale dove anche i rumori si fanno più ovattati e rispettosi, un’oasi.

Scendo nel giardino e mi trovo in compagnia dei personaggi che abitano qui. Bambine gentili giocano con gli uccelli, scherzano con l’acqua della fontana, siedono pensierose osservando formiche; altre figure e personaggi, capaci di esprimersi in assoluto silenzio, riempiono le nicchie sotto mantelli di foglie.

E’ così che ho conosciuto lo scultore Alimondo Ciampi, attraverso la poesia dei suoi personaggi che rendono unica questa piazza di Signa e ne fanno un luogo di straordinaria bellezza.
Alimondo nacque nel 1876 a San Mauro, nel Comune di Signa, ed è vissuto fino al 1939. La mia imperdonabile ignoranza me lo aveva tenuto nascosto fino ad oggi.

Fotografare le sue figure e parlare di lui in questo reportage mi è sembrato il modo più semplice per esprimere la mia ammirazione verso questo artista toscano, che il Comune di Signa ha onorato dedicando a lui e a alle sue opere questa piazza del paese.

Qui di seguito scrivo i nomi delle opere che rispettano la sequenza fotografica:
• Autoritratto dell’artista
• Il nido
• Il nido (particolare)
• Piccola bagnante
• La via perduta
• Minatore stanco
• La formica
• La formica (particolare)
• Sogni
• Madre

 
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